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General : poesia
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 Message 1 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_Angela  (Original Message)Sent: 10/18/2006 10:35 PM

logo di Carla

O poesia poesia poesia
-Dino Campana-

O poesia poesia poesia
Sorgi, sorgi, sorgi
Su dalla febbre elettrica del selciato notturno.
Sfrenati dalle elastiche silhouttes equivoche
Guizza nello scatto e nell'urlo improvviso
Sopra l'anonima fucileria monotona
Delle voci instancabili come i flutti
Stride la troia perversa al quadrivio
Poiché l'elegantone le rubò il cagnolino
Saltella una cocotte cavalletta
Da un marciapiede a un altro tutta verde
E scortica le mie midolla il raschio ferrigno del tram
Silenzio - un gesto fulmineo
Ha generato una pioggia di stelle
Da un fianco che piega e rovina sotto il colpo prestigioso
In un mantello di sangue vellutato occhieggiante
Silenzio ancora. Commenta secco
E sordo un revolver che annuncia
E chiude un altro destino.
 

le mie foglie 

 

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Tempi brutti per la poesia 
-Bertolt Brecht-

Sì, lo so: solo il felice
È amato. La sua voce
È ascoltata con piacere. La sua faccia è bella.

L'albero deforme nel cortile
È frutto del terreno cattivo, ma
Quelli che passano gli danno dello storpio
E hanno ragione.

Le barche verdi e le vele allegre della baia
Io non le vedo. Soprattutto
Vedo la rete strappata del pescatore.
Perché parlo solo del fatto
Che la colona quarantenne cammina in modo curvo?
I seni delle ragazze
Sono caldi come sempre.

Una rima in una mia canzone
Mi sembrerebbe quasi una spavalderia.

In me si combattono
L'entusiasmo per il melo in fiore
E il terrore per i discorsi dell'imbianchino.*
Ma solo il secondo
Mi spinge alla scrivania.



* Con "l'imbianchino" Brecht si riferisce a Hitler

le mie foglie 

 

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La poesia 
-Trilussa-

Appena se ne va l'urtima stella
e diventa più pallida la luna
c'è un Merlo che me becca una per una
tutte le rose de la finestrella:
s'agguatta fra li rami de la pianta,
sgrulla la guazza, s'arinfresca e canta.

L'antra matina scesi giù dar letto
co' l'idea de vedello da vicino,
e er Merlo furbo che capì el latino
spalancò l'ale e se n'annò sur tetto.
-- Scemo! -- je dissi -- Nun t'acchiappo mica...--
E je buttai du' pezzi de mollica.

-- Nun è -- rispose er Merlo -- che nun ciabbia
fiducia in te, ché invece me ne fido:
lo so che nu m'infili in uno spido,
lo so che nun me chiudi in una gabbia:
ma sei poeta, e la paura mia
è che me schiaffi in una poesia.

È un pezzo che ce scocci co' li trilli!
Per te, l'ucelli, fanno solo questo:
chiucchiù, ciccì, pipì... Te pare onesto
de facce fa la parte d'imbecilli
senza capì nemmanco una parola
de quello che ce sorte da la gola?

Nove vorte su dieci er cinguettio
che te consola e t'arillegra er core
nun è pe' gnente er canto de l'amore
o l'inno ar sole, o la preghiera a Dio:
ma solamente la soddisfazzione
d'avè fatto una bona diggestione.



le mie foglie 

 

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Una poesia è una città
-Charles Bukowski-

una poesia è una città piena di strade e tombini
piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità, una poesia è una città in guerra,
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera; una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore...
una poesia è questa città adesso,
cinquanta miglia dal nulla,
le 9.09 del mattino,
il gusto di liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l'oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta da finestre rotte...

una poesia è una città, una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo...

e ora metto questo sotto vetro
perché lo veda il pazzo direttore,
e la notte è altrove
e signore grigiastre stanno in fila,
un cane segue l'altro fino all'estuario,
le trombe annunciano la forca
mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
che non possono fare.
 



le mie foglie 

 

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Ho le qualità per scrivere poesie? 
-C. Baudelaire-

Felice chi con ali vigorose,
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita,
si eleva verso campi sereni e luminosi!
Felice chi lancia i pensieri come allodole
in libero volo verso i cieli nel mattino!
Felice chi, semplice, si libra sulla vita e intende
il linguaggio dei fiori e delle cose mute!



 

le mie foglie 

 

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La poesia (Canti di Castelvecchio)
-Giovanni Pascoli-


I
Io sono una lampada ch'arda
soave!
la lampada, forse, che guarda,
pendendo alla fumida trave,
la veglia che fila;
e ascolta novelle e ragioni
da bocche
celate nell'ombra, ai cantoni,
là dietro le soffici rócche
che albeggiano in fila:
ragioni, novelle, e saluti
d'amore, all'orecchio, confusi:
gli assidui bisbigli perduti
nel sibilo assiduo dei fusi;
le vecchie parole sentite
da presso con palpiti nuovi,
tra il sordo rimastico mite
dei bovi:

II
la lampada, forse, che a cena
raduna;
che sboccia sul bianco, e serena
su l'ampia tovaglia sta, luna
su prato di neve;
e arride al giocondo convito;
poi cenna,
d'un tratto, ad un piccolo dito,
là, nero tuttor della penna
che corre e che beve:
ma lascia nell'ombra, alla mensa,
la madre, nel tempo ch'esplora
la figlia più grande che pensa
guardando il mio raggio d'aurora
:
rapita nell'aurea mia fiamma
non sente lo sguardo tuo vano;
già fugge, è già, povera mamma,
lontano!

III
Se già non la lampada io sia,
che oscilla
davanti a una dolce Maria,
vivendo dell'umile stilla
di cento capanne:
raccolgo l'uguale tributo
d'ulivo
da tutta la villa, e il saluto
del colle sassoso e del rivo
sonante di canne:
e incende, il mio raggio, di sera,
tra l'ombra di mesta viola,
nel ciglio che prega e dispera,
la povera lagrima sola;
e muore, nei lucidi albori,
tremando, il mio pallido raggio,
tra cori di vergini e fiori
di maggio:

IV
o quella, velata, che al fianco
t'addita
la donna più bianca del bianco
lenzuolo, che in grembo, assopita,
matura il tuo seme;
o quella che irraggia una cuna
- la barca
che, alzando il fanal di fortuna,
nel mare dell'essere varca,
si dondola, e geme -;
o quella che illumina tacita
tombe profonde - con visi
scarniti di vecchi; tenaci
di vergini bionde sorrisi;
tua madre!... nell'ombra senz'ore,
per te, dal suo triste riposo,
congiunge le mani al suo cuore
già róso! -

V
Io sono la lampada ch'arde
soave!
nell'ore più sole e più tarde,
nell'ombra più mesta, più grave,
più buona, o fratello!
Ch'io penda sul capo a fanciulla
che pensa,
su madre che prega, su culla
che piange, su garrula mensa,
su tacito avello;
lontano risplende l'ardore
mio casto all'errante che trita
notturno, piangendo nel cuore,
la pallida via della vita:
s'arresta; ma vede il mio raggio,
che gli arde nell'anima blando:
riprende l'oscuro viaggio
cantando.



 

le mie foglie 

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La poesia che non ho scritto
 

-Raymond Carver-

Ecco la poesia che volevo scrivere
prima, ma non l'ho scritta
perche' ti ho sentita muoverti.
Stavo ripensando
a quella prima mattina a Zrigo.
Quando ci siamo svegliati prima dell'alba.
Per un attimo disorientati. Ma poi siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la citta' vecchia.
E siamo rimasti li' senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Cosi' felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi li'
proprio in quel momento


 

le mie foglie 



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 Message 13 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 2/7/2007 10:44 PM
arcobaleno

Reply
 Message 14 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 2/11/2007 12:36 AM

         

 

Non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi.

Antoine de Saint Exupéry

 

 

             

 

Peynet Raymond - Pourquoi Veux-Tu Sortir...

L'ECO DEL CUORE
 O.W.Valbonesi
Prima di addormentarti,
nel silenzio non senti
un rumore, una voce
che rimbalza come onda
magnetica e ti chiama?
E all'alba non ascolti
gli uccelli che cantano
il tuo nome, gabbiani
in volo che portano
quel suono nel tuo sogno?
Osserva bene il gatto che
Ti chiama, accarezzalo
Coccolalo, accetta le sue fusa
Ascolta il suo ronfare. Lo senti?
È L'eco del mio cuore.
 
 

L'ENERGIA DEL CUORE
Tiziana Cocolo
 
Entra nel cuore,
ascolta i battiti,
segui una poesia
che corre e scorre
negli anfratti della memoria,
in meandri stretti e bui
in attesa di luce.
Frammenti di parole
si staccano vagando in cerca
di inizi mai iniziati
d'incompiute finali
perchè il tutto si ricrea
nulla si esaurisce
di quest'energia tenera e calda
che batte nel tempo.
Entra nel cuore,
il cuore entra in te.
 
 

CANZONCINA
DEL PRIMO DESIDERIO
Federico Garcia Lorca
 
Nella mattina verde,
volevo essere cuore.
Cuore.
E nella sera matura
volevo essere usignolo.
Usignolo.
(Cuore diventa color arancio.
Cuore,
diventa color d'amore).
Nella mattina viva,
volevo essere io.
Cuore.
E nella sera tramontata
volevo essere la mia voce.
Usignolo.
Cuore,
diventa color d'arancio!
Cuore,
diventa color d'amore!
 
 

CUORE LO DIMENTICHEREMO
Emily  Dickinson
 
Cuore lo dimenticheremo!
Tu e io stanotte!
Tu dimentica il calore che ti ha dato,
io scorderò la luce!
Quando avrai finito, te ne prego,
dimmelo, così che io cominci!
Presto, presto! Potrei pensare a lui
mentre tu perdi tempo!
 


Reply
 Message 15 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 2/17/2007 1:16 PM


 


che

 

         

INCONTRO SOGNATO
 ~ Mavina ~
 
Incontro sognato
Tu
che mi cerchi
che mi trovi
e che mi cogli
tra le note del mio canto...
Tu
che mi baci
senza aver mai visto
la mia bocca...
Tu
mi verrai incontro
in un'ora di luce
nella pausa del vento
nel silenzio della parola
nella parola degli sguardi...
Tu
da me.

L' INCONTRO
~ Patrizia Masci ~
 
E�?cos�
Quando le parole lentamente sfumano,
si diradano,
perdono consistenza,
irrompe l’attimo del continuo
infinito presente.
Il velo dolcemente cade,
la porta si apre,
l’anelito, sommesso prima,
e sempre più impetuoso poi,
dell’incontro sempre desiderato
si realizza!
Ecco, il silenzio, ora unione
è diventato danza,
mi nutre, mi avvolge, mi sostiene.
Finalmente vivo il puro amore!
 
SOLTANTO NON SAREBBE
~ Erich Fried ~

La vita
sarebbe
forse più semplice
se io
non ti avessi mai incontrata
Meno sconforto
ogni volta
che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che ancora verrà
E anche meno
di quella nostalgia impotente
che quando non ci sei
pretende l'impossibile
e subito
fra un istante
e che poi
giacché non è possibile
si sgomenta
e respira a fatica
La vita
sarebbe forse
più semplice
se io
non ti avessi incontrata
Soltanto non sarebbe
la mia vita

 
INCONTRO DI 2 MANI
~ Juan Ramon  Jimenez ~
 
Incontro di due mani
in cerca di stelle,
nella notte!
Con che pressione immensa
si sentono le purezze immortali!
Dolci, quelle due dimenticano
la loro ricerca senza sosta,
e incontrano, un istante,
nel loro circolo chiuso,
quel che cercavano da sole.
Rassegnazione d'amore,
tanto infinita come l'impossibile!
 
         
 

 

 


Reply
 Message 16 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 3/3/2007 9:47 PM
   
 
 
 
 
                
 
 
ASPETTANDO PRIMAVERA
Yama
 
Sul piatto di un realismo quotidiano
fatto d'istinti di sopravvivenza
lancio ancora i dadi del destino
per invocare la provvidenza
e attendo il numero che la sorte
vorrà assegnare al mio futuro
determinando le rotte contorte,
per arrivare ad un porto sicuro.
Cosi alla speranza io do rinforzo
al fine di superare questo male
ed ogni giorno più mi sforzo
d'ancorarmi al mondo reale,
ma fino al ritorno della primavera
resterò sbattuto su questi scogli
cercando colori e soffi di vita
da vergare su questi fogli.
 
PRIMAVERA (PROLET)
Nikola Vaptzarov

Primavera mia, mia bianca primavera
ancora non vissuta, non celebrata,
solo in lucidi sogni sognata
mentre bassa trascorri sui pioppi
e qui non arresti il tuo volo...
Primavera mia, mia bianca primavera...
ch'io possa vedere il tuo primo volo
dar vita alle morte piazze
ch'io possa appena vedere il tuo sole
e morir sulle tue barricate!


 
ASPETTANDO PRIMAVERA
Roberto Perin
 
L'ultimo atto d'amore,
l'ultimo volo di felicità,
l'ultimo respiro.
Brune dorate foglie,
cadono, scendono delicate
come un velo
sulla sua sposa.
Brune dorate foglie,
il fuoco vi brucerà,
le vostre ceneri al vento
voleranno in cerca
di una nuova primavera.
Su questa tela d'autunno
i tuoi occhi posano
la disperazione dell'inverno.
Oggi siamo qui, io e te,
seduti su questo scarno sasso
ingiallito, per dividere
assieme alle foglie,
il nostro ultimo gesto
le nostre ultime parole.
T'amo,
una sola parola,
la dividiamo assieme,
come assieme abbiamo
diviso il nostro tempo,
il nostro respiro
la nostra felicità,
chiudiamo gli occhi,
stringiamoci le mani,
così ci ricorderemo,
uniti, per sempre.
Ora destino,
dividerai con il fuoco
dell'odio solo i nostri corpi,
il nostro amore
volerà con la cenere
d'autunno per ritrovarsi,
rivivere assieme alle foglie
una nuova primavera.
 
IL RAMO RUBATO
 
Pablo Neruda

Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell'ombra.
Ancora non se n'è andato l'inverno,
e il melo appare
trasformato d'improvviso
in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.
E cautamente
nella nostra casa,
nella notte e nell'ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.
 
 
 

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 Message 17 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 3/3/2007 10:07 PM
PRIMAVERA
 
Canto per l'amata nella fredda primavera
Hermann Hesse
 
L'ore, otto o nove o dieci
nell'atrio freddo battono.
Non conto, ascolto il lieve
fruscio di quando passano.
Volano come il vento nella neve,
come gli uccelli nell'inverno bianchi.
Non mi fanno del bene,
non mi fanno del male,

ma sono ore in cui mi manchi.
 

 
Presenza
Wolfgang Goethe
 
Tutto è annuncio di te!
Appare il sole radioso,
e tu dietro a lui,spero.
Esci fuori in giardino
e sei rosa fra le rose,
e sei giglio fra i gigli.

Quando nel ballo ti muovi
si muovono le stelle,
insieme e intorno a te.

Notte!E così sarebbe notte!
Tu superi lo splendore
soave e seducente della luna.

Seducente e soave sei tu,
e fiori,luna e stelle
a te s'inchinano,o sole!

Sole,sii anche per me
artefice di giorni radiosi!
Questa è vita,è eternità.
 

 
Primavere romantiche
Guido Gozzano
 
Non turbate il silenzio. Tutto tace
verso la donna rivestita a lutto:
la campagna, lo stagno, il cielo, tutto
illude la dolente... O pace! pace!
O pace, pace! Poiché nulla spera
ormai la donna declinante. Invano
fiorisce di viole il colle e il piano:
non ritorna per lei la primavera.
Oh antiche primavere! Oh i suoi vent'anni
oimè per sempre dileguati. Quanto,
oh quanto ella ha sofferto e come ha pianto!
Atroci sono stati i suoi affanni.
Nulla più spera ormai: però la bella
timida primavera che sorride
dilegua la mestizia che la uccide,
e un sogno antico in lei si rinnovella.
Non pure ieri il piede ella volgea
allo stagno che l'isola circonda?
Ella recava un libro ove la bionda
reina per il paggio si struggea:
(avea il volume incisioni rare
dove il bel paggio con la mano manca
alla donna offeria la rosa bianca
e s'inchinava in atto d'adorare).
O sogni d'altri tempi, o tanto buoni
sogni d'ingenuità e di candore,
non sapevate il vuoto e il vostro errore
o innocenti d'allor decameroni!
Ella col libro qui venia leggendo
e a quando a quando in terra s'inchinava
la mammola, l'anemone, e la flava
primula prestamente raccogliendo.
Oh tutto Ella ricorda: le turchine
rose trapunte della bianca veste,
la veste bianca in seta, e la celeste
fascia che le gonfiava il crinoline.
Poi apriva il cancello, e il ponte stesso
dove or riposa la persona stanca
allora trascorreva agile e franca
né s'indugiava come indugia adesso.
Poi entrava nell'isola, e furtiva
in fra il tronco del tremulo e del faggio
guatava se al boschivo romitaggio
l'amico del suo sogno conveniva.
Oh tutto Ella ricorda! Ecco apparire
l'Amato: giunge al margine del vallo
dell'acque, e raffrenato il suo cavallo
il cancello la supplica d'aprire.
«Non dunque accetta è l'umile dimanda
del vostro paggio, o bella castellana?
Combattuto ha per voi; fatto gualdana
egli ha per voi, magnifica Jolanda.»
Egli disse per gioco. D'un soave
sorriso ella rispose: assai le piacque
il madrigale, ed al di là dell'acque,
sorridendo d'amor, getta la chiave.
Oh tutto Ella rammemora. Non fu
ieri? No, non fu ieri. Il lungo affanno
ella dunque già scorda? O atroce inganno
quel dolce aprile non verrà mai più...
Non turbate il silenzio. Tutto tace
verso la donna rivestita a lutto,
la campagna, lo stagno, il cielo, tutto
illude la dolente... O pace, pace!
 

 
All'amica risanata
Ugo Foscolo
 
Qual dagli antri marini
l'astro più caro a Venere
co' rugiadosi crini
fra le fuggenti tenebre
appare, e il suo viaggio
orna col lume dell'eterno raggio,
sorgon così tue dive
membra dall'egro talamo
e in te beltà rivive,
l'aurea beltate ond'ebbero
ristoro unico a' mali
le nate a vaneggiar menti mortali.
Fiorir sul caro viso
veggo la rosa, tornano
i grandi occhi al sorriso
insidiando; e vegliano
per te in novelli pianti
trepide madri, e sospettose amanti.
Le Ore che dianzi meste
ministre eran de' farmachi,
oggi l'indica veste,
e i monili cui gemmano
effigiati Dei
inclito studio di scalpelli achei,
e i candidi coturni
e gli amuleti recano
onde a' cori notturni
te, Dea, mirando obbliano
i garzoni le danze,
te principio d'affanni e di speranze.
O quando l'arpa adorni
e co' novelli numeri
e co' molli contorni
delle forme che facile
bisso seconda, e intanto
fra il basso sospirar vola il tuo canto
più periglioso; o quando
balli disegni, e l'agile
corpo all'aure fidando
ignoti vezzi sfuggono
dai manti, e dal negletto
velo scomposto sul sommosso petto.
All'agitarti, lente
cascan le trecce, nitide
per ambrosia recente,
mal fide all'aureo pettine
e alla rosea ghirlanda
che or con l'alma salute april ti manda.
Così ancelle d'Amore
a te d'intorno volano
invidiate l'Ore,
meste le Grazie mirino
chi la beltà fugace
ti membra, e il giorno dell'eterna pace.
Mortale guidatrice
d'oceanine vergini
la Parrasia pendice
tenea la casta Artemide
e fea terror di cervi
lungi fischiar d'arco cidonio i nervi.
Lei predicò la fama
olimpia prole; pavido
diva il mondo la chiama,
e le sacrò l'Elisio
soglio, ed il certo telo,
e i monti, e il carro della luna in cielo.
Are così a Bellona
un tempo invitta amazzone,
die' il vocale Elicona;
ella il cimiero e l'egida
or contro l'Anglia avara
e le cavalle ed il furor prepara.
E quella a cui di sacro
mirto te veggo cingere
devota il simolacro,
che presiede marmoreo
agli arcani tuoi lari
ove a me sol sacerdotessa appari
regina fu, Citera
e Cipro ove perpetua
odora primavera
regnò beata, e l'isole
che col selvoso dorso
rompono agli euri e al grande Ionio il corso.
Ebbi in quel mar la culla,
ivi erra ignudo spirito
di Faon la fanciulla,
e se il notturno zeffiro
blando sui flutti spira
suonano i liti un lamentar di lira:
ond'io, pien del nativo
aer sacro, su l'Itala
grave cetra derivo
per te le corde eolie,
e avrai divina i voti
fra gl'inni miei delle insubri nepoti.
 

 
Paesaggio
Charles Baudelaire
 
Voglio, per comporre in castità le mie egloghe,
dormire accanto al cielo, come gli astrologhi,
e, vicino alle campane, ascoltare sognante
i loro inni solenni portati dal vento.

Dall’alto della soffitta, le mani sotto il mento,
vedrò l’officina che chiacchiera e canta;
i comignoli e i campanili, alberi di città,
e grandi cieli che fanno sognare d’eternità.

Com’�?dolce veder nascere tra le brume
la stella nell’azzurro, alla finestra il lume,
i fiumi di carbone salire al firmamento
e la luna versare il suo vago incantamento.

Vedrò le primavere, le estati, gli autunni
e quando verrà l’inverno e le sue monotone nevi,
dappertutto chiuderò tende e imposte,
per costruire nella notte i miei palazzi fatati.

Mi abbandonerò al sogno di orizzonti bluastri,
di giardini, di zampilli piangenti in alabastri,
di baci, d’uccelli che cantano mattino e sera,
e tutto quello che di più infantile c’�?nell’Idillio.

La Sommossa, battendo invano sul vetro,
non riuscirà a farmi alzare la fronte dal leggìo;
perchè sarò immerso in quella voluttà
di evocare la Primavera con la mia volontà,
di tirar fuori un sole dal mio cuore e di fare
dei miei ardenti pensieri un tiepido aere.
 

 
Febbraio
Vincenzo Cardarelli
 
"Febbraio è sbarazzino.
Non ha i riposi del grande inverno,
ha le punzecchiature,
i dispetti
di primavera che nasce.
Dalla bora di febbraio
Requie non aspettare.
Questo mese è un ragazzo
fastidioso, irritante,
che mette a soqquadro la casa,
rimuove il sangue, annuncia il folle marzo
periglioso e mutante."


 
Ancora sulla strada di Zenna
Vittorio Sereni
 
"Perché quelle piante turbate m'inteneriscono?
Forse perché ridicono che il verde si rinnova
a ogni primavera, ma non rifiorisce la gioia?
Ma non è questa volta un mio lamento
e non è primavera, è un'estate,
l'estate dei miei anni.
Sotto i miei occhi portata dalla corsa
la costa va formandosi immutata
da sempre e non la muta il mio rumore
né, più fondo, quel repentino vento che la turba
e alla prossima svolta, forse finirà.
E io potrò per ciò che muta disperarmi
portare attorno il capo bruciante di dolore.
ma l'opaca trafila delle cose
che là dietro indovino: la carrucola nel pozzo,
la spola della teleferica nei boschi,
i minimi atti, i poveri
strumenti umani avvinti alla catena
della necessità, la lenza
buttata a vuoto nei secoli,
le scarse vite, che all'occhio di chi torna
e trova che nulla nulla è veramente mutato
si ripetono identiche,
quelle agitate braccia che presto ricadranno,
quelle inutilmente fresche mani
che si tendono a me e il privilegio
del moto mi rinfacciano.
Dunque pietà per le turbate piante
evocate per poco nella spirale del vento
che presto da me arretreranno via via
salutando salutando.
Ed ecco già mutato il mio rumore
s'impunta un attimo e poi si sfrena
fuori da sonni enormi
e un altro paesaggio gira e passa."


 
Il ramo rubato
Pablo Neruda
 
Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.

Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell'ombra.

Ancora non se n'è andato l'inverno,
e il melo appare
trasformato d'improvviso
in cascata di stelle odorose.

Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.

E cautamente,
nella nostra casa,
nella notte e nell'ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.


 
Il tuo sorriso
Pablo Neruda
 
"Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l' aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l' acqua che d' improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d' argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d' aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell' ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d' improvviso
vedi che il mio sange macchina
le pietre della strada,
ridi, perchè il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d' autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell' isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l' aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perchè io ne morrei."
 

 
Le tue mani
Pablo Neruda
 
Quando le tue mani vengono.
amore, verso le mie,
cosa mi recano volando?
Perché si son fermate
sulla mia bocca, d'improvviso,
perché le riconosco
come se allora, anzi,
le avessi toccate,
come se prima d'essere
avessero percorso
la mia fronte, il mio fianco?
La loro morbidezza veniva
volando sopra il tempo,
sopra il mare, sopra il fumo
sopra la primavera,
e quando tu posasti
le tue mani sul mio petto,
riconobbi quelle ali
di colomba dorata,
riconobbi quella creta
e quel colore di frumento.
Gli anni della mia vita
camminai cercandole.

Salii le scale,
attraversai le scogliere,
mi portarono i treni,
le acque mi condussero,
e nella pelle dell'uva
mi sembrò di toccarti.

Il legno d'improvviso
mi recò il tuo contatto,
la mandorla m'annunciava
la tua morbidezza concreta,
finché si chiusero
le tue mani sul mio petto
e lì come due ali
terminarono il loro viaggio
 

 
Alba felice
Juan Ramòn Jiménez
 
L'anima, amore, grazie a te è coscienza,
per te il mio corpo si fa tutto cuore.
È come in primavera un cielo azzurro
In cima a un albero colmo di fiori.

Sole nuovo di gioia, quel che penso
Dora e inazzurra, accanto a lei e lontano,
il fiore candido di quanto sento
lungi e vicino alla luce celeste.

Ma tu, amore, non sei lì, né fuori;
il mio fiore ti guarda come il cielo;
tu sei lo stesso fiore, sei l'essenza,
come il cielo dell'albero, del cuore.
 

 
Sei bella come...
Juan Ramòn Jiménez
 
Sei bella come
è bello il prato tenero dietro l'arcobaleno
nel tacito meriggio d'acqua e sole,
come i riccioli della primavera
nel sole dell'aurora,
l'avena fine della staccionata
contro il sole calante dell'estate,
come i tuoi occhi verdi e il mio riso vermiglio,
Il mio profondo cuore e il mio amoroso palpito.
 

 
Istanti
Jorge Luis Borges
 
Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita

nella prossima cercherei di fare più errori

non cercherei di essere tanto perfetto,

mi negherei di più,

sarei meno serio di quanto sono stato,

difatti prenderei pochissime cose sul serio.

Sarei meno igienico,

correrei più rischi,

farei più viaggi,

guarderei più tramonti,

salirei più montagne,

nuoterei più fiumi,

andrei in posti dove mai sono andato,

mangerei più gelati e meno fave,

avrei più problemi reali e meno immaginari.

Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente

e precisamente ogni minuto della sua vita;

certo che ho avuto momenti di gioia

ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.

Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,

solo di momenti, non ti perdere l'oggi.

Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,

una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute;

se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera

e continuerei così fino alla fine dell'autunno.

Farei più giri nella carrozzella,

guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,

se avessi un'altra volta la vita davanti.

Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.



 
Mi batteva il cuore; svelto, a cavallo!
Wolfgang Goethe
 
Mi batteva il cuore; svelto, a cavallo!
E via! Con l'impeto dell'eroe in battaglia.
La sera cullava già la terra,
e sui monti si posava la notte;
se ne stava vestita di nebbia la quercia,
gigantesca guardiana, là
dove la tenebre dai cespugli
con cento occhi neri guardava.

Da un cumulo di nubi la luna
sbucava assonnata tra le nebbie;
i venti agitavano le ali sommesse,
sibilavano orridi al mio orecchio;
la notte generava migliaia di mostri,
ma io mille volte più coraggio avevo;
il mio spirito era un fuoco ardente,
il mio cuore intero una brace.

Ti vidi, e una mite gioia
passò dal tuo dolce sguardo su di me;
fu tutto per te il mio cuore,
fu tuo ogni mio respiro.
Una rosea primavera
colorava l'adorabile volto,
e tenerezza per me, o numi,
m'attendevo, ma meriti non avevo.

L'addio, invece, mesto e penoso.
Dai tuoi occhi parlava il cuore;
nei tuoi baci quanto amore,
oh che delizia, e che dolore!
Partisti, e io restai, guardando a terra,
guardando te che andavi, con umido sguardo;
eppure, che gioia essere amati,
e amare, o numi, che gioia!
 

 
La trombettina
Corrado Govoni
 
Ecco che cosa resta

di tutta la magia della fiera:

quella rombettina,

di latta azzurra e verde

che suona una bambina

camminando, scalza, per i campi.

Ma, in quella nota sforzata,

ci son dentro i pagliacci bianchi e rossi,

c'è la banda d'oro rumoroso,

la giostra con i cavalli, l'organo, i lumini.

Come nel sgocciolare della gronda

c'è tutto lo spavento della bufera

la bellezza dei lampi e dell'arcobaleno,

nell'umido cerino d'una lucciola

che si fa su una foglia di brughiera,

tutta la meraviglia della primavera.



 
La sera fiesolana
Gabriele D'Annunzio
 
Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscío che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
silenzioso e ancor s'attarda a l'opra lenta
su l'alta scala che s'annera
contro il fusto che s'inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la Luna è prossima a le soglie
cerule e par che innanzi a sé distenda un velo
ove il nostro sogno si giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.

Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pè tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l'acqua del cielo!

Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,
commiato lacrimoso de la primavera,
su i gelsi e su gli olmi e su le viti
e su i pini dai novelli rosei diti
che giocano con l'aura che si perde,
e su 'l grano che non è biondo ancóra
e non è verde,
e su 'l fieno che già patì la falce
e trascolora,
e su gli olivi, su i fratelli olivi
che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti.

Laudata sii per le tue vesti aulenti,
o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora!

Io ti dirò verso quali reami
d'amor ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne e l'ombra de gli antichi rami
parlano nel mistero sacro dei monti;
e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
s'incúrvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché la volontà di dire
le faccia belle
oltre ogni uman desire
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l'anima le possa amared'amor più forte.

Laudata sii per la tua pura morte
o Sera, e per l'attesa che in te fa palpitare
le prime stelle!

(Capponcina di Settignano, 17 giugno 1899)


 
Il gioco del silenzio
Guido Gozzano
 
Non so se veramente fu vissuto
quel giorno della prima primavera.
Ricordo - o sogno? - un prato di velluto,
ricordo - o sogno? - un cielo che s'annera,
e il tuo sgomento e i lampi e la bufera
livida sul paese sconosciuto...

Poi la cascina rustica sul colle
e la corsa e le grida e la massaia
e il rifugio notturno e l'ora folle
e te giuliva come una crestaia,
e l'aurora ed i canti in mezzo all'aia
e il ritorno in un velo di corolle...

- Parla! - Salivi per la bella strada
primaverile, tra pescheti rosa,
mandorli bianchi, molli di rugiada...
- Parla! - Tacevi, rigida pensosa
della cosa carpita, della cosa
che accade e non si sa mai come accada...

- Parla! - seguivo l'odorosa traccia
della tua gonna... Tutto rivedo
quel tuo sottile corpo di cinedo,
quella tua muta corrugata faccia
che par sogni l'inganno od il congedo
e che piacere a me par che le spiaccia...

E ancor mi negasti la tua voce
in treno. Supplicai, chino rimasi
su te, nel rombo ritmico e veloce...
Ti scossi, ti parlai con rudi frasi,
ti feci male, ti percossi quasi,
e ancora mi negasti la tua voce.

Giocosa amica, il Tempo vola, invola
ogni promessa. Dissipò coi baci
le tue parole tenere fugaci...
Non quel silenzio. Nel ricordo, sola
restò la bocca che non diè parola,
la bocca che tacendo disse: Taci!...


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 Message 18 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 3/10/2007 10:48 PM

                        

 


 

        
 

EMOZIONI
~ Gino Rodi ~

Nell’acquario siderale dello sguardo
frammenti d’immagini azzurre.
Attraverso cristalli di lacrime
ho visto la grandezza del cielo
e la luce delle parole mai dette.
La speranza mi vestì da maschera
a camminare il credo del cuore,
ma nelle fiamme, abbandonate dal sole,
le vibrazioni raschiavano il silenzio
per la cieca libertà del vivere.
Poi, vidi la verità.
Stava seduta sulla nuda roccia
come un’amante segreta
a tracciare sentieri d’infinito.
Il cielo, aperto al nuovo domani,
m’apparve con i colori dell’arcobaleno,
si soffermò nel vento dell’ignoto
e incominciò a ricacciare le paure
per abbracciare la purezza
e l’ingenua incoscienza degli eroi.
Chimiche reazioni si fecero insistenti
per divenire sabbia già caduta
dalla parte più bassa della clessidra.

GABBIANO
 ~ Esther Ciulla ~


Ascolta gabbiano,
aspetta un momento, un attimo solo !
Sono io che ti chiamo,
sono io che rapita,
guardandoti in volo
invano le mani protendo
a prenderti l'ali...
Oh gabbiano, potessi io
lontano volare,
perdermi in orizzonti perlati,
potessi come te seguire l'onda
di mari infiniti,
cullarmi nel cielo coi venti !
Potessi io, ubriaca di sole
vagare stordita,
gustare appagata lo spazio
nei mari e nei cieli
e riprendere vita.

AGRODOLCE
~ Roberto Perin ~

Il mondo perfetto,
ideale: i ricordi.

Voglio vivere solo di piaceri,
il lampo di un bacio,
il fruscio di una carezza,
il temporale di una passione.

Ricordi di bimbo,
gli attimi di fantasia,
in sfide con il sole
nell'inventare ombre cinesi,
le urla nella notte
per spaventare i fantasmi.

In me bimbo,
in me uomo,
in me futura anima,
il desiderio di un mondo
senza ombre.

Voglio trasformare
la realtà in ricordo,
un ricordo eterno.
Giochi, fantasie e realtà,
in un perfetto mondo dei ricordi.

Voglio vivere il presente
al suono delle campane,
per vestirlo a festa
e portarlo nel mio
mondo perfetto.

Ricordi di baci,
ricordi d'amore,
ricordi...
che brilleranno per
l'eternità.

DESIDERI
~ Raffaella Cosentino ~

Voglio correre
oltre il buio
e smarrirmi nella luce.
Voglio bere
la rugiada delle foglie
e bagnarmi di un sorriso.
Vosglio ascoltare Brahms
e danzare
con l'anima in delirio.
Voglio raccogliere
un grappolo di stelle
e appenderlo
alla porta del tempo.
Voglio scrivere
una canzone d'amore
e ascoltarla
nella voce del silenzio.
Voglio rimanere
me stessa
nella folle corsa
dei miei giorni,
pagine bianche
da riempire a matita...


ALLA VITA
~ Nazim  Hikmet ~

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non é uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla é più bello, più vero della vita.

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

Felice


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 Message 19 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 3/14/2007 12:46 AM
 

     





     





     





     





     


 

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 Message 20 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 3/19/2007 10:57 AM

C'era una volta un giovane innamorato di una stella.
In riva al mare tendeva le braccia e adorava la stella.
La sognava e le rivolgeva i suoi pensieri.
Ma sapeva, o credeva di sapere,
che le stelle non possono essere abbracciate dall'uomo.
Considerava il suo destino amare senza speranza un astro.
Su questo pensiero costruì un poema di rinunce e di mute
sofferenze che dovevano purificarlo e renderlo migliore.
Tutti i suoi sogni però continuavano a essere rivolti
alla stella.
Una notte si trovava di nuovo su un alto scoglio in riva
al mare e stava a guardare la stella ardendo d'amore.
Nel momento di maggior desiderio, spiccò un balzo
nel vuoto per andare incontro alla stella.
Ma nell'attimo stesso in cui si librava nel balzo,
un pensiero gli attraversò la mente:
-no, impossibile che la raggiunga!
E così cadde, perchè non sapeva amare.
Se mentre si trovava nel vuoto avesse avuto la forza di
credere fortemente nel suo amore, sarebbe di certo
volato in alto.
L'amore non deve contemplare e nemmeno pretendere.
L'amore deve avere la forza di diventare certezza
dentro di sè.

Tratto da  "Notte infinita"  di R. Battaglia.

 

 AMORE


Quando amore ti chiama , segui il segno,anche se sale ripido il sentiero.
E quando le sue ali ti avvolgono,abbandonati,anche se tra le piume ti ferisse una lama.
E quando amore parla non indugiare a credergli,anche se la sua voce sconvolgesse i tuoi sogni come il vento del nord spazza il giardino.
Poiché amore incorona e amore inchioda a una croce.
Come ti cresce amore,amore sfronda i tuoi rami.
Come ascende al tuo culmine e carezza le più tenere punte che tremolano al sole cosi discende alle radici a scuotere nel loro estremo sforzo
di aggrapparsi alla terra.
Come fasci di grano ti raccoglie.
Ti trebbia per scoprirti fino alla nudità.
Ti setaccia per renderti libero dalle scorie.
Ti macina e ti apre nell’ultimo candore.
Con le sue mani ti lavora fino alla tua estrema tenerezza,poi ti espone alla sacra fiamma sua,
perché tu sia pane sacro alla sacra festa di Dio.
Tutto questo farà,perché tu possa conoscere i segreti del tuo cuore,e illuminato diventare frammento del cuore della vita.
Ma se hai paura e cerchi solo pace e piacere nell’amore,meglio per te coprirti e andartene dall’aia del mondo desolato di stagioni,
la riderai ma non tutto il tuo riso, la piangerai,ma non l’ultima lacrima.
L’amore non da altro che se stesso,e solo di se�?prende.
Amore non possiede,perché all’amore amore solo basta.
Quando ami non dire :”ho Dio nel cuore�?ma:”sono in cuore aDio�?
E non pensare di poter dirigere i passi dell’amore,perché amore,se ti ritiene degno,dirigerà i tuoi passi.
Realizzarsi,l’amore altro non chiede.
Ma se il tuo amore chiede,siano queste le tue domande:confluire come acqua,e correre e cantare melodia alla notte.
Conoscere la pena di troppa tenerezza .
Ferirsi della luce che rivela amore,e versare il sangue della gioia;svegliarsi all’alba con le al cuore rendendo grazie per questo oggi d’amore,
sostare a mezzogiorno nell’estasi amorosa,tornare a sera con l’animo grato e addormentarsi con una preghiera per l’amato nel cuore e sulle
labbra un cantico di lode.


Gibran

 

 

 UN SILENZIO CHE PARLA.

 

Se ascolti il silenzio ti porta la voce degli uomini:
pensieri nascosti,desideri irrealizzati,dialoghi segreti�?
Mentre te ne stai tranquillo a pensare ti porta il “ti voglio bene�?di due innamorati
che frenano il loro amore per renderlo più saldo,
ti porta il grido della mamma cui la droga ha preso il figlio,
ti porta i desideri dell’ingeniere che usa la sua intelligenza per il bene comune,
anziché per il suo interiore privato.
Se ascolti il silenzio impari ad amarlo per queste voci.

 

 

 

CONTEMPLARE anziché POSSEDERE


E' solo un fiore di campo poco più di un filo d'erba
ma ha rapito il mio sguardo con il suo colore e il suo profumo.
Lo vorrei cogliere come se tenerlo tra le mani mi rendesse più ricco di bellezza.
Se lo cogliessi, colore e profumo svanirebbero presto.
Bisogna imparare a contemplare ciò che è bello,
gioirne senza volerlo possedere.

 

 

La felicità, amico, è ovunque, sui monti e nelle valli, nei fiori e nei cristalli »
Hermann Hesse .

 SOGNO DI LIBERTA'


�?niente sarà obbligato né proibito
tutto sarà permesso
perfino giocare coi rinoceronti e
passeggiare di pomeriggio
con una immensa begonia all'occhiello.
…non sarà più in uso la parola "libertà"
perché la libertà
sarà qualcosa di vivo e trasparente
come un fuoco o un fiume o il seme del grano
e la sua casa sarà per sempre
il cuore dell'uomo.
una cosa sola sarà proibita
amare senza amore.

De MELLO.

La vita è fatta di attimi,
come questo che stiamo vivendo.
Tutto passa e il presente è solo un soffio
che subito diventa passato mentre poco
prima era futuro.
Noi tutti scriviamo attimo per attimo la nostra storia
e ciò che scriviamo, a differenza del tempo,
rimane per sempre.

R Battaglia.

 

Io so bene che dentro la mia stanza
c'è un amico invisibile,
non si rivela con qualche movimento
né parla per darmi una conferma.

Non c'è bisogno che io gli trovi posto:
è una cortesia più conveniente
l'ospitale intuizione
della sua compagnia.

La sola libertà che si concede
è di essere presente.
Né io né lui violiamo con un suono
l'integrità di questa muta intesa.

Non non potrei mai stancarmi di lui:
sarebbe come se un atomo ad un tratto
si annoiasse di stare sempre insieme
agli innumerevoli elementi dello spazio.

Ignoro se visti anche altri,
se rimanga con loro oppure no.
Ma il mio istinto lo sa riconoscere:
il suo nome è Immortalità.


Emily Dickinson

 

C’era una volta un ragazzo con un pessimo carattere.
 Suo padre gli dà un sacchetto pieno di chiodi e gli dice di piantarne uno nella
palizzata del giardino ogni volta che perde la pazienza e/o che bisticcia con qualcuno.
Il primo giorno ne pianta 37 nella palizzata del giardino.
 Le settimane seguenti, impara a controllarsi e i numeri dei chiodi piantati nella palizzata
diminuisce di giorno in giorno: scopre che è più facile imparare a controllarsi che piantare
i chiodi.
Finalmente, arriva il giorno in cui il ragazzo non pianta
 nessun chiodo nella palizzata.
Allora va dal padre e gli dice che oggi non ha avuto
 bisogno di piantare nessun chiodo.
Suo padre allora gli dice di levare un chiodo dalla palizzata per ogni giorno
 che riesce a non perdere la pazienza.
I giorni passano e finalmente il ragazzo può dire al padre che ha
levato tutti i chiodi dalla palizzata.
Il padre conduce il figlio davanti alla palizzata e gli dice:
« Figliolo, ti sei comportato bene ma guarda quanti buchi hai lasciato nella palizzata »
Non sarà mai come prima.
Quando litighi con qualcuno e gli dici delle cose cattive,
gli lasci delle ferite come queste.
Puoi infilzare un uomo con un coltello, e poi toglierlo,
 ma lascerai sempre una ferita. 
Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà.
Una ferita verbale fà altrettanto male di una fisica.
Gli amici sono dei gioelli rari, ti fanno sorridere e ti incoraggiano.
Sono pronti ad ascoltarti quando hai bisogno,
ti sostengono e ti aprono il loro cuore.
Mostra ai tuoi amici quanto li ami.

Per finire: « Una bella cosa nell’amicizia e di sapere a chi confidare un segreto »
(Alessandro Manzoni)
 

 

Abbi cura di te...

Ogni volta in cui, crescendo, avrai voglia di cambiare le cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi, la prima e la più importante.

Lottare per un'idea senza avere un'idea di sé è una delle cose più pericolose che si possano fare.

Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere.

Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento.

Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e di frutti.

E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta.

Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore.

Quando poi ti parla, alzati e va' dove lui ti porta.

(Susanna TAMARO)

 

L'ONDA

Io e la spiaggia siamo due innamorati e veniamo avvicinati dall'amore e separati dall'aria.
Provengo da dietro l'orizzonte azzurro per
mischiare la mia spuma argentea con l'oro della sua sabbia
e rinfresco il calore del suo cuore con le mie limpide acque.
All'alba recito le leggi dell'amore nelle orecchie del mio
amore ed essa mi stringe forte al suo petto; di sera mi incanta con la preghiera della nostalgia
ed essa mi bacia.
Io sono insistente e il mio cuore è paziente.
Quando arriva l'alta marea io abbraccio il suo cuore,
e quando arriva la bassa io cado ai suoi piedi.
Nella quiete della notte,quando le creature abbracciano la brezza del sonno,noi
rimaniamo svegli ed incantati,sospirando ed esclamando.
La veglia ci ha distrutti però noi ci amiamo e la verità dell'amore
sta nel risveglio.

Gibran 

 

STORIA DI UNA CAPINERA

Avevo visto una povera capinera chiusa in gabbia:era timida,
triste,malaticcia ci guardava con occhio spaventato;si rifugiava
in un angolo nella sua gabbia,e allorché udiva il canto allegro degli
altri uccelletti che cinguettavano sul verde del prato o nell'azzurro
del cielo,li seguiva con uno sguardo che avrebbe potuto dirsi pieno di lagrime.
Ma non osava ribellarsi,non osava tentare di rompere il
fil di ferro che la teneva carcerata.
Eppure i suoi custodi,le volevano bene,cari bambini che si trastullavano col
suo dolore e le pagavano la sua malinconia con miche di pane e
con parole gentili.
La povera capinera cercava di rassegnarsi,la meschinella;
non era cattiva;non voleva rimproverarli neanche col suo dolore,
poiché tentava di beccare tristemente quel miglio e quelle miche di pane;
ma non poteva inghiottirle.
Dopo due giorni chinò la testa sotto l'ala e l'indomani fu
Trovata stecchita nella sua prigione.
Era morta perchè in quel corpicino c'era qualche cosa che non si
nutriva soltanto di miglio,e che soffriva qualche cosa oltre la fame e la sete.

Giovanni Verga 

 

Brano tratto dalla lode per Santa Cecilia (1692) di Nicholas Brady.

Questa è la voce della natura
Che parla attraverso il moto delle creature del bosco
Universale è la sua lingua
Conosciuta da tutte le genti.
Da lei si impara l'arte che ha il potere
Di blandire l'orecchio e far battere il cuore,
e di far sì che la passione si esprima e commuova.
Ascoltiamo, lottiamo,
soffriamo, odiamo,
gioiamo e amiamo.
In invisibili catene
La fantasia si imbriglia,
i sensi sono affascinati e la mente è perduta.

 


Reply
 Message 21 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 3/19/2007 12:20 PM
 
 

 
 
 
                 
 
 
 
 
 
CIO' CHE RESTA
Antonia Tursi
 
E si parlava, un tempo,
con tutti delle stesse cose,
l'annata, il vino,
la gelata,
mio padre
ai buoi
pure lui parlava
di quel rovo
cresciuto attorno al melo
e che tagliava
perché non danneggiasse
il seminato.
Nella nebbia spessa di novembre
parlava mio padre,
solo:
piantava nella terra
anche i pensieri
e la semente
che non germogliava�?BR>Colpa del rovo,
lui diceva.
Alcuni anni
e tutto ciò che resta
non è più il melo
e niente seminato
solo quel rovo,
ormai ha invaso il campo,
scioglie piccoli cristalli
dentro il cuore.
 
IO NON VOGLIO DIVENTARE VECCHIO
Davide Rondoni
 
Io non voglio diventare vecchio
perché lo sono già stato mille volte
e so già il buio e quella vile tempesta.
Ora che piango come vidi
pianger mio padre, la stessa ruga e la testa
abbattuta, piena di sgomento,
imparo che la giovinezza
non corre nelle sorprese
del sangue ma nello sguardo che un vento
strappa da terra
per vedere in questo duro paese
l'infinita somiglianza tra Dio
e il viso di lei tutte le sere, i rami
nudi contro il cielo, il vino
fermo nel bicchiere...

A MIO PADRE
Alfonso Gatto
 
Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l'ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s'accenda
di speranze di poveri di cielo
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo nome è un sogno.
Ora alla terra è un'ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
"Com'è bella la notte e com'è buona
ad amarci così con l'aria in piena
fin dentro il sonno". Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgente a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l'alba
.

PADRE, ANCHE SE...
Camillo Sbarbaro
 
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso, egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
che la prima viola sull'opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell'altra volta mi ricordo
che la sorella, mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando.
(la caparbia avea fatto non so che)
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura, ti mancava il cuore:
chè avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata,
tu vacillante l'attiravi al petto
e con carezze dentro le tue braccia
avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch'era il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.
 
Flower1m8Flower1m7Flower1m3Flower1m2Flower1m8Flower1m7Flower1m3Flower1m2Flower1m8Flower1m7
 
 
 

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 Message 22 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 3/27/2007 6:31 PM
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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 Message 23 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 4/23/2007 12:23 AM

Martin Luter King

"Se non potete essere un pino sulla vetta del Mondo,
siate un cespuglio nella Valle,
ma siate il miglior piccolo cespuglio sulla sponda del ruscello.
Siate un cespuglio se non potete essere un albero.
Se non potete essere una via maestra, siate un sentiero.
Se non potete essere il sole, siate una stella.
NON CON LA MOLE VINCETE O FALLITE.
Cercate ardentemente di scoprire a che cosa siete chiamati, e poi
mettetevi a farlo appassionatamente.
SIATE COMUNQUE SEMPRE IL MEGLIO DI QUALSIASI COSA SIATE"

 

poesie, le citazioni e i racconti che danno un senso all' Infinito...</ALIGN>

L'Infinito (Giacomo Leopardi)  La Felicità...
Trova tempo (preghiera irlandese) I doni che non costano niente...
Da "L'attimo fuggente" (1989) C'era una volta...
 Hemann Hesse (Ti Prego) La lezione della farfalla
(Richard Bach) Eleanor Roosevelt
Hermann Hesse (da "Siddharta") Martin Luter King
Hermann Hesse (da "Sull'amore") L'isola dei sentimenti
Paolo Coelho I due Angeli
William Shakespeare Un giorno...
Un Sorriso (anonimo francescano) Madre Teresa di Calcutta
(Anonimo Brasiliano) Madre Teresa di Calcutta
Le quattro candele Amore e Pazzia
Il cielo dell'anima Joseph Rudyard Kipling (la mia preferita)
Ci siam... Come si mantiene un'amicizia
Oriah  Mountain Dreamer Sempre e per Sempre

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 Message 24 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 4/23/2007 3:00 AM
 

21 aprile 2007

 

Ti han scovata, Mascherina,

per sei mesi hai giocato

hai giocato a nascondino.

E noi tutti aspettavamo

di sapere chi eri Tu.

Una Bimba è stato detto,

una Principessa sotto il tetto

trepidanti ora aspettiamo.

Il Tuo Papà, Fabrizio mio,

mi fa un Dono grande grande,

con la Tua buona Mamma.

E con Luca, Bimba mia

darai luce alla mia Vita.

Sei il miracolo della Vita,

un miracolo annunciato,

un miracolo già provato,

ma che mi lascia sempre stupita.

Tante coccole questa Nonna

Ti darà quando verrai,

tante coccole Ti farò

pur se lontano abiterai.

Principessa, mia piccina,

arriva presto a far moina,

che noi tutti qui Ti amiamo già.

la Tua Nonna


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 Message 25 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 4/23/2007 3:15 AM

 

21 aprile 2007

Ti han scovata, Mascherina,

per sei mesi hai giocato

hai giocato a nascondino.

E noi tutti aspettavamo

di sapere chi eri Tu.

Una Bimba è stato detto,

una Principessa sotto il tetto

trepidanti ora aspettiamo.

Il Tuo Papà, Fabrizio mio,

mi fa un Dono grande grande,

con la buona Mamma Tua .

E con Luca, Bimba mia,

darai luce alla mia Vita.

Sei il miracolo della Vita,

un miracolo annunciato,

un miracolo già provato,

ma che mi lascia sempre stupita.

Tante coccole questa Nonna

Ti darà quando verrai,

tante coccole Ti farò

pur se lontano abiterai.

Principessa, mia piccina,

arriva presto a far moina,

che noi tutti qui già Ti amiamo.

la Tua Nonna

 

                                                   

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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 Message 26 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 4/28/2007 11:37 PM
 
 

 

 

The

the poetry in music

 

 

                      

 

 

 


 

 

 

 

           

 

I will

I call

 

 

                                

 

 

MY

 

 

 

 

 

 
 
 

 

* from the album: FLY - of SUGAR *

 

 

 

The

My

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The




How


 

MY

 

 

 

 

 

 BERS   

One
 

Because

 

 

 

 

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Nocturne




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MY

 

 

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 Message 27 of 27 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 5/29/2007 3:05 AM
 

QUANDO QUARANTA INVERNI...

  

Quando quaranta inverni avranno aggredito la tua fronte

e scavato fonde trincee nel campo della tua bellezza,

la superba veste della tua gioventù or tanto ammirata,

sarà considerata un cencio di nessun valore:

se allora ti venisse chiesto dove giace il tuo fascino

e dove si è perso l'amore dei tuoi ruggenti giorni,

ammettere che è in fondo ai tuoi occhi incavati

sarebbe penosa vergogna ed inutile vanto.

Qual maggior lode avrebbe l'uso della tua bellezza

se tu potessi rispondere: "Questa mia bella creatura

pareggia il mio conto e giustifica la mia vecchiaia"

dimostrando che è tua la sua bellezza ereditata!

Questo sarebbe rinnovarti quando sarai vecchio

e veder caldo il tuo sangue quando il tuo sarà freddo.

 

 

Guardati allo specchio e di' al volto che vedi

che è ormai tempo per quel viso di crearne un altro,

se non rinnovi ora la sua giovane freschezza

inganni il mondo e rinneghi la gioia d'ogni madre.

Vi è forse donna tanto pura il cui illibato grembo

disdegni il seme della tua virilità?

O forse uomo tanto folle da voler essere la tomba

del suo proprio amore per non aver progenie?

Tu sei lo specchio di tua madre e come lei in te

ricorda il leggiadro Aprile della sua primavera,

così dai vetri del tuo crepuscolo tu rivedrai

a dispetto delle rughe, questo tuo tempo d'oro.

Ma se invece vuoi vivere senza esser ricordato,

muori celibe e la tua immagine morirà con te.

                                                                 "William Shakespeare"


 

 

LA VOCE A TE DOVUTA

 

Il modo tuo d'amare è lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni è il silenzio.
I tuoi baci sono offrirmi le labbra perchè io le baci.
Mai parole o abbracci mi diranno che esistevi e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi, mappe, telefoni, presagi; tu, no.
E sto abbracciato a te senza chiederti nulla,
per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire con domande, con carezze,
quella solitudine immensa d' amarti solo io.

                                                                                        Pedro Salinas

 

 

Amo in te

Amo in te

l'avventura della nave che va verso il polo

amo in te

l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte

amo in te le cose lontane

amo in te l'impossibile

entro nei tuoi occhi come in un bosco

pieno di sole

e sudato affamato infuriato

ho la passione del cacciatore

per mordere nella tua carne.

 

Amo in te l'impossibile

ma non la disperazione.

                                                                 Nazim Hikmet

 

ISTANTI

 

Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita

nella prossima cercherei di fare più errori

non cercherei di essere tanto perfetto,

mi negherei di più,

sarei meno serio di quanto sono stato,

difatti prenderei pochissime cose sul serio.

Sarei meno igienico,

correrei più rischi,

farei più viaggi,

guarderei più tramonti,

salirei più montagne,

nuoterei più fiumi,

andrei in posti dove mai sono andato,

mangerei più gelati e meno fave,

avrei più problemi reali e meno immaginari.

Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente

e precisamente ogni minuto della sua vita;

certo che ho avuto momenti di gioia

ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.

Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,

solo di momenti, non ti perdere l'oggi.

Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,

una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute;

se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera

e continuerei così fino alla fine dell'autunno.

Farei più giri nella carrozzella,

guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,

se avessi un'altra volta la vita davanti.

Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.

                                                                                       Jorge Luis Borges

 

PERCHE' TU POSSA ASCOLTARMI

Perchè tu possa ascoltarmi

le mie parole

si fanno sottili, a volte,

come impronte di gabbiani sulla spiaggia.

Collana, sonaglio ebbro

per le tue mani dolci come l'uva.

E le vedo ormai lontane le mie parole.

Più che mie sono tue.

Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.

Così si aggrappano alle pareti umide.

E' tua la colpa di questo gioco cruento.

Stanno fuggendo dalla mia buia tana.

Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.

Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,

e più di te sono abituate alla mia tristezza.

Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti

perchè tu le ascolti come voglio essere ascoltato.

Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.

Tempeste di sogni possono talora abbatterle.

Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.

Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.

Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.

Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.

Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.

Tutto ti prendi tu, tutto.

E io le intreccio tutte in una collana infinita

per le tue mani bianche, dolci come l'uva.

                                                                             "Pablo Neruda"

 


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