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SALVATORE QUASIMODO ORA CHE SALE IL GIORNO Finita è la notte e la luna si scioglie lenta nel sereno, tramonta nei canali. È cosí vivo settembre in questa terra di pianura, i prati sono verdi come nelle valli del sud a primavera. Ho lasciato i compagni, ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura, per restare solo a ricordarti. Come sei più lontana della luna, ora che sale il giorno e sulle pietre batte il piede dei cavalli! GIA' LA PIOGGIA E' CON NOI Già la pioggia è con noi, scuote l’aria silenziosa. Le rondini sfiorano le acque spente presso i laghetti lombardi, volano come gabbiani sui piccoli pesci; il fieno odora oltre i recinti degli orti. Ancora un anno è bruciato, senza un lamento, senza un grido levato a vincere d’improvviso un giorno. ALLE FRONDE DEI SALICI. E come potevano noi cantare Con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento. UOMO DEL MIO TEMPO Sei ancora quello della pietra e della fionda, Uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, Con le ali maligne, le meridiane di morte, -T'ho visto-dentro il carro di fuoco, alle forche, Alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu, Con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, Senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, Come sempre, come uccisero i padri, come uccisero Gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno Quando il fratello disse all'altro fratello: "Andiamo ai campi." E quell'eco fredda, tenace, È giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue Salite dalla terra, dimenticate i padri: Le loro tombe affondano nella cenere, Gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore. COLORE DI PIOGGIA E DI FERRO Dicevi: morte, silenzio, solitudine; come amore, vita. Parole delle nostre provvisorie immagini. E il vento s'è levato leggero ogni mattina e il tempo colore di pioggia e di ferro è passato sulle pietre, sul nostro chiuso ronzio di maledetti. Ancora la verità è lontana. E dimmi, uomo spaccato sulla croce, e tu dalle mani grosse di sangue, come risponderò a quelli che domandano? Ora, ora: prima che altro silenzio entri negli occhi, prima che altro vento salga e altra ruggine fiorisca.
S'ODE ANCORA IL MARE
Già da più notti s'ode ancora il mare, lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce. Eco d'una voce chiusa nella mente che risale dal tempo; ed anche questo lamento assiduo di gabbiani: forse d'uccelli delle torri, che l'aprile sospinge verso la pianura. Già m'eri vicina tu con quella voce; ed io vorrei che pure a te venisse, ora, di me un'eco di memoria, come quel buio murmure di mare.
SENZA MEMORIA DI MORTE
Primavera solleva alberi e fiumi; la voce fonda non odo, in te perduto, amata.
Senza memoria di morte, nella carne congiunti, il rombo d'ultimo giorno ci desta adolescenti.
Fatta ramo fiorisce sul tuo fianco la mia mano...
FATTA BUIO ED ALTEZZA
Tu vieni nella mia voce: e vedo il lume quieto scendere in ombra a raggi e farti nuvola d'astri intorno al capo. E me sospeso, a stupirmi degli angeli, dei morti, dell'aria accesa in arco.
Non mia; ma entro lo spazio riemersa, in me tremi, fatta buio ed altezza.
IL MIO PAESE E L'ITALIA Più i giorni s'allontanano dispersi e più ritornano nel cuore dei poeti. Là i campi di Polonia, la piana dì Kutno con le colline di cadaveri che bruciano in nuvole di nafta, là i reticolati per la quarantena d'Israele, il sangue tra i rifiuti, l'esantema torrido, le catene di poveri già morti da gran tempo e fulminati sulle fosse aperte dalle loro mani, là Buchenwald, la mite selva di faggi, i suoi forni maledetti; là Stalingrado, e Minsk sugli acquitrini e la neve putrefatta. I poeti non dimenticano. Oh la folla dei vili, dei vinti, dei perdonati dalla misericordia! Tutto si travolge, ma i morti non si vendono. Il mio paese è l'Italia, o nemico più straniero, e io canto il suo popolo, e anche il pianto coperto dal rumore del suo mare, il limpido lutto delle madri, canto la sua vita. - NASCITA DEL CANTO
Sorgiva: luce riemersa: foglie bruciano rosee. Giaccio su fiumi colmi dove son isole specchi d'ombre e d'astri. E mi travolge il tuo grembo celeste che mai di gioia nutre la mia vita diversa. Io muoio per riaverti, anche delusa, adolescenza delle membra inferme. - VERDE DERIVA
Sera: luce addolorata, pigre campane affondano. Non dirmi parole: in me tace amore di suoni, e l'ora è mia come nel tempo dei colloqui con l'aria e con le selve. Sapori scendevano dai cieli dentro acque lunari, case dormivano sonno di montagne, o angeli fermava la neve sugli ontani, e stelle ai vetri velati come carte d'aquiloni. Verde deriva d'isole, approdi di velieri, la ciurma che seguiva mari e nuvole in cantilena di remi e di cordami mi lasciava la preda: nuda e bianca, che a toccarla si udivano in segreto le voci dei fiumi e delle rocce. Poi le terre posavano su fondali d'acquario, e ansia di noia e vita d'altri moti cadeva in assorti firmamenti. Averti è sgomento che sazia d'ogni pianto, dolcezza che l'isole richiami. - AUTUNNO
Autunno mansueto, io mi posseggo e piego alle tue acque a bermi il cielo, fuga soave d'alberi e d'abissi. Aspra pena del nascere mi trova a te congiunto; e in te mi schianto e risano: povera cosa caduta che la terra raccoglie. - FRESCHE DI FIUMI IN SONNO
Ti trovo nei felici approdi, della notte consorte, ora dissepolta quasi tepore d'una nuova gioia, grazia amara del viver senza foce. Vergini strade oscillano fresche di fiumi in sonno: E ancora sono il prodigo che ascolta dal silenzio il suo nome quando chiamano i morti. Ed è morte uno spazio nel cuore. - DAMMI IL MIO GIORNO
Dammi il mio giorno; ch'io mi cerchi ancora un volto d'anni sopito che un cavo d'acque riporti in trasparenza, e ch'io pianga amore di me stesso. Ti cammino sul cuore, ed è un trovarsi d'astri in arcipelaghi insonni, notte, fraterni a me fossile emerso da uno stanco flutto; un incurvarsi d'orbite segrete dove siamo fitti coi macigni e l'erbe. LETTERA ALLA MADRE «Mater dolcissima, ora scendono le nebbie, il Naviglio urta confusamente sulle dighe, gli alberi si gonfiano d'acqua, bruciano di neve; non sono triste nel Nord: non sono in pace con me, ma non aspetto perdono da nessuno, molti mi devono lacrime da uomo a uomo. So che non stai bene, che vivi come tutte le madri dei poeti, povera e giusta nella misura d'amore per i figli lontani. Oggi sono io che ti scrivo.» - Finalmente, dirai, due parole di quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto e alcuni versi in tasca. Povero, così pronto di cuore lo uccideranno un giorno in qualche luogo. - «Certo, ricordo, fu da quel grigio scalo di treni lenti che portavano mandorle e arance, alla foce dell'Imera, il fiume pieno di gazze, di sale, d'eucalyptus. Ma ora ti ringrazio, questo voglio, dell'ironia che hai messo sul mio labbro, mite come la tua. Quel sorriso m'ha salvato da pianti e da dolori. E non importa se ora ho qualche lacrima per te, per tutti quelli che come te aspettano, e non sanno che cosa. Ah, gentile morte, non toccare l'orologio in cucina che batte sopra il muro tutta la mia infanzia è passata sullo smalto del suo quadrante, su quei fiori dipinti: non toccare le mani, il cuore dei vecchi. Ma forse qualcuno risponde? O morte di pietà, morte di pudore. Addio, cara, addio, mia dolcissima mater.» LAMENTO PER IL SUD La luna rossa, il vento, il tuo colore di donna del Nord, la distesa di neve... Il mio cuore è ormai su queste praterie, in queste acque annuvolate dalle nebbie. Ho dimenticato il mare, la grave conchiglia soffiata dai pastori siciliani, le cantilene dei carri lungo le strade dove il carrubo trema nel fumo delle stoppie, ho dimenticato il passo degli aironi e delle gru nell'aria dei verdi altipiani per le terre e i fiumi della Lombardia. Ma l'uomo grida dovunque la sorte d'una patria. Più nessuno mi porterà nel Sud. Oh, il Sud è stanco di trascinare morti in riva alle paludi di malaria, è stanco di solitudine, stanco di catene, è stanco nella sua bocca delle bestemmie di tutte le razze che hanno urlato morte con l'eco dei suoi pozzi, che hanno bevuto il sangue del suo cuore. Per questo i suoi fanciulli tornano sui monti, costringono i cavalli sotto coltri di stelle, mangiano fiori d'acacia lungo le piste nuovamente rosse, ancora rosse, ancora rosse. Più nessuno mi porterà nel Sud. E questa sera carica d'inverno è ancora nostra, e qui ripeto a te il mio assurdo contrappunto di dolcezze e di furori, un lamento d'amore senza amore.
altri poeti presenti nel sito : Pablo Neruda Jacques Prèvert Nazim Hikmet Percy Bysshe Shelley Rabindranath Tagore Alda Merini Giacomo Leopardi Giuseppe Ungaretti Salvatore Quasimodo Eugenio Montale Giovanni Pascoli Gabriele D'Annunzio Giosuè Carducci pagina con altri grandi poeti | | |
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PIOVE In molte parti d'Italia (non qui, ove abito) sento e leggo che piove...e così Vi auguro la Buona notte con... La pioggia nel pineto
Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane.
Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove sui pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude, o Ermione.
Odi? La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitio che dura e varia nell'aria secondo le fronde più rade, men rade.
Ascolta. Risponde al pianto il canto delle cicale che il pianto australe non impaura, né il ciel cinerino.
E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancora, stromenti diversi sotto innumerevoli dita.
E immensi noi siam nello spirito silvestre, d'arborea vita viventi; e il tuo volto ebro è molle di pioggia come una foglia, e le tue chiome auliscono come le chiare ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione.
Ascolta, Ascolta. L'accordo delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa sotto il pianto che cresce; ma un canto vi si mesce più roco che di laggiù sale, dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco s'allenta, si spegne. Sola una nota ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Non s'ode su tutta la fronda crosciare l'argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda più folta, men folta.
Ascolta. La figlia dell'aria è muta: ma la figlia del limo lontana, la rana, canta nell'ombra più fonda, chi sa dove, chi sa dove! E piove su le tue ciglia, Ermione.
Piove su le tue ciglia nere sì che par tu pianga ma di piacere; non bianca ma quasi fatta virente, par da scorza tu esca. E tutta la vita è in noi fresca aulente, il cuor nel petto è come pesca intatta, tra le palpebre gli occhi son come polle tra l'erbe, i denti negli alveoli son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta, or congiunti or disciolti ( e il verde vigor rude ci allaccia i melleoli c'intrica i ginocchi) chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, o Ermione.
Gabriele D'Annunzio La pioggia è caduta tutto un giorno (Musica da Camera XXXII)
La pioggia è caduta tutto un giorno. Oh, vieni tra gli alberi madidi. Le foglie giacciono fitte sul viale Dei ricordi.
Nel viale dei ricordi sosteremo Un poco e poi ci lasceremo. Vieni, amore, dove io possa parlarti Intimamente.
- James Joyce -
Dopo la pioggia
Dopo la pioggia viene il sereno brilla in cielo l'arcobaleno: è come un ponte imbandierato e il sole vi passa, festeggiato. E' bello guardare a naso in su le sue bandiere rosse e blu. Però lo si vede - questo è il male - soltanto dopo il temporale. Non sarebbe più conveniente il temporale non farlo per niente ? Un arcobaleno senza tempesta questa sì che sarebbe festa. Sarebbe una festa per tutta la terra fare la pace prima della guerra.
- Gianni Rodari - Giorno di pioggia (F. De Gregori)
Oggi giorno di pioggia, ma la gente è tranquilla, io sono figlio della gente. Prendimi la mano dammela, cerchiamo di venire insieme, la tua tessera è scaduta. Grazie per l'invito sì, stasera non ho voglia di vedere gli incidenti stradali lungo il fiume. Oggi giorno di pioggia ma la gente si muove, io sono figlio della pioggia. La festa è stata magica, le ragazze han ballato, mi han coperto di lodi e di sorrisi. La prossima vigilia di Natale avremo tutti partorito, potremo farne un'altra per allora. A volte potrai avermi con un fiore, a volte un fiore non ti basterà, a volte penserai di avermi chiuso in una stanza. Dammi le tue chiavi dolce, voglio farne una copia, voglio scrivere una lunga poesia per le tue braccia.
GIOVANNI PASCOLI Pioggia da Myricae Cantava al buio di aia in aia il gallo. E gracidò nel bosco la cornacchia: il sole si mostrava a finestrelle. Il sol dorò la nebbia della macchia, poi si nascose; e piovve a catinelle. Poi fra il cantare delle raganelle guizzò sui campi un raggio lungo e giallo. Stupiano i rondinotti dell'estate di quel sottile scendere di spille: era un brusio con languide sorsate e chiazze larghe e picchi a mille a mille; poi singhiozzi, e gocciar rado di stille: di stille d'oro in coppe di cristallo. PIOGGIA Un'orchestra sinfonica. scoppia un temporale, stanno suonando un'ouverture di Wagner la gente lascia i posti sotto gli alberi e si precipita nel padiglione le donne ridendo, gli uomini ostentatamente calmi, sigarette bagnate che si buttano via, Wagner continua a suonare, e poi sono tutti al coperto. vengono persino gli uccelli dagli alberi ed entrano nel padiglione e poi c'è la Rapsodia Ungherese n. 2 di Lizst, e piove ancora, ma guarda, un uomo seduto sotto la pioggia in ascolto. il pubblico lo nota. si voltano a guardare. l'orchestra bada agli affari suoi. l'uomo siede nella notte nella pioggia, in ascolto. deve avere qualcosa che non va, no? è venuto a sentire la musica.
CHARLES BUCOVSKI Gioia della pioggia di una notte primaverile
La pioggia benefica conosce la stagione e cade in primavera al tempo dei germogli. Con il vento, penetra furtiva nella notte, minuta e silenziosa impregna le piante. Fosche nubi sovrastano il sentiero campestre, solo sul battello del fiume una luce sfavillante. All'alba vedremo macchie rosse bagnate, sono fiori grevi di pioggia della città di Broccato.
Du Fu Diluvio
Mi coglie lo scroscio dirotto a mezzogiorno sul ponte: dintorno la città - chiese e palazzi - si scioglie in fumo e non si vede più.
Anche quell' ultima cupola spare.
Rimasto solo è il ponte, tagliato dalle sponde, sospeso in alto in alto fra le nuvole con le sue statue d' angioli grondanti.
Ma mentre la città mi si cancella nel fumante diluvio dentro la nube uno spiraglio ride verso uno sfondo di monti sereni: e dietro un vetro limpido e sottile l' ultima pioggia un praticello splende avvicinato in quell' umida lente.
Fuori di porta è già tornato il sole
G.Vigolo Preghiera degli Zuni
O dèi e dee della pioggia,
o giovani dee della pioggia,
vi imploriamo di aspirare questa sacra umidità,
di tessere i vostri abiti con questa sacra nebbia.
O dèi e dee della pioggia,
che siete ovunque,
Essiccazione della carne
che siete rossi, blu e gialli,
e siete grigi e trasparenti come l'acqua,
vi imploriamo: siate felici senza lacrime,
siate sereni senza tristezza,
siate tranquilli senza solitudine.
E continuate a esistere sopra di noi,
continuate a fare ciò che avete fatto per noi,
con amore e benevolenza.
Dateci le cose più belle della vita,
lasciateci continuare
ad essere amati e benvoluti,
lasciateci ottenere
ciò che abbiamo sempre desiderato. Questa sera piove sulle pianure aride a Wounded Knee sugli hogan sulla grande montagna sulle barricate a Comwall sulla terra rossa alla tomba di geronimo in Oklahoma Questa sera piove nei sogni dei bambini in Salvador e Nicaragua e San Carlos nei sogni delle madri in Brasile e Cile e a Pine Ridge e a Wind River questa sera piove nel vento luttuoso dell'inverno c'è una preghiera si vi vo ho oh shi win si vi vo ho oh shi win non verremo spazzati via.
Lance Henson, Nativo Americano della nazione dei Cheyenne dell' Oklahoma Fanciulle del fiore del mais!
Nei campi macchie intere di fagioli in fiore.
I campi risplendono della fioritura.
L'acqua della pioggia che scende da montagne di nuvole blu.
E guardate:
farfalle gialle danzano sopra cespugli di fiori colorati.
E guardate:
farfalle blu giocano tra fagioli in fiore.
Masahongva - Hopi Sotto la pioggia
Sotto la pioggia camminava la primavera con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca chiusa tra gli pneumatici i motori le stoffe le pelli il mio cardiogramma era pessimo quel giorno quel che si attende verrà in un'ora inattesa verrà tutto da solo senza condurre con sè¨ coloro che già partirono suonavano il primo concerto di Ciajkowskij sotto la pioggia salirai le scale senza di me un garofano sta all'ultimo piano della casa al balcone sotto la pioggia camminava la primavera con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca ti sei seduta di fronte a me non mi vedi sorridi a una tristezza che fuma lontano la primavera ti porta via da me ti conduce altrove e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.
Nazim Hikmet, Mosca 1962
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Bella Achatovna Achmadulina Bella (Isabella) Achatovna Achmadulina è nata a Mosca nel 1937. Fu la prima moglie di Evtusenko. Con la raccolta di liriche La corda (1962) si pose in prima fila, insieme a Evtusenko e a Voznesenskij, nella generazione post- staliniana. Nell'ambito di un severo e tradizionale impianto metrico, Achmadulina conduce una originale ricerca sul linguaggio, attenta alle inflessioni gergali ma sempre guidata dall'ansia di purezza espressiva e dalla fede nella funzionalità simbolica della parola. Nella sua raccolta più matura, Lezione di musica (1969), il virtuosismo stilistico lascia il posto a una più contenuta maturità di espressione. Accanto al tema dell'amore, tipico della sua prima maniera, prende corpo una amara riflessione sul destino del poeta nella società contemporanea. | | | | | | | | Giuseppe Parini Nato a Bosisio in provincia di Como nel 1729 da un modesto commerciante di seta, Giuseppe Parini fu avviato sin dall'infanzia alla vita ecclesiastica; poté continuare gli studi presso il collegio dei Barnabiti a Milano grazie alla generosità di una parente. Durante l'adolescenza si distinse sempre per una certa insofferenza dei metodi e delle regole scolastiche, dedicandosi invece con passione alla lettura dei classici latini e greci. Nel 1752 esordì con la raccolta Alcune poesie di Ripano Eupilino, in cui lo pseudonimo del titolo giocava sull'anagramma del suo cognome e sul nome latino (Eupili) del lago di Pusiano, sulle cui rive sorge Bosisio. La raccolta ebbe un discreto successo e gli valse nel 1753 l'ingresso nell'Accademia dei Trasformati di Milano. Ordinato sacerdote nel 1754, si impiegò per alcuni anni come precettore presso le famiglie nobili milanesi dei Serbelloni e degli Imbonati. In questi anni, grazie alla frequentazione dei letterati Trasformati e dell'aristocrazia milanese, Parini ampliò e approfondì i suoi interessi, intervenendo anche nelle polemiche letterarie del tempo. Nel 1761 lesse ai Trasformati il Discorso sopra la poesia, dichiarazione di poetica già matura, in cui i principi dell'estetica sensistica si combinano con la tradizione classicista: la poesia dovrebbe spingere alla virtù e al bene attraverso una forma sapientemente controllata e studiata. Il periodo tra il 1757 e il 1795 è segnato dalla produzione delle 19 Odi, in cui le forme arcadiche di moda all'epoca (Parini entrò poi in Arcadia nel 1777 col nome di Darisbo Elidonio) sono superate per dare luogo ad una poesia di alto contenuto civile e morale: La vita rustica (1757), La salubrità dell'aria (1759), L'innesto del vaiuolo (1765), Il bisogno (1765) sono alcune delle più note. Opera importante di Parini è Il Giorno, poema satirico in endecasillabi sciolti diviso in quattro parti: Mattino, Mezzogiorno, Vespro e Sera. Le prime due furono pubblicate nel 1763 e nel 1765 mentre la terza e la quarta parte, rimasta incompiuta, furono pubblicate postume nel 1801. Nell'opera, la giornata di un "giovin signore" è tratteggiata attraverso una serie di quadri satirici, che descrivono impietosamente le mollezze e la vacuità del mondo aristocratico. La critica del mondo ozioso dei nobili è in Parini non tanto politica quanto morale: l'autore auspica infatti che i nobili tornino a meritare il ruolo di guida loro assegnato, riacquistando uno spessore morale adeguato. I temi di eguaglianza sociale e la valutazione positiva delle qualità ancora integre del popolo, sono quindi da considerarsi sempre all'interno di una cornice ideologica moderata. Il successo della pubblicazione della prima parte dell'opera aiutò Parini a migliorare le precarie condizioni economiche: nel 1768 ebbe l'incarico di poeta ufficiale del Regio Ducale Teatro (è suo il libretto dell'Ascanio in Alba, musicato poi da Mozart); nel 1769 diresse per breve tempo la Gazzetta di Milano e fu poi nominato professore di lettere nelle Scuole Palatine diventando sovrintendente del Ginnasio nel 1791. Nel maggio 1796 le truppe giacobine guidate da Napoleone Bonaparte irruppero in Milano insediandosi nel municipio; Parini fu onorato come precursore delle idee rivoluzionarie e fu invitato insieme a Pietro Verri a presiedere un comitato preposto, tra le altre cose, alle scuole e ai teatri. Le sue posizioni, molto più moderate che rivoluzionarie, furono causa dell'esclusione dalla municipalità dopo soli due mesi. Nel 1799 gli Austriaci riconquistarono la Lombardia; Parini conservò la cattedra di professore ma non poté evitare le persecuzioni dei reazionari. Morì a Milano nel 1799; per volontà testamentaria fu seppellito nel cimitero di Porta Comasina, in una tomba non distinta. | | | | | | | | | | |
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Odysseus Elitis Pseudonimo del poeta neoellenico Odysseus Alepudhelis, nato a Iraklion (Creta) il 2 novembre 1911, ha studiato legge all' università di Atene ed abbandonato gli studi per dedicarsi alla poesia. Odysseus Elitis ha cominciato a scrivere poesie nel 1935 e non ha mai smesso fino alla sua morte. Nelle sue poesie appare un profondo senso della vita ed una intensità che viene manifestata attraverso una continua presentazione di vaghe immagini collegate tra di loro con una logica conseguenza. Era uno dei più importanti scrittori contemporanei in Europa uno dei maggiori rappresentanti del surrealismo in Grecia. Aderendo al surrealismo, ha scritto poesie apprezzate per il vigore dello stile: Orientamenti (1940) e Sole, il primo (1943). Dalla sua partecipazione agli avvenimenti della seconda guerra mondiale è nato un poemetto epico: Canto eroico e funebre per il sottotenente caduto in Albania (1945). Nel 1979 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura con questa motivazione: "for his poetry, which, against the background of Greek tradition, depicts with sensuous strength and intellectual clear-sightedness modern man's struggle for freedom and creativeness"-"per la sua poesia, che, contro lo sfondo di tradizione greca, dipinge con forza e chiarezza intellettuale la lotta dell'uomo moderno per la libertà e la creatività". Muore ad Atene nel marzo 1996. | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |
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Tutto muore al mondo, madre e giovinezza: la donna tradisce e l'amico scompare. Impara a assaporare una nuova dolcezza, contemplando il freddo circolo polare.
Prendi la tua barca, salpa verso il polo fra mura di ghiaccio, e in silenzio oblìa come l'uomo ama, lotta e muore solo: dimentica il paese dell'umana follia.
Ed all'anima stanca insegna, mentre lento s'impossessa del sangue il brivido del gelo, che non le serve a nulla questo pianeta spento, perché i raggi vengono dal cielo.
Aleksandr Blok
[da Poemetti e liriche, Einaudi, 1961] [traduzione di Renato Poggioli]
Lungo la strada, un tiglio si leva: là, finalmente riposai.
Sotto il tiglio, che fiori come neve su me versava, io dimenticai come la vita fa male, e tutto fu di nuovo bello,!
Tutto! L'amore e la pena e il mondo e il sogno!"
Gesellen 1884
Gustav Mahler
In un giardinetto su una panchina C'è un tale che vi chiama se passate Ha un paio d'occhialini un vecchio abito grigio Fuma un piccolo sigaro è seduto E vi chiama se passate O più timidamente vi fa un cenno Non bisogna guardarlo Non bisogna ascoltarlo Ma tirar dritto Fingere di non vederlo Fingere di non averlo neppure sentito Passare via frettolosi Perché se lo guardate O se gli date retta Vi fa un suo cenno e niente nessuno Vi può impedire di sedergli accanto Allora vi guarda in faccia vi sorride Facendovi soffrire atrocemente E lui continua il suo sorriso E voi stessi sorridete esattamente Di quel sorriso Più sorridete e più soffrite Atrocemente E più soffrite più sorridete Irrimediabilmente Restando fissi là Come congelati Sorridendo sulla panchina Bambini giocano a due passi da voi Passanti passano Tranquillamente Uccelli volano Volano via da un albero Si posano su un altro E voi restate là Sulla panchina E già sapete bene Che non potrete più Giocare come quei bambini Sapete che non potrete più Passare come quei passanti Tranquillamente Né che mai più potrete volar via Lasciando un albero per l'altro Come quegli uccelli. Jacques Prévert Ho marcato nell’animo, Tutti i giorni che il tempo Non mi ha permesso di stare con te. Ho una fede matura, Che mi accompagna e mi cura Dal giorno in cui ti ho disconosciuta. Ho una virtù perduta, Rubatami da un uomo, incontrato sulla mia strada, che aveva promesso di non mentirmi. Sono un ciondolo senza valore, che adorna il collo di una puttana da quatto soldi. Mi appartiene un pensiero costante, la speranza di poter tornare agli apici. tengo il tuo amore e la tua sorte In un cammino parallelo. Ho le parole in un angolo del cervello, ma la tua mano perché non le scrive?
Voglio averti di nuovo. voglio ancora i tuoi occhi gelidi, quando la gente rabbrividiva e sussurrava silenzi. Voglio averti di nuovo. voglio ancora la tua ferrea tristezza, quando andavi in un luogo e tutti osservavano il tuo coraggioso pallore.
Ho una frase ancorata nell’anima, che di giorno denuda il mio spirito. Ho un pensiero fisso, che mi accompagna la notte quando penso che, forse,sei ancora in me. Mi appartiene un pensiero costante, la speranza di tornare agli apici. tengo il tuo amore e la tua sorte In un cammino parallelo. Ho le parole in un angolo del cervello, ma la tua mano perché non le scrive?
Voglio avermi di nuovo. Voglio ancora i miei occhi gelidi, quando la gente rabbrividiva e sussurrava silenzi. Voglio avermi di nuovo. Voglio ancora la mia ferrea tristezza, quando andavo in un luogo e tutti osservavano il mio coraggioso pallore.
Sarah Eva Marchesi
Natale. Guardo il presepe scolpito dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme. Anche i Re Magi nelle lunghe vesti salutano il potente Re del mondo. Pace nella finzione e nel silenzio delle figure in legno ed ecco i vecchi del villaggio e la stalla che risplende e l'asinello di colore azzurro. (Salvatore Quasimodo) Alla figlia - Linn - Liv Ullman dedicò un suo libro : "Cambiare " edito in Italia da Arnoldo Mondadori S.p.A. anno 1977. ..... Il Natale è uno dei miei ricordi migliori. Seduta nella cattedrale con le note dell'organo che penetrano in tutti gli angoli del grande edificio. Al ritorno percorrevamo tutte intirizzite la Munkegaten, che allora era ancora acciottolata. C'erano altre famiglie al nostro fianco animate dalla stessa felicità che provavamo noi.
Poi a casa. E l'odore del maiale arrosto e dei crauti. L'attesa nella stanza buia - dove mia sorella e io sedevamo per terra trepidanti perché sapevamo che nel salotto stavano dando gli ultimi tocchi all'albero per la festa. Il fruscio della carta e passi rapidi che annunciavano chissà quali segreti.
E quando, finalmente, la porta si apriva e noi, le bambine, vedevamo l'albero di Natale per la prima volta, in mezzo alla stanza, tutto luccicante di candeline quasi svenivamo dalla gioia.
La mamma sedeva al piano: Lei che era molto più giovane di quanto non capissi. Piena di desideri che soltanto oggi riconosco, quando è troppo tardi per poterli condividere.
Favole raccontate sulla sponda del letto. Cioccolata calda, pane e burro con le banane e la gelatina di mele. Una donna seduta, china su un libro, la testa di corti capelli castani voltata un poco dall'altra parte. Ogni tanto la alza e mi sorride.
Quella era felicità.
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"Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che vivere vuol dire essere partigiani. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. <o:p></o:p> L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica. <o:p></o:p> L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano. <o:p></o:p> I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere. <o:p></o:p> Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti."<o:p> </o:p> Antonio Gramsci - 11 febbraio 1917 |
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L'oca è l'animale ritenuto simbolo della stupidità, a causa delle sciocchezze che gli uomini hanno scritto con le sue penne. (Anonimo)
Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere, perché è un male pericoloso e contagioso. (Abelardo, Lettere a Eloisa) Il libro su cui fu vergata l'intera scienza libraria invocava soccorso per non essere roso dal topo. E il topo se la rise. (Leon Battista Alberti)
Solo quando mi verrà naturale d'usare il verbo scrivere all'impersonale potrò sperare che attraverso di me s'esprima qualcosa di meno limitato che l'individualità d'un singolo. (Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore) Se avessimo un cuore sempre aperto al godimento delle cose buone che Dio ci offre ogni giorno, avremmo anche la forza sufficiente di sopportare il male quando arriva. Johann Wolfgang Goethe Uno spettacolo per gli déi è la vista di due innamorati. Johann Wolfgang Goethe L’amore è un cencio fornito dalla natura e ricamato dall’immaginazione. François-Marie Arouet Voltaire L’amore, acquistando ogni giorno nuovo vigore, fa sembrare di facile attuazione quello che sul momento si giudica difficile a ottenere. Apuleia La maggior parte della gente ritiene che amore significhi essere amati, anziché amare. Erich Fromm L`invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più torna a galla. Alberto Moravia L'aforisma, la sentenza, sono le forme dell'eternità; la mia ambizione è dire in dieci frasi quello che chiunque altro dice in un libro, quello che chiunque altro non dice in un libro. (Friedrich Nietzsche) La letteratura consiste nell'arte di scrivere qualcosa che sarà letto due volte, il giornalismo in quella di scrivere ciò che deve essere compreso immediatamente. (Cyril Vernon Connolly) Non ama più colui al quale i difetti della persona amata non appaiono virtù. Johann Wolfgang Goethe Destino e carattere sono due nomi di un medesimo concetto. (Hermann Hesse) La solitudine è il destino di tutte le grandi menti: un destino a volte deplorato, ma sempre scelto come il minore di due mali. (Arthur Schopenhauer) Non ci è permesso scegliere la cornice del nostro destino. Ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro. (Dag Hammarskjöld) Molti pensano che avere talento sia una questione di fortuna; forse la fortuna è questione di talento. (Jacinto Benavente y Martinez) Vorrei aprirmi il cuore con un coltello, porti dentro di esso e subito chiudere il mio petto, perché tu vi restassi e non abitassi in un altro fino al giorno della resurrezione e del giudizio finale. Jbn Hazam
L’amore rende invincibili nell’attacco e nella difesa; quando il cielo viene in aiuto agli esseri umani, li protegge conil dono dell’amore. Lao Zzu
Osando vagare per luoghi lontani, nei pensieri si perde la ragione e affiora solo l’amore. Anonimo
Temere l’amore è temere la vita e chi teme la vita è già morto per tre quarti. Russel
Quel che amore tracciò in silenzio accoglilo, che udir con gli occhi è finezza d’amore. William Shakespeare
C’�?un sorriso dell’amore, e c’�?un sorriso dell’inganno, e c’�?un sorriso dei sorriso dove i due sorrisi si incontrano. William Blaked Potreste chiedere in cuor vostro: "Come distingueremo nel piacere ciò che è bene da ciò che non è bene?" Andate fra i campi e i giardini e imparerete che è piacere dell'ape raccogliere miele dai fiori, ma è anche piacere del fiore cedere miele all'ape. Per l'ape infatti il fiore è fontana di vita, e per il fiore l'ape è messaggero d'amore, e per entrambi, ape e fiore, dare e ricevere è piacere e necessità ed estasi. Siate nei vostri piaceri come i fiori e le api. (Karhil Gibran) Non cangio più colore quando il tuo nome ascolto: quando ti miro in volto, più non mi batte il cuor. Sogno, ma te non miro sempre nei sogni miei: mi desto, e tu non sei il mio primo pensier. Pietro Metastasio Chi è amato non conosce morte,poi ché l’amore è immortalità, o meglio, è sostanza divina. Chi ama non conosce morte, poiché l’amore fa rinascere la vita nella divinità. Emily Dickinson Bestia è chi si ama e bestia è chi s’impiglia nei legami d’amore; più crudele è la sua pena che se rivoltasse laggiù in fondo la ruota sempiterna o desse agli avvoltoi il cuore da maniare. Pierre de Ronsard Il destino non è nella ruota ma nelle tue mani. Ed è per questo, credimi, che è meglio fingersi acrobati che sentirsi dei nani. (Renato Zero, La tua idea) L'uomo ha ricevuto direttamente da Dio l'unico strumento per conoscere se stesso e la propria relazione con l'universo: questo strumento è la ragione, e nient'altro. (Leone Tolstoj) Io sono amato, credo: fiducia il cuore ciede. No, non può la mia cara illudere la mia fede. Tutto è sincero in lei: il fuoco dell’amore, e, dono delle grazie, il timido pudore, le vesti e i discorsi, negligenza gentile, e dei teneri nomi la mollezza infantile. Aleksandr Pusukin Signore, questa sera ti chiedo di liberarmi una volta per tutte della mia preoccupazione di apparire. Perdonami se sono troppo preoccupato dell'impressione che do agli altri, dell'effetto che produco, di ciò che si pensa e si dice di me. Perdonami di voler assomigliare ad altri dimenticando d'essere me stesso, di invidiare le loro qualità dimenticando di sviluppare le mie. Perdonami il tempo passato a recitare il mio personaggio e il tempo perso a costruire la mia personalità. Donami, invece, di morire allo straniero che ero affinché io possa rinascere a me stesso,poiché non mi troverò, Signore, se rifiuto di perdermi. (Michel Quoist) Nel tuo abbraccio, io abbraccio quanto esiste, l'arena, il tempo, l'albero della pioggia; ogni cosa vive perché io viva: senza andare lontano vedo tutto: nella tua vita vedo tutto il vivere. PABLO NERUDA Risuoni il tuo amore nella mia voce riposi il mio silenzio, in ogni movimento che tu sia in me. Splendi come una stella nel buio del mio sonno, il primo pensiero al mio risveglio. Ardi nel mio desiderio e scorri in tutte le correnti del mio amore. Voglio portarti nella mia vita per sempre come l'arpa porta la musica. TAGORE Una gemma è macchiata, una virgola oscura i confini ma le dona splendore. Diamante è suo fratello sfera di pura bellezza. Insieme sono fuoco puro sono potenza d'amore, la loro luce mi abbaglia, non reggo lo sguardo. ( EOWYN DUE AMANTI FELICI Due amanti felici fanno un solo pane, una sola goccia di luna nell'erba, lascian camminando due ombre che s'unisco, lasciano un solo sole vuoto in un letto. Di tutte le verità scelsero il giorno: non s'uccisero con fili, ma con un aroma e non spezzarono la pace né le parole. E' la felicità una torre trasparente. L'aria, il vino vanno coi due amanti, gli regala la notte i suoi petali felici, hanno diritto a tutti i garofani. Due amanti felici non hanno fine né morte, nascono e muoiono più volte vivendo, hanno l'eternità della natura. PABLO NERUDA SE TU FOSSI QUI, ADESSO ! Penso a te quando il bagliore del sole s'irradia dal mare; penso a te quando il barlume della luna si specchia nelle fonti. Vedo te quando per via, lontano, si solleva la polvere; di notte, quando sul ponte sottile trema il viandante. Ascolto te dove con cupo scroscio l'onda s'innalza; nel bosco quieto vado spesso e origlio quando tutto è silenzio. Sono vicino a te, pur se tanto lontano tu mi sei accanto. Cala il sole; tra poco brilleranno le stelle. Se tu fossi qui, adesso! J.W.GOETHE Eugenio Montale La gondola che scivola in un forte La gondola che scivola in un forte bagliore di catrame e di papaveri, la subdola canzone che s'alzava da masse di cordame, l'altre porte rinchiuse su di te e risa di maschere che fuggivano a frotte - una sera tra mille e la mia notte è più profonda! S'agita laggiù uno smorto groviglio che m'avviva a stratti e mi fa eguale a quell'assorto pescatore d'anguille dalla riva. (Eugenio Montale, Le occasioni, Mottetti "Venezia") |
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ANNUNCI ECONOMICI | Astrochiromante diplomata con corso di formazione della Regione Campania predice futuro o effettua pulizie delle scale e finestroni dei palazzi a prezzi interessanti.
Automobile con la scritta Polizia vendesi. Identica a una vera: affarone!!!
Apparecchiatura per tomografia assiale computerizzata identica a quella rubata all'Ospedale Santa Maria Pietosa degli Orfanelli Ciechi, vendesi a clinica privata. No perditempo!
Bellissimo quadro antico raffigurante due vecchi che si picchiano a bastonate vendesi ad intenditore.
Cameriera laureata con lode in lettere moderne impartisce lezioni private scuole medie e superiori. Si paga prima! disposti a viaggiare. Noi diciamo, tu ci pensi, i rifletti con calma e poi ci fai sapere Interessante offerta di lavoro per incensurati .
Greco, Latino, Italiano, Storia e Geografia collaboratrice domestica impartisce lezioni a prezzi convenienti. Non si accettano buoni pasto.
Mummia Egiziana, identica a quella che era esposta ai Musei Vaticani fino a pochi giorni fa, vendo o scambio con telefonino funzionante.
Porto d'armi vendo o scambio con patente per motoscafo.
Rinomata multinazionale leader nel settore cerca persone che non risultano all'anagrafe. Ora non possiamo spiegarvi in due righe come funziona la storia, contattateci per un colloquio privato | Un automobilista sfreccia per la città e travolge un vecchietto che attraversa la strada. Scende dalla vettura, corre verso il malcapitato e gli dice: - Ho la patente da trent'anni e questo è il primo incidente!! Il moribondo solleva a stento il braccio e ribatte: - Allora che facciamo, brindiamo? Due amici, Giacomo e Gigi, s'incontrano dopo un po' di tempo che non si vedono. Giacomo: "Gigi, sapessi quanto sono sfigato!!!" Gigi: "Che ti è successo?" "Mia moglie mi ha tradito con il mio avvocato, mia figlia è scappata in America, mio figlio si droga, mio fratello è morto tre giorni fa..." "Povero te, quanto ti capisco! Almeno, più in basso di così non puoi andare!" "Dici? E invece sì: ieri ero in auto, mi ha attraversato la strada un gatto nero e quando mi ha visto si è toccato le palle!!! MASTELLA E SIGNORA "SANTI SUBITO" COME IN UN ROMANZO DI LIALA ,A SENTIRE I PAESANI DI MASTELLA E' SIGNORA HO PENSATO ,SE SAN GENNARO SI METTESSE IN LISTA CONTRO QUESTA ONORATA E VERGINALE COPPIA ,NON PRENDEREBBERO NEPPURE UN VOTO .LA BONTA' DELLA SIGNORA MASTELLA ADDOMBRA ANCHE LA VERGINE MARIA ,LUI POI SUPERA SAN FRANCESCO ,CON LA DICHIARZIONE DI UN PAESANO( ORA BENESTANTE PER RIFLESSO )CHE HA DETTO <<MASTELLA E' UN SANTO QUELLO CHE SUO E' DI TUTTI .....IO CHE NE HO VISTI DI MIRACOLI VERI MI INTERROGO PERPLESSA ,VUOI VEDERE CHE MASTELLA E' PARENTE DI GESU' ,E PERCHE' NO? MAGARI ANCHE QUALCOSINA DI PIU' ......MENTRE SI SOSPETTA , CHE LA MOGLIE E' STATA FATTA IN CIELO CREATA APPOSITIVAMENTE PER LUI ....AMORE DI QUA .....AMORE DI LA'......MI E' SEMBRATO UDIRE ,CHE DOVE PASSANO, CRESCONO ,GIGLI, VIOLE .....E TANTE MARGHERITE E QUALCUNO GIURA CHE DOVE SI SONO FERMATI L'ULTIMA VOLTA PER SCAMBIARSI UN TENERO BACINO ,SIA NATA UNA PIANTINA DI ULIVO ,ALTRI AFFERMANO CHE LA MOGLIE SFIORATA UNA PUNTO BIANCA, CON IL LEMBO DI UN FAZZOLETTO DI PURA SETA ,COME PER MAGIA SI SIA TRASFORMATA ,IN UNA FERRARI VIOLA ,TANTI ORAMAI HANNO ABANDONATO IL PELLEGRINAGIO A PIERTALCINA ANCHE PERCHE' ,QUANDO LA BELLISSIMA SIGNORA ,SI FA' LA SFILATA A PIEDI SCALZI PER LA FESTA DEL PAESE ,(ALCUNI GIUREREBERO SULLA VERGINITA DELLE LORO GALLINE )DI AVER VISTO CON I PRORPI OCCHI CHE MOLTI DI QUELLI CHE HANNO BACIATO ,IL SACRO ASFALTO ,SONO STATI MIRACOLATI ,GUARENDO... ALCUNI , DA UNA MALATTIA PEGGIO DEL TUMORE ,LA DISOCCUPAZIONE ,ALTRI INVECE SANATI DA UN INCANCRENIMENTO DEL PROPRIO MUTUO E ANCORA UN TESTIMONE ATTENDIBBILE ,GIURA (SULLA ILLIBATEZA DELLA PROPRIA MADRE ) CHE HA ASSISTITO PER SBAGLIO.... ALLE PROVE DEL MIRACOLO DELLA TRASFORMAZIONE ......DELLA SPAZZATURA ,TRAMUTATA IN UN SOL COLPO ,IN DANARO CONTANTE .....CHE PERO' SAREBBE SUBITO SVANITO ALLE PRIME LUCI DELL'ALBA .......ALLORA COSA VUOL DIRE ?' NON SEMPRE TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO CON IL BUCO .......CI VUOLE TEMPO E PRATICA ....E LUI E LA MOGLIE SE SI IMPEGNANO ......,VEDRETE CHE ,ATRAVERSO LA PROTEZIONE DIVINA CI RIUSCIRANNO ,TEMPO ,CI VUOLE SOLAMENTE UN PO' DI TEMPO .MA NOI ITALIANI ,IN QUESTO MOMENTO A NOME DI TUTTA LA CAMPANIA E DEL GOVERNO PRODI,CHE NON PUO PIU' ASPETTARE , CHIEDIEREMO AL PAPA DOMENICA PROSSIMA AL CAMPIDOGLIO """"I MASTELLA SANTI SUBITO """ PS. A TUTTI COLORO CHE INTENDESSERO INTRAPRENDERE AZIONI LEGALI CONTRO DI ME ,PER QUEL CHE HO SCRITTO ED INVENTATO ,INFORMO , I LEGALI DEI DEI SUDDETTI, DI NON PERDERE TEMPO E DENARO,SAREBBE TUTTO TEMPO PERSO ,PERCHE' MI AVVARRRO' DELL'INCAPACITA' MENTALE ,SI ! PERCHE' DA QUANDO HO VISTO E' SENTITO AI TG. LE DICHIARZIONI DI TUTTE QUESTE PERSONE PER BENE ,PER LA GELOSIA DI NON ESSERE NATA ANCHE IO IN QUEL PAESE ,SONO USCITA FUORI DI TESTA ........ ILLUSIONI OTTICA TESCHIO? La gondola che scivola in un forte La gondola che scivola in un forte bagliore di catrame e di papaveri, la subdola canzone che s'alzava da masse di cordame, l'altre porte rinchiuse su di te e risa di maschere che fuggivano a frotte - una sera tra mille e la mia notte è più profonda! S'agita laggiù uno smorto groviglio che m'avviva a stratti e mi fa eguale a quell'assorto pescatore d'anguille dalla riva. (Eugenio Montale, Le occasioni, Mottetti "Venezia") "PARLA PIANO " Musica Pierangelo Bertoli - Testo Luca Bonaffini
Quando credi d'essere sola su un atollo in mezzo al mare Quando soffia la tempesta e hai paura di annegare
Chiama, chiama piano Sai che non sarò lontano Chiama, tu, chiama piano Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio
Quando crolla il tuo universo tra le righe di un giornale Quando tutto intorno è perso e hai finito di sperare
Chiama, chiama piano Sai che non sarò lontano Chiama, tu, chiama piano Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio
Quando il fuoco sembra spento e non pensi d'aspettare Quando il giorno resta fermo e decidi di volare
Quando certa d'aver vinto sulla nube di veleno E il tuo ciel o è già dipinto di un crescente arcobaleno
Chiama, chiama piano Sai che non sarò lontano Chiama, tu, chiama piano Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio |
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barzelletta: Il dottore al paziente: "Allora come va quel sonnifero in supposte che le ho prescritto?" E il paziente: "Bene, dottore, ma ne avrebbe uno un po' meno forte?" E il medico:"Perchè?" E il paziente: "Perchè ieri sera mi sono addormentato con il dito nel cu##!!!" Al ritorno da una caccia grossa in Africa, un amico dice all'altro: "Ciao Mario come è andata la caccia?" "Bene", gli risponde Mario aggiungendo: "Ho preso due antilopi, un puma, una tigre e cinque nusbari". L'amico: "I nusbari? Non li ho mai visti, che cosa sono?!" E Mario: "Nemmeno io li avevo mai visti, poi un giorno sono sbucati fuori dalla sterpaglia neri, con un pelo riccio urlando Nusbari, Nusbari, e gli ho sparato! Un bambino sta giocando tranquillamente sul tappeto, mentre il padre è seduto sul divano che legge il giornale. Ad un tratto il bimbo gli chiede: "Papà...perché hai sposato la mamma?" "Te lo stai chiedendo anche tu, vero? Un uomo entra in una farmacia e chiede: "Per favore, una bottiglia di veleno". "Per cosa le serve?", chiede il commesso. "Per mia moglie!" "Ha una ricetta?" "No, però ho una sua foto...
Gesù sta passeggiando per il Paradiso quando vede un vecchietto seduto su una nuvola con un'aria molto trieste. " Buon uomo-dice Gesù, - sei in Paradiso! Perchè sei così triste?" Il vecchio, senza nemmeno voltarsi, risponde:" Sto cercando mio figlio, ma non sono riuscito a trovarlo". Gesù dice: " Dimmi qualche cosa di lui". " Bene - dice l'anziano signore continuando a fissare l'orizzonte, sulla terra ero un falegname e un giorno mio figlio se ne è andato di casa. Non ho più saputo niente di lui e speravo di trovarlo qui". Gesù, quasi piangendo, si piega verso l'uomo e sussurra: " Papà?" il vecchio si volta e risponde: " Pinocchio?". Un missionario viene mandato in un paese sperduto nel bel mezzo dell'Africa a vivere in mezzo ad una tribu'. Passa anni con questa gente, insegnando loro a leggere, scrivere ed i modi cristiani dell'uomo bianco. Una cosa sottolinea particolarmente: il male causato dal peccare facendo sesso. Non si deve fornicare o vivere nell'adulterio... Un giorno, la moglie di uno dei nobili del villaggio da' alla luce un bambino bianco. Il villaggio e' sotto choc e la gente manda il loro capo a parlare con il missionario. "Tu ci hai insegnato la malignita' del sesso depravato, ma qui c'e' una donna nera che da' alla luce un bimbo bianco. Tu sei l'unico uomo bianco che abbia mai messo piede nel nostro villaggio, e non ci vuole un genio per capire cosa sia successo...". Il missionario replica: "No, no, mio caro amico, ti stai sbagliando... Quello che abbiamo qui e' un fenomeno naturale - quello che si chiama albinismo. Guarda in quel campo. Ci sono un mare di pecore bianche e tuttavia tra di loro ce n'e' una nera, la natura fa di questi scherzi ogni tanto..." Il capo riflette un attimo e poi dice: "Sai cosa ?!?! Tu non dici niente della pecora ed io non dico niente del bambino...". Istruzioni di lettura: dovete leggere le parole del padre di Giotto con la lingua ferma e leggermente fuori dalle labbra Il padre di Giotto si reca alle udienze del figlio va a parlare al professore di italiano e dice: "Fono il padle di Giotto folevo sapele come va mio figlio?" Il professore si mette le mani nei capelli e comincia: "Guardi suo figlio è un disastro ... non sa niente cerchi di fare qualcosa perchè così non va" E il padre di Giotto "va bene celchelò di palrlalgli"; poi va dalla professoressa di matematica: "Fono il padle di Giotto come va mi figlio" e la professoressa: "È un disastro non sa niente, non studia, non capisce, insomma gli dica qualcosa perché se no sarà bocciato" "Fa vene plovelò a palrlargli" poi va dalla professoressa di disegno: "Fono il padle di Giotto folevo sapele come va mio figlio" "Guardi suo figlio è stupefacente, è incredibile, ha un senso delle proporzioni e della prospettiva che in non ho mai visto ... pensi che ieri ha disegnato una zanzara sulla cattedra cosi bene che ogni tanto cercavo di schiacciarla!" E il padre di Giotto " a chi lo dice.... ieri mi a difegnato una figa sulla stufa..." | | Due amici si incontrano e uno dice all'altro: "Pensavo che fossi in villeggiatura in campagna. Come mai sei tornato così presto?". L'amico spiega: "Dunque, il primo giorno che ero là è morta una delle anatre e quella sera la moglie del fattore mi ha cucinato zuppa d'anatra per cena. Il giorno seguente è morta una delle mucche e lei mi ha cucinato del roast beef". "Continuo a non capire perchè sei tornato così presto dalla tua vacanza" dice l'altro. "Vedi, il terzo giorno è morto il nonno del fattore ...". Il piccolo Johnny torna a casa e fa vedere alla mamma la banconota da dieci dollari che ha trovato. La madre chiede: " Sei sicuro che qualcuno l'abbia persa?" " Si - risponde il bambino,- ho anche visto il signore che la stava cercando." | Una persona molto importante va a visitare gli Smith e al piccolo Dave viene concesso di portare all'ospite un bicchiere di scotch. Il bambino dà il bicchiere all'uomo e poi rimane molto vicino, osservandolo attentamente." Cosa c'è, Dave? Perchè mi stai fissando? " chiede l'ospite. "Sto aspettando che faccia il suo trucco" risponde Dave. " Di che trucco parli?" chiede l'uomo sorpreso. " Il papà dice sempre che lei beve come un pesce" risponde il bambino | Al mare un signore molto arrabbiato va da una donna che sta chiaccherando con la sua amica. " Signora, lo sa che suo figlio ha seppellito i miei vestiti sotto la sabbia?" dice. La donna risponde infastidita: " Non può essere stato lui, mio figlio è laggiù, sta facendo galleggiare il suo cappello in mare". | Un padre infuriato al padre del ragazzo di sua figlia: "Tuo figlio mi ha disonorato." "Perché cosa ha fatto ?" "Ha scritto il suo nome con la pipì sulla spiaggia" "E cosa c'è di male ?" "C'è di male che la calligrafia è di mia figlia !!!" | La mamma sgrida il suo figlioletto: " Non sai, Harry, che è segno di maleducazione allungare la mano sul tavolo pre prendere i dolci? Non hai la lingua?"Il PIccolo Harry risponde: " Si mamma, ma le braccia sono più lunghe". | Dalla cucina la signora Davis dice a suo figlio: " Fred, stai sputando nella vaschetta dei peschi?". "No, mamma - risponde il bambino, - ma ci sto andando vicino." | Una singola bugia sprigiona un'ondata di incredulità Si possono ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo. Ma non si possono ingannare molte persone per molto tempo. ABRAHAM LINCOL La legge morale è un'invenzione dell'umanità per deprivare il forte a vantaggio del debole. La legge storica la sovverte di continuo. Nessuna verifica estrema potrà mai determinare se un punto di vista morale sia corretto o erroneo. Di un uomo che cada morto in un duello non si penserà di conseguenza che abbia dimostrato di essere in errore riguardo al proprio punto di vista. CORMAC Mc CARTHY L'uomo che crede che i segreti del mondo resteranno nascosti per sempre vive nel mistero e nella paura. La superstizione lo trascinerà in basso. La pioggia eroderà gli atti della sua vita. Ma l'uomo che si assume il compito di individuare nell'arazzo il filo che tutto ordisce, in virtù di questa sola decisione si fa carico del mondo, ed è soltanto facendosene carico che egli può trovare il modo di dettare i termini del proprio destino. CORMAC Mc CARTHY Ora di cena a tavola: mamma, papà, tre figli e la nonna che sferruzza sulla poltrona. Uno dei bambini a un certo punto chiede: - Mamma, come sono nato io? La mamma un po' imbarazzata, improvvisa: - Sai, un giorno è arrivata una bella e grande aquila e ha appoggiato un fagottino sulla finestra, ed eri tu! La nonna continua a sferruzzare e alza un sopracciglio. Allora il secondo bambino, incuriosito chiede: - E io, come sono nato? La mamma prosegue con lo stesso tema: - Tu invece sei stato portato da un grande condor! La nonna continua sempre a sferruzzare e alza l'altro sopracciglio. Il terzo bambino ovviamente vuole sapere anche lui com'è nato. E la mamma: - Un giorno è arrivata una bellissima cicogna e ti ha depositato sul davanzale della finestra! La nonna smette di sferruzzare e bisbiglia sottovoce: - Mi pareva infatti che fossero tre VOLATILI diversi!
Un tizio si presenta allo sportello di una banca e, mettendo sotto gli occhi del cassiere una piccola rapa che tiene nella mano dice: "Questa è una rapina!" Poi apre l´altra mano e, mostrando un piccolo grillo esclama: "E se qualcuno si muove premo il grilletto!" Un tizio non molto sveglio commenta con un amico: - ...e poi basta con questi reality show: troppo lunghi!!! - Perché troppo lunghi? - Pensa, per far uscire Provenzano dalla Fattoria ci sono voluti quarant'anni... Un venditore di aspirapolveri aveva un metodo infallibile per piazzare la sua merce. Si presentava alla casa del possibile acquirente e spargeva per tutta la casa vari sacchi di segatura e poi diceva: "Se rimane un solo granello di segatura ripulisco la casa con la lingua". E così faceva affari a bizzeffe. Un giorno si presenta alla casa di un contadino, sparge tutta la segatura per ogni dove e declama la solita frase. Il contadino lo guarda perplesso e poi esclama: "Adesso voglio proprio vedere come fai che qui la luce non è ancora arrivata!" language=JavaScript type=text/javascript>scrivicar();</SCRIPT> Un avvocato è seduto nel suo ufficio, una notte riceve la visita del diavolo che gli dice: "Ho una proposta per te, tu potrai vincere tutte le tue cause per il resto della tua vita.i tuoi clienti ti adoreranno, i tuoi colleghi ti stimeranno moltissimo e tu guadagnerai un mare di soldi.In cambio io ti chiedo la tua anima, quella di tua moglie, dei tuoi figli e di tutti i tuoi parenti".L'avvocato ci pensa un attimo e poi dice: "E'dov'e' l'imbroglio?" language=JavaScript type=text/javascript>scrivicar();</SCRIPT> Un pirata sta bevendo il suo rum nella taverna. Gamba di legno, uncino, benda nera all'occhio, coperto di cicatrici, attira l'attenzione degli avventori. Timidamente uno chiede: - Raccontaci, come hai perso la gamba? Durante una battaglia navale davanti alle coste Giamaicane. Rincuorato dalla risposta il curioso si fa pù insistente: E la mano l'hai persa nella stessa battaglia? No! Quella me l'ha strappata uno squalo nelle acque della Tortuga. Il curioso incalza: - E l'occhio? L'occhio come l'hai perso? Hummm! Stavo disteso al sole quando un gabbiano che passava mi ci ha fatto la cacca sopra. Ma va! E quando mai una cacca di uccello ti acceca! Vero, ma è successo il giorno dopo che mi avevano messo l'uncino! In Sicilia, un bambino contento porta la pagella di fine anno al padre. Il padre, seduto comodamente nella sua poltrona, legge la pagella: "Italiano... 10, storia... 10, geografia... 10, matematica... 10." Letta la pagella il padre si alza, prende la pistola e spara al figlio. La madre, udito lo sparo, si precipita e urla: "MA TURI PERCHE' HAI SPARATO A NOSTRO FIGLIO??!!" Iil marito.... "Carmela, troppo sapeva." In Sicilia, un bambino contento porta la pagella di fine anno al padre. Il padre, seduto comodamente nella sua poltrona, legge la pagella: "Italiano... 10, storia... 10, geografia... 10, matematica... 10." Letta la pagella il padre si alza, prende la pistola e spara al figlio. La madre, udito lo sparo, si precipita e urla: "MA TURI PERCHE' HAI SPARATO A NOSTRO FIGLIO??!!" Iil marito.... "Carmela, troppo sapeva." Un tipo si vanta di aver acquistato un super computer che è in grado di rispondere esattamente a qualsiasi domanda. Quindi dice ad un amico di provare a chiedergli qualcosa, qualunque cosa! Questi si mette alla tastiera e digita la seguente domanda: "Dov'è in questo momento mio padre?" Prontamente il computer risponde sul monitor: "E' a pescare sul Lago di Garda." L'amico si rivolge al proprietario del computer e gli dice: - Hai preso una fregatura! Mio padre è morto 5 anni fa!!! A questo punto l'altro risponde: - Non è possibile che sbagli... me lo hanno garantito! Magari proviamo a formulare la domanda diversamente... Allora l'amico scrive: "Dov'è in questo momento il marito di mia madre?" Il computer velocemente risponde: "Il marito di tua madre è morto 5 anni fa. Ma tuo padre è a pescare sul Lago di Garda." Tesoro...ti voglio bene...farei di tutto per te.....ecco perchè ho devoluto dei soldi contro lo sfruttamento delle scimmie. Il dottore al paziente: "Incredibile, lei ha un testicolo di legno e uno di ferro! Non ha mai avuto problemi?" "No, ho due figli stupendi, Pinocchio va a scuola e Mazinga all'asilo!" nel 1825 in brasile un gruppo di terroristi entro in una scuola.Agli studenti dissero:nn fate 1 passo o i vostri prof moriranno. Nacque cosi la samba. ADESSO E' ORA DI ANDARE A CENA .......DAI FATE I BRAVI LAVATEVI LE MANI E' ANDATE A TAVOLA ....A CASA VOSTRA........HOOOOO NON E' UNA BARZELLETTA !! E' LA VERITA' !!!!!! C'E' QUALCOSA CHI MI DEVI DIREEEEE?????? "Le cose che ho imparato nella vita"
di Paulo Coelho
Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
-Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni. -Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla. -Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano. -Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi. -Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti,o essi controlleranno te. -Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze. -Che la pazienza richiede molta pratica. -Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo. -Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai,è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti. -Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso. -Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze:sarebbe una tragedia se lo credesse. -Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso. -Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari. -Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo. -Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi. -La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta. -È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi. -Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo. -Non cercare le apparenze, possono ingannare. -Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
-Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia. -Trova quello che fa sorridere il tuo cuore. -Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero! -Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare. -Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice. -Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così. -Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino. -L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the. -Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori. -Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange.
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Un automobilista sfreccia per la città e travolge un vecchietto che attraversa la strada. Scende dalla vettura, corre verso il malcapitato e gli dice: - Ho la patente da trent'anni e questo è il primo incidente!! Il moribondo solleva a stento il braccio e ribatte: - Allora che facciamo, brindiamo? Due amici, Giacomo e Gigi, s'incontrano dopo un po' di tempo che non si vedono. Giacomo: "Gigi, sapessi quanto sono sfigato!!!" Gigi: "Che ti è successo?" "Mia moglie mi ha tradito con il mio avvocato, mia figlia è scappata in America, mio figlio si droga, mio fratello è morto tre giorni fa..." "Povero te, quanto ti capisco! Almeno, più in basso di così non puoi andare!" "Dici? E invece sì: ieri ero in auto, mi ha attraversato la strada un gatto nero e quando mi ha visto si è toccato le palle!!! Can che abbaia fa casino Chi fa da se' fa piu' fatica Chi la fa tiri la catena Chi dorme non piglia sonniferi Il riso abbonda sulla bocca dei cinesi Gallina vecchia prima o poi muore Chi di spada ferisce gli danno 14 anni senza condizionale Non c'e' peggior sordo di chi non sente Chi va con lo zoppo va piano piano Chi va piano arriva dopo Rosso di sera sta andando a fuoco una montagna Occhio per occhio occhio al quadrato Il lupo perde il pelo e diventa calvo Ride bene chi ha i denti Chi va piano va sano e viene tamponato poco lontano (Marcello Marchesi). Una mano lava l'altra e tutte e due rubano Nascere cavallo e morire ASINO Chi trova un tesoro trova un AMICO ? Il mondo e' bello perche' e' avariato Il pitale di Damocle Chi lascia la strada vecchia per la nuova arriva prima perche' e' asfaltata Mogli e buoi, sempre corna sono Se son rose sfioriranno Chi s'inferma e' perduto L'unione fa la forza ma chi fa da se' fa per tre. E allora riuniamoci a tre per volta! Una mela al giorno toglie un medico di torno e una mela ogni sei ore toglie quattro medici? Chi la fa, l'aspetti. Chi non la fa, si purghi Il mio primo film era così brutto che in sette Stati Americani aveva sostituito la pena di morte (Woody Allen) Sono pronto ad incontrare il mio Creatore. Quanto a sapere se Lui è pronto alla prova di vedermi, questa è un'altra storia (Winston Churchill) Un giorno non ce l' ho fatta più, ho preso la mia ragazza e le ho detto: "Cara, io sto con te perché mi accontento". E lei mi ha risposto: Io invece non mi accontento: sto anche con un altro" (Diego Parassole) CANZONE DI VIAGGIO
Sole, brilla adesso dentro al cuore, vento, porta via da me fatiche e cure! Gioia più profonda non conosco sulla terra, che l'essere per via nell'ampia vastità.
Verso la pianura inizio il mio cammino, sole mi fiammeggi, acqua mi rinfreschi; per sentire la vita della nostra terra apro tutti i sensi in festa.
Mi mostrerà ogni giorno nuovo, fratelli nuovi e nuovi amici, finché senza dolore ogni forza loderò, e di ogni stella sarò ospite e amico.
Hermann Hesse da La felicità, versi e pensieri
Credo in te Pam Brown Credo in te, amico. Credo nel tuo sorriso, finestra aperta nel tuo essere. Credo nel tuo sguardo, specchio della tua onestà. Credo nella tua mano, sempre tesa per dare. Credo nel tuo abbraccio, accoglienza sincera del tuo cuore. Credo nella tua parola, espressione di quel che ami e speri. Credo in te, amico, così, semplicemente, nell'eloquenza del silenzio. Professore: "È in grado di dirmi quale organo dei mammiferi riesce, una volta eccitato, a raggiungere dimensioni pari a sei volte le dimensioni dell'organo a riposo?" Studente (nota appartenente a C.L.) (arrossendo terribilmente): "Non saprei..." Professore: "Non lo sa proprio? Ci pensi, non è difficile!" Studente (sempre più a disagio): "Non mi viene in mente niente..." Professore: "Su, pensi alla vita di tutti i giorni..." Studente (in grave imbarazzo): "Beh..." Professore: "Forza signorina, si butti!" Studente: "Il pene?" (Scoppia un boato nell'aula) Professore (calmissimo): "Complimenti a lei e al suo fidanzato, signorina. Comunque l'organo è la pupilla." (Riferita come raccontata da due persone che all'epoca dei fatti (primi anni '90) erano assistenti di un docente alla facoltà di Biologia a Milano)
Un altro esame di Fisica. Il professore allo studente: "Lei ha un barometro. Come lo usa per determinare l'altezza di un grattacielo?". Lo studente risponde: "Vado all'ultimo piano, lego uno spago al barometro, lo calo giù fino a che tocca terra e poi misuro la lunghezza dello spago". Il professore non è soddisfatto: "Può dirmi un altro metodo, uno che dimostri le sue conoscenze di fisica?". Studente: "Certo! Vado all'ultimo piano, faccio cadere giù il barometro, e misuro dopo quanto tempo tocca terra". Professore: "Non è ancora quel che volevo, le spiace riprovare?". Studente: "Con il barometro faccio un pendolo alto quanto l'edificio, poi misuro il suo periodo". Professore: "Un altro modo?". Studente: "Misuro la lunghezza del barometro, poi lo pianto verticalmente per terra in una giornata di sole, e misuro la sua ombra; quindi misuro l'ombra del grattacielo, e per similitudine...". Professore: "Ancora un'altra possibilità?". Studente: "Cerco il portiere e gli dico: 'Salve, signor portiere; le regalo questo prestigioso barometro, se mi dice l'altezza di questo edificio' L'approdo di Primo Levi Felice l'uomo che ha raggiunto il porto, Che lascia dietro di sè mari e tempeste, I cui sogni sono morti o mai nati, E siede a bere all'osteria di Brema, Presso al camino, ed ha buona pace. Felice l'uomo come una fiamma spenta, Felice l'uomo come sabbia d'estuario, Che ha deposto il carico e si è tersa la fronte, E riposa al margine del cammino. Non teme né spera né aspetta, Ma guarda fisso il sole che tramonta. L'uomo e il mare di Charles Baudelaire Uomo libero, sempre tu amerai il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli l'anima tua nell'infinito srotolarsi della tua onda, e il tuo spirito è un abisso non meno amaro.
Ti diletti a tuffarti nel seno della tua immagine; l'abbracci con gli occhi e con le braccia, e il tuo cuore si distrae talvolta dal proprio battito al fragor di quel lamento indomabile e selvaggio.
Entrambi siete tenebrosi e discreti: uomo, nessuno ha sondato il fondo dei tuoi abissi; mare, nessuno conosce le tue intime ricchezze: tanto gelosamente serbate i vostri segreti !
E tuttavia da secoli innumerevoli vi fate guerra senza pietà nè rimorsi, tanto amate la strage e la morte, o lottatori eterni, o fratelli inseparabili! Alcuni dicono che Emily Dickinson Alcuni dicono che quando è detta, la parola muore. Io dico invece che proprio quel giorno comincia a vivere IO TI CHIESI
Io ti chiesi perché i tuoi occhi si soffermano nei miei come una casta stella del cielo in un oscuro flutto.
Mi hai guardato a lungo come si saggia un bimbo con lo sguardo, mi hai detto poi, con gentilezza: ti voglio bene, perché sei tanto triste.
Hermann Hesse da Poesie romantiche
Primavera Sar�?un volto chiaro. S'apriranno le strade sui colli di pini e di pietra.... I fiori spruzzati di colore alle fontane occhieggeranno come donne divertite:Le scale le terrazze le rondini canteranno nel sole. (C.Pavese) Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci, ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.
Alessandro Baricco.
Il signor 'Micacome' Non so voi, ma io ne conosco molti di 'signor Micacome'. Ci sono signor Micacome tra i vicini di casa, tra i colleghi in ufficio, tra gli amici... I signori 'Micacome' si riconoscono abbastanza in fretta, basta scambiarci due parole, anche sul tempo che fa, e nel giro di cinque minuti vedrete che tutte le loro affermazioni partono dall'assioma che gli eventi che accadono a loro sono l’ideale massimo della perfezione, MICA COME quelli che accadono ad altri che sono inqualificabili cavolate!
Il signor Micacome accoglie le novità che gli altri gli raccontano in due modi: o le trova utili e allora le memorizza senza commentare per potersele rigiocare come proprie alla prossima occasione o le trova non alla sua portata e allora parte con il “micacome�?
Mettiamo che voi abbiate comperato qualcosa... che so, un maglioncino nuovo, colorato, un po' diverso dal vostro solito stile... Il signor Micacome vede, si rode un po�?perché qualcun altro ha qualcosa di nuovo e lui no, cerca di capire a che negozio l'avete comprato, poi ci va per comprarselo pure lui ma, se per caso non lo trova, si attacca non al tram ma al “micacome�? Egli appena vi incontra parte per un dibattito sulla moda e vi spiega che a lui piacciono i maglioncini più sobri, classici, non a colori vivaci... MICA COME certa gente che va in giro con dei maglioni così vistosi che sembra un pappagallo!
Qualsiasi cosa il signor Micacome faccia o non faccia, la fa o non la fa MICA COME qualcun altro. Ha sempre gente a casa? MICA COME altri del palazzo che non li caga nessuno. Non lo caga nessuno? MICA COME altri del palazzo che costringono i vicini ad andarli a trovare! E' poco socievole? MICA COME certa gente che non ha altro nella vita e, da vero poveraccio frustrato e privo d’affetti, sta sempre in agguato dietro la porta per fermare quello del piano di sopra quando scende a piedi. Racconta i fatti propri? MICA COME qualcun altro che non ha il coraggio di raccontare la propria vita perché è piena di cose inconfessabili, signora mia! Non dice niente di sé? MICA COME certa gente che ha la bocca che sembra un mulino a vento e racconta i fatti propri a chiunque senza ritegno. Ha dei figli? MICA COME certa gente che per egoismo decide di non farne. Non ha figli? MICA COME certi individui che seminano ragazzini per il mondo per dar fastidio a chi non ne vuole. E�?grasso? MICA COME certe persone che non vuol nemmeno nominare che sembrano la reclame dei morti di fame. E�?magro? MICA COME certi che uno spera di non trovarli mai in ascensore per paura che rompano le funi. E potrei continuare all'infinito ma mi fermo qui perché tanto sono sicura che voi, amici che leggete il mio blog, avrete inquadrato perfettamente il tipo! MICA COME gli utenti di alcuni blog che non hanno un minimo di intuito! I dubbi della vita Ho trovato in rete un elenco di domande così impegnative e così pregnanti che non ho potuto non riportarle sul blog; quesiti fondamentali! Ma ci sarà una risposta? Ah, saperlo, saperlo... - Perché "separato" si scrive tutto insieme quando "tutto insieme" si scrive separato ?
- Perché "abbreviazione" è una parola cosi lunga?
- Da dove viene l'idea di sterilizzare l'ago della siringa che serve per l'iniezione fatale ad un condannato a morte?
- Perché i virus, che non hanno sesso, ci fottono cosi tanto?
- Perché gli zeri, per valere qualche cosa, devono stare a destra?
- Qual è il sinonimo di sinonimo?
- Voglio comprare un boomerang nuovo. Come faccio a sbarazzarmi di quello vecchio?
- Perché i negozi aperti 24 ore su 24 hanno la serratura?
- Come può avere dei nipoti Paperino se non ha né fratelli né sorelle?
- Adamo aveva l'ombelico ?
- Se un gatto cade sempre dritto sulle proprie zampe, e una tartina imburrata cade sempre dalla parte del burro, cosa succede quando si incolla una tartina imburrata sulla schiena di un gatto e si lancia questo dalla finestra? La vera felicità e soddisfazione nella vita dipende da come vivi ciò che ti appassiona veramente. Solo vivendo con passione raggiungerai la felicita' a cui sei destinato. ~ Paul Bauer �?EM>Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero�?BR>anonimo arabo. |
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"Pagine corsare" La poesia Il Pci ai giovani!!, di Pier Paolo Pasolini . È triste. La polemica contro il PCI andava fatta nella prima metà del decennio passato. Siete in ritardo, figli. E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati... Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. Io no, amici. Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi, amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità. La madre incallita come un facchino, o tenera, per qualche malattia, come un uccellino; i tanti fratelli, la casupola tra gli orti con la salvia rossa (in terreni altrui, lottizzati); i bassi sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi caseggiati popolari, ecc. ecc. E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci, con quella stoffa ruvida che puzza di rancio fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente, e lo stato psicologico cui sono ridotti (per una quarantina di mille lire al mese): senza più sorriso, senza più amicizia col mondo, separati, esclusi (in una esclusione che non ha uguali); umiliati dalla perdita della qualità di uomini per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare). Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care. Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia. Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete! I ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione risorgimentale) di figli di papà, avete bastonato, appartengono all’altra classe sociale. A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque, la vostra! In questi casi, ai poliziotti si danno i fiori, amici. [...] Pier Paolo Pasolini |
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Bertolt Brecht PoesieIL giardino fioritoDeclinando sul lago tra gli abeti Chiudono siepi altissime un giardino Adorno di corolle con si savia Cura che a marzo come a ottobre ride. Qui, talvolta, all'accendersi del giorno, Siedo pacato, e sogno di portare Anch'io, d'ogni stagione, nel sereno E nel nubilo tempo, qualche fiore. Domande di un lettore operaio
Chi costruì Tebe dalle Sette Porte? Dentro i libri ci sono i nomi dei re. I re hanno trascinato quei blocchi di pietra? Babilonia tante volte distrutta, chi altrettante la riedificò? In quali case di Lima lucente d'oro abitavano i costruttori? Dove andarono i muratori, la sera che terminarono la Grande Muraglia? La grande Roma è piena di archi di trionfo. Chi li costruì? Su chi trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide nella notte che il mare li inghiottì, affogarono implorando aiuto dai loro schiavi. Il giovane Alessandro conquistò l'India. Lui solo? Cesare sconfisse i Galli. Non aveva con sé nemmeno un cuoco? Filippo di Spagna pianse, quando la sua flotta fu affondata. Nessun altro pianse? Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi vinse oltre a lui? Ogni pagina una vittoria. Chi cucinò la cena della vittoria? Ogni dieci anni un grande uomo. Chi ne pagò le spese? Tante vicende. Tante domande. Il cambio della ruotaSto seduto ai margini della strada. L'autista cambia la ruota. Non sono volentieri lì da dove vengo. Non sono volentieri lì dove vado. Perché vedo il cambio della ruota Con impazienza? Tempi brutti per la poesia
Sì, lo so: solo il felice È amato. La sua voce È ascoltata con piacere. La sua faccia è bella. L'albero deforme nel cortile È frutto del terreno cattivo, ma Quelli che passano gli danno dello storpio E hanno ragione. Le barche verdi e le vele allegre della baia Io non le vedo. Soprattutto Vedo la rete strappata del pescatore. Perché parlo solo del fatto Che la colona quarantenne cammina in modo curvo? I seni delle ragazze Sono caldi come sempre. Una rima in una mia canzone Mi sembrerebbe quasi una spavalderia. In me si combattono L'entusiasmo per il melo in fiore E il terrore per i discorsi dell'imbianchino*. Ma solo il secondo Mi spinge alla scrivania. Con "l'imbianchino" Brecht si riferisce a Hitler.
La Maschera del cattivo
Sulla mia parete è appesa una xilografia giapponese La maschera di un demone cattivo, dipinta con la lacca d'oro. Pieno di compassione vedo Le gonfiate vene frontali, segno di Quanto è faticoso essere cattivo. Ho sentito che non volete imparare
Ho sentito che non volete imparare niente. Deduco: siete milionari. Il vostro futuro è assicurato �?esso è Davanti a voi in piena luce. I vostri genitori Hanno fatto sì che i vostri piedi Non urtino nessuna pietra. Allora non devi Imparare niente. Così come sei Puoi rimanere. E se, nonostante ciò, ci sono delle difficoltà, dato che i tempi, Come ho sentito, sono insicuri Hai i tuoi capi che ti dicono esattamente Ciò che devi fare affinché stiate bene. Essi hanno letto i libri di quelli Che sanno le verità Che hanno validità in tutti i tempi E le ricette che aiutano sempre. Dato che ci sono così tanti che pensano per te Non devi muovere un dito. Però, se non fosse così Allora dovresti studiare. Non ho bisogno di una lapide
Non ho bisogno di una lapide, ma Se voi avete bisogno di una per me Vorrei che ci fosse scritto: "Ha fatto delle proposte; noi Le abbiamo accettate". Con una tale incisione saremmo Onorati tutti quanti. Lode del dubbio
Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate serenamente e con rispetto chi come moneta infida pesa la vostra parola! Vorrei che foste accorti, che non deste con troppa fiducia la vostra parola. Leggete la storia e guardate in fuga furiosa invincibili eserciti. In ogni luogo fortezze indistruttibili rovinano e anche se innumerabile era l'armata salpando, le navi che tornarono le si poté contare. Fu così un giorno un uomo sulla inaccessibile vetta e giunse una nave alla fine dell'infinito mare. Oh bello lo scuoter del capo su verità incontestabili! Oh il coraggioso medico che cura l'ammalato senza speranza! Ma d'ogni dubbio il più bello è quando coloro che sono senza fede, senza forza, levano il capo e alla forza dei loro oppressori non credono più! Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio! Quante vittime costò! Com’era difficile accorgersi che fosse così e non diverso! Con un respiro di sollievo un giorno un uomo nel libro del sapere lo scrisse. Forse a lungo là dentro starà e più generazioni ne vivranno e in quello vedranno un'eterna sapienza e spezzeranno i sapienti chi non lo conosce. Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze, che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta. E un altro giorno un uomo dal libro del sapere gravemente cancella quella tesi. Intronato dagli ordini, passato alla visita d'idoneità da barbuti medici, ispezionato da esseri raggianti di fregi d'oro, edificato da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie un libro redatto da Iddio in persona, erudito da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio. Veramente gli è difficile dubitare di questo mondo. Madido di sudore si curva l'uomo che costruisce la casa dove non lui dovrà abitare. Ma sgobba madido di sudore anche l'uomo che la propria casa si costruisce. Sono coloro che non riflettono, a non dubitare mai. Splendida è la loro digestione, infallibile il loro giudizio. Non credono ai fatti, credono solo a se stessi. Se occorre, tanto peggio per i fatti. La pazienza che han con se stessi è sconfinata. Gli argomenti li odono con gli orecchi della spia. Con coloro che non riflettono e mai dubitano si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono. Non dubitano per giungere alla decisione, bensì per schivare la decisione. Le teste le usano solo per scuoterle. Con aria grave mettono in guardia dall'acqua i passeggeri delle navi che affondano. Sotto l'ascia dell'assassino si chiedono se anch'egli non sia un uomo. Dopo aver rilevato, mormorando, che la questione non è ancora sviscerata vanno a letto. La loro attività consiste nell'oscillare. Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua. Certo, se il dubbio lodate non lodate però quel dubbio che è disperazione! Che giova poter dubitare, a colui che non riesce a decidersi! Può sbagliare ad agire chi di motivi troppo scarsi si contenta ma inattivo rimane nel pericolo chi di troppi ha bisogno. Tu, tu che sei una guida, non dimenticare che tale sei, perché hai dubitato delle guide! E dunque a chi è guidato permetti il dubbio! Se durassimo in eternoSe durassimo in eterno Tutto cambierebbe Dato che siamo mortali Molto rimane come prima. Mio fratello aviatoreAvevo un fratello aviatore. Un giorno, la cartolina. Fece i bagagli, e via, lungo la rotta del sud. Mio fratello è un conquistatore. Il popolo nostro ha bisogno di spazio; e prendersi terre su terre, da noi, è un vecchio sogno. E lo spazio che s'è conquistato è sui monti del Guadarrama. E' di lunghezza un metro e ottanta, uno e cinquanta di profondità. Bruegel Pieter the Elder: The Harvesters |
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Autori (attenzione: da controllare se sconosiuti) |
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