MSN Home  |  My MSN  |  Hotmail
Sign in to Windows Live ID Web Search:   
go to MSNGroups 
Free Forum Hosting
 
Important Announcement Important Announcement
The MSN Groups service will close in February 2009. You can move your group to Multiply, MSN’s partner for online groups. Learn More
WEB' GRAPHICA dilettanti[email protected] 
  
What's New
  
  Messaggi  
  General  
  chiacchierata  
  Pictures  
  immagini animate  
  Calendario  
  Documents  
  Collegamenti  
  sfondi e altro  
  s.valentino  
  pasqua e altri  
  PASQUA  
  L'AUTUNNO  
  Bentornato AUTUNNO!  
  festività ed argomenti specifici  
  hALLOWEEN  
  NATALE ANNONUOVO  
  La tua pagina Web  
  Natale 1  
  natale  
  NATALE  
  anno nuovo  
  Anno Nuovo  
  anno nuovo 1  
  befana streghe  
  san valentino  
  8 marzo  
  pasqua  
  S. VALENTINO  
  PRIMAVERA  
  carnevale  
  ROMA  
  RICORRENZE  
  STAGIONI  
  estate  
  gestori  
  YouTube  
  frasi SCRITTEetc  
  logo firma  
  fiori  
  festa del papà  
  festa dell mammA  
  VARISSIMI  
  SITI VARI  
  glitters animaz  
  web SETS  
  divisori bottonI  
  poesie TESTI  
  musica balli ...  
  giorn mes ALFABE  
  numeri alfabet  
  SCENARI  
  frasi, saluti  
  alimenti bevande  
  BAMBINI  
  smiles  
  bravo  
  ITALIA-CITTA'  
    
  
  
  Tools  
 
General : Roma
Choose another message board
 
     
Reply
 Message 1 of 3 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_Angela  (Original Message)Sent: 3/9/2007 11:50 AM

Vista dell'estremità Est - 1872

Vista da S.E. con Ponte Rotto

 

L'Isola Tiberina sorge nel mezzo del fiume Tevere a Roma: guado naturale, fu determinante per il costituirsi di insediamenti stabili sulle alture circostanti.
L'isola Tiberina (detta anche Lycaonia, di S. Bartolomeo, dei Due Ponti) fu anticamente chiamata semplicemente Insula oppure "Insula inter duos pontes"; successivamente fu detta anche "Lycaonia" nel medioevo (forse per la presenza sul Ponte Cestio di una statua rappresentante questa regione dell'Asia Minore, che divenne provincia nel 373 d.C.) e "di S. Bartolomeo" (dal nome della chiesa) nel '600-'700.
Dovuta, secondo la leggenda, all'accumulo di fango sulle messi di Tarquinio il Superbo gettate nel Tevere dai Romani quando lo cacciarono, è in realtà tufacea, come i vicini colli.
Guado naturale, fu determinante per il costituirsi di insediamento stabili sulle alture circostanti e venne collegata alla terraferma da due ponti verosimilmente dapprima lignei e poi (sec. I) in muratura (gli attuali ponti Fabricio e Cestio), uniti da una via (vicus Censorii).
Luogo di culto per varie divinità, fu dedicata principalmente al dio della medicina Esculapio, il cui serpente, portato a Roma da Epidauro per debellare la peste del 293 a.C., saltando dalla nave che lo trasportava avrebbe ridisceso il Tevere dai Navalia del Campo Marzio fino all'isola scomparendo poi nel luogo dove fu costruito il nuovo tempio, inaugurato nel 289 a.C. Attorno al tempio, come ad Epidauro, dovevano sorgere dei portici destinati al ricovero dei fedeli malati, ed è certamente singolare che l'isola abbia continuato ad essere luogo di cura e sede di un ospedale attraverso il Medioevo fino ai nostri giorni.

 

Vista dell'estremità est - 1935

 

Altri santuari minori occupavano il lato settentrionale dell'isola: quelli di Fauno e di Veiove, dedicati ambedue nel 194 a.C., erano probabilmente vicini tra loro; un sacello di Iuppiter Iurarius (garante del giuramento) sorgeva in corrispondenza della chiesetta di S. Giovanni Calibita, dove fu scoperto un mosaico con il nome della divinità. Da un'iscrizione si deduce anche il culto di Bellona, detta Insulensis.
La leggenda e il profilo dell'isola suggerirono la sistemazione del perimetro esterno in forma di nave da guerra, con arginature e terrapieno attrezzate per gli ormeggi e con un obelisco come albero maestro, due frammenti del quale sono conservati nel Museo Nazionale di Napoli ed un terzo a Monaco. Era interamente costruita in travertino, lunga in asse 280 m., larga 76.

Nel Medioevo lo spoglio e il generale degrado del fiume ne alterarono la fisionomia con la formazione per distacco di un isolotto verso monte (rinsaldato nel 1791); alla fine del '500 la tradizione sanitaria dell'isola, favorita anche dalla presenza di una fonte d'acqua ritenuta salutare, fu rinverdita con la costruzione del primo nucleo dell'ospedale (1548) e tutta l'area divenne lazzaretto durante la peste del 1656.
Profondamente alterata dalla sistemazione degli argini alla fine dell'800 (quando se ne ipotizzò l'eliminazione), dalla manomissione del
ponte Cestio e dalla ricostruzione dell'ospedale, ha però mantenuto il carattere di appartato luogo di cura e di culto.
L'estremità a monte della banchina è stata recentemente allungata collegandola al pilone centrale del
ponte Garibaldi per meglio regolarizzare il flusso delle acque.

 

Vista dell'estremità Est (anni '70)

L'isola conserva tuttora la caratteristica forma della nave di Esculapio: sotto la rampa della scala pensile della sede della Polizia Fluviale verso valle si possono notare gli avanzi della sistemazione monumentale, coeva del ponte Fabricio, della punta dell'isola a forma di nave: sui blocchi di travertino che rivestono il nucleo interno in peperino (visibile sotto un'arcata a destra) si riconoscono scolpiti il busto di Esculapio, il serpente arrotolato attorno al bastone, simbolo del dio, e una protome taurina.
Arrivando sull'isola dal
ponte Fabricio si trova a destra la chiesetta di S. Giovanni Calibita affiancata da un piccolo campanile barocco e a sinistra la medievale torre Caetani, potente famiglia romana che aveva trasformato l'isola in un proprio fortilizio; si sbocca quindi nella piazza di S. Bartolomeo al centro della quale si trova la Guglia di Ignazio Giacometti (1869) con coronamento a cuspide e quattro statue di santi (S. Bartolomeo verso la chiesa, poi in senso orario S. Francesco, S. Giovanni di Dio e S. Paolino vescovo) fatta edificare da Pio IX come riportato nell'iscrizione: "PIUS IX PONT.MAX IN COLUMNAE LOCUM QUAE PLAUSTRI IMPETU QUASSATA CONCIDERAT PECUNIA SUA FIERI ERIGIQUE IUSSIT - ANNO CHRISTIANO MDCCCLXIX CONCILIO VATICANO INEUNTE [Pio IX Pontefice Massimo, nel luogo della colonna che era caduta a terra rovinata dall'impatto di un carro, comandò che (questa guglia) fosse costruita e innalzata a sue spese. Anno cristiano 1869, inizio del Concilio Vaticano].

Lato sinistro della Chiesa di S.Bartolomeo - 2003

 


La chiesa di
S. Bartolomeo "de insula", con il suo bel campanile romanico, fa da sfondo alla piazza: fu eretta nel X secolo, ed occupa il luogo del Tempio di Esculapio, dio della medicina, del quale però non rimangono avanzi (ma il pozzo medievale che sta al centro della gradinata del presbiterio potrebbe corrispondere alla fonte sacra che doveva trovarsi nell'area del tempio, dal quale potrebbero provenire anche le quattordici colonne antiche di spoglio che dividono le navate); sul frontone della chiesa è riportata la dedica al santo: "IN HAC BASILICA REQUIESCIT CORPUS S.BARTHOLOMAEI APOSTOLI" [In questa basilica riposa il corpo dell'apostolo S. Bartolomeo].
La parte settentrionale dell'isola è tuttora occupata dall'Ospedale S. Giovanni di Dio o Fatebenefratelli (dall'intercalare dei questuanti) il cui primo nucleo risale al 1548.

 

Momento romantico sulle rive dell'Isola

 

La sorte dell'Isola Tiberina è stata in forse quando, alla fine del '800, dopo la proclamazione di Roma a capitale d'Italia, si decise di dare al Tevere, che spesso rompeva gli argini allagando i quartieri circostanti, una sistemazione definitiva più degna del nuovo ruolo della città.
Tra i vari progetti (uno dei quali prevedeva addirittura l'interramento del ramo sinistro del fiume, per sua natura più statico del destro e tendente all'insabbiamento, con conseguente scomparsa dell'isola e sua annessione alla sponda sinistra del Tevere) fu approvato nel 1875 il progetto Canevari che prevedeva l'imbrigliamento del Tevere tra due "muraglioni" ed in particolare:
-regolarizzazione del corso del fiume nel tratto urbano ad una larghezza costante di 100 m ai piedi dei muraglioni
-conservazione dell'Isola Tiberina abbracciandola con due rami del fiume rispettivamente di 60 m a sinistra e 70 a destra
-allargamento di
ponte Cestio e demolizione del ponte Rotto.
I lavori ebbero inizio nel 1877.
Così scriveva in proposito Luigi Pirandello (da "Pianto del Tevere"):
"
Ma non lo vedrete più com'io lo vidi per Roma, un giorno, il Tevere passare tra i naturali scoscesi lidi. (...) Una prigion di grigie dighe e gravi ponti or l'incassa che le svolte inarena quanto più l'acqua s'abbassa. E secco è il braccio con cui prima quella che dei Due Ponti l'isoletta fu, cingeva come fosse la sua bella."

 

Estremità Est vista dall'estremità Nord di Ponte Palatino -2002



First  Previous  2-3 of 3  Next  Last 
Reply
 Message 2 of 3 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 3/9/2007 12:21 PM
 

R O M A

Lupa

ISOLA TIBERINA

Vista dell'estremità Est - 1872 

 

L'Isola Tiberina sorge nel mezzo del fiume Tevere a Roma: guado naturale, fu determinante per il costituirsi di insediamenti stabili sulle alture circostanti.
L'isola Tiberina (detta anche Lycaonia, di S. Bartolomeo, dei Due Ponti) fu anticamente chiamata semplicemente Insula oppure "Insula inter duos pontes"; successivamente fu detta anche "Lycaonia" nel medioevo (forse per la presenza sul Ponte Cestio di una statua rappresentante questa regione dell'Asia Minore, che divenne provincia nel 373 d.C.) e "di S. Bartolomeo" (dal nome della chiesa) nel '600-'700.
Dovuta, secondo la leggenda, all'accumulo di fango sulle messi di Tarquinio il Superbo gettate nel Tevere dai Romani quando lo cacciarono, è in realtà tufacea, come i vicini colli.
Guado naturale, fu determinante per il costituirsi di insediamento stabili sulle alture circostanti e venne collegata alla terraferma da due ponti verosimilmente dapprima lignei e poi (sec. I) in muratura (gli attuali ponti Fabricio e Cestio), uniti da una via (vicus Censorii).
Luogo di culto per varie divinità, fu dedicata principalmente al dio della medicina Esculapio, il cui serpente, portato a Roma da Epidauro per debellare la peste del 293 a.C., saltando dalla nave che lo trasportava avrebbe ridisceso il Tevere dai Navalia del Campo Marzio fino all'isola scomparendo poi nel luogo dove fu costruito il nuovo tempio, inaugurato nel 289 a.C. Attorno al tempio, come ad Epidauro, dovevano sorgere dei portici destinati al ricovero dei fedeli malati, ed è certamente singolare che l'isola abbia continuato ad essere luogo di cura e sede di un ospedale attraverso il Medioevo fino ai nostri giorni.

 

Vista dell'estremità Est - 1935 

 

Altri santuari minori occupavano il lato settentrionale dell'isola: quelli di Fauno e di Veiove, dedicati ambedue nel 194 a.C., erano probabilmente vicini tra loro; un sacello di Iuppiter Iurarius (garante del giuramento) sorgeva in corrispondenza della chiesetta di S. Giovanni Calibita, dove fu scoperto un mosaico con il nome della divinità. Da un'iscrizione si deduce anche il culto di Bellona, detta Insulensis.
La leggenda e il profilo dell'isola suggerirono la sistemazione del perimetro esterno in forma di nave da guerra, con arginature e terrapieno attrezzate per gli ormeggi e con un obelisco come albero maestro, due frammenti del quale sono conservati nel Museo Nazionale di Napoli ed un terzo a Monaco. Era interamente costruita in travertino, lunga in asse 280 m., larga 76.

 

Vista da Sud Est con Ponte Rotto 

 

Nel Medioevo lo spoglio e il generale degrado del fiume ne alterarono la fisionomia con la formazione per distacco di un isolotto verso monte (rinsaldato nel 1791); alla fine del '500 la tradizione sanitaria dell'isola, favorita anche dalla presenza di una fonte d'acqua ritenuta salutare, fu rinverdita con la costruzione del primo nucleo dell'ospedale (1548) e tutta l'area divenne lazzaretto durante la peste del 1656.
Profondamente alterata dalla sistemazione degli argini alla fine dell'800 (quando se ne ipotizzò l'eliminazione), dalla manomissione del
ponte Cestio
e dalla ricostruzione dell'ospedale, ha però mantenuto il carattere di appartato luogo di cura e di culto.
L'estremità a monte della banchina è stata recentemente allungata collegandola al pilone centrale del
ponte Garibaldi per meglio regolarizzare il flusso delle acque.

 

Vista dell'estremità Est (anni '70) 

 

L'isola conserva tuttora la caratteristica forma della nave di Esculapio: sotto la rampa della scala pensile della sede della Polizia Fluviale verso valle si possono notare gli avanzi della sistemazione monumentale, coeva del ponte Fabricio, della punta dell'isola a forma di nave: sui blocchi di travertino che rivestono il nucleo interno in peperino (visibile sotto un'arcata a destra) si riconoscono scolpiti il busto di Esculapio, il serpente arrotolato attorno al bastone, simbolo del dio, e una protome taurina.
Arrivando sull'isola dal
ponte Fabricio si trova a destra la chiesetta di S. Giovanni Calibita affiancata da un piccolo campanile barocco e a sinistra la medievale torre Caetani, potente famiglia romana che aveva trasformato l'isola in un proprio fortilizio; si sbocca quindi nella piazza di S. Bartolomeo al centro della quale si trova la Guglia di Ignazio Giacometti (1869) con coronamento a cuspide e quattro statue di santi (S. Bartolomeo verso la chiesa, poi in senso orario S. Francesco, S. Giovanni di Dio e S. Paolino vescovo) fatta edificare da Pio IX come riportato nell'iscrizione: "PIUS IX PONT.MAX IN COLUMNAE LOCUM QUAE PLAUSTRI IMPETU QUASSATA CONCIDERAT PECUNIA SUA FIERI ERIGIQUE IUSSIT - ANNO CHRISTIANO MDCCCLXIX CONCILIO VATICANO INEUNTE [Pio IX Pontefice Massimo, nel luogo della colonna che era caduta a terra rovinata dall'impatto di un carro, comandò che (questa guglia) fosse costruita e innalzata a sue spese. Anno cristiano 1869, inizio del Concilio Vaticano].

 

Lato sinistro della Chiesa di S.Bartolomeo - 2003 


La chiesa di
S. Bartolomeo
"de insula", con il suo bel campanile romanico, fa da sfondo alla piazza: fu eretta nel X secolo, ed occupa il luogo del Tempio di Esculapio, dio della medicina, del quale però non rimangono avanzi (ma il pozzo medievale che sta al centro della gradinata del presbiterio potrebbe corrispondere alla fonte sacra che doveva trovarsi nell'area del tempio, dal quale potrebbero provenire anche le quattordici colonne antiche di spoglio che dividono le navate); sul frontone della chiesa è riportata la dedica al santo: "IN HAC BASILICA REQUIESCIT CORPUS S.BARTHOLOMAEI APOSTOLI" [In questa basilica riposa il corpo dell'apostolo S. Bartolomeo].
La parte settentrionale dell'isola è tuttora occupata dall'Ospedale S. Giovanni di Dio o Fatebenefratelli (dall'intercalare dei questuanti) il cui primo nucleo risale al 1548.

 

Estremità Est vista dall'estremità Nord di Ponte Palatino -2002 

 

La sorte dell'Isola Tiberina è stata in forse quando, alla fine del '800, dopo la proclamazione di Roma a capitale d'Italia, si decise di dare al Tevere, che spesso rompeva gli argini allagando i quartieri circostanti, una sistemazione definitiva più degna del nuovo ruolo della città.
Tra i vari progetti (uno dei quali prevedeva addirittura l'interramento del ramo sinistro del fiume, per sua natura più statico del destro e tendente all'insabbiamento, con conseguente scomparsa dell'isola e sua annessione alla sponda sinistra del Tevere) fu approvato nel 1875 il progetto Canevari che prevedeva l'imbrigliamento del Tevere tra due "muraglioni" ed in particolare:
-regolarizzazione del corso del fiume nel tratto urbano ad una larghezza costante di 100 m ai piedi dei muraglioni
-conservazione dell'Isola Tiberina abbracciandola con due rami del fiume rispettivamente di 60 m a sinistra e 70 a destra
-allargamento di
ponte Cestio e demolizione del ponte Rotto
.
I lavori ebbero inizio nel 1877.

 

L'Isola e Ponte Cestio/notturno da Trastevere - 2003 


 

Così scriveva in proposito Luigi Pirandello (da "Pianto del Tevere"):
"
Ma non lo vedrete più com'io lo vidi per Roma, un giorno, il Tevere passare tra i naturali scoscesi lidi. (...) Una prigion di grigie dighe e gravi ponti or l'incassa che le svolte inarena quanto più l'acqua s'abbassa. E secco è il braccio con cui prima quella che dei Due Ponti l'isoletta fu, cingeva come fosse la sua bella."

 

 

Momento romantico sulle rive dell'Isola 


Reply
 Message 3 of 3 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_AngelaSent: 12/16/2007 3:47 AM
 

ROMA CITTA' ETERNA

bucatini alla matriciana

porchetta di ariccia

fiori di zucca

tevere

CIRCO MASSIMO-  i 2 edifici rinascimentali,più chiari,che si vedono sopra i ruderi di colore rossiccio del Palazzo Imperiale,servivano dalla metà del '500 proprio a questo scopo,infatti sono ciò che rimane della villa degli Orti Farnesiani,uno dei primi orti botanici,costruita sulla sommità del Palatino appunto come residenza dove trascorrere le giornate festive in una zona di Roma allora periferica e semidisabitata...

L'area archeologica di Largo Argentina,detta anche area sacra perchè contiene i resti di quattro templi dell'età repubblicana, è frutto delle demolizioni effettuate nel centro storico durante il regime fascista,che se da un lato distrussero ed alterarono irreparabilmente importanti pezzi della Roma medioevale e rinascimentale,fin quasi a snaturare il carattere di parti del centro storico,dall'altro almeno misero in luce e valorizzarono alcune importanti vestigia dell'antica Roma,come in questo caso. In verità quando si iniziarono le demolizioni non era chiaro cosa si sarebbe trovato,e si era progettato di costruire nuovi edifici sopra i ruderi stessi;fu lo stesso Mussolini ad impedire che i suoi sprovveduti seguaci ricoprissero di cemento i resti di Roma antica.

TOMBA DI CECILIA METELLA



Fontana di Trevi







Pantheon






Il Colosseo




Piazza di Spagna






Piazza Navona





Campo dei fiori





Il Vittoriano

ponte cestio

pincio

s.maria in trastevere

piramide cestia

villa d'este