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General : Parenti
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 Message 1 of 1 in Discussion 
From: MSN Nickname©Nonna_Angela  (Original Message)Sent: 3/12/2008 12:57 AM
 

http://www.medicando.com/risultati_def.php?cerca=MANAGEMENT%20DELLA%20PRE%20ECLAMPSIA%20SEVERAhttp://www.msd-italia.it/altre/manuale/sez18/2522206b.html

http://www.farmacovigilanza.org/corsi/corso_20011215.02.htm#par1

http://www.pediatriaweb.it/page-farmaci%20utilizzati.htm

adalat 30 : allattamento

ALLATTAMENTO
La nifedipina passa nel latte materno. Poiche` non esistono dati
sui possibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi
necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo,
l`allattamento dovrebbe essere interrotto.
5.6)

eclampsia

Sindrome, simile all'epilessia, che può insorgere durante la gravidanza o al momento del parto

 

..........................................................Tutte le pazienti, indipendentemente dalla gravità della condizione, devono essere tenute sotto controllo per il possibile sviluppo di complicanze quali la cefalea, i disturbi della vista, la confusione, i dolori addominali, il sanguinamento vaginale e la scomparsa dei rumori cardiaci fetali; il controllo deve essere registrato ogni 15 min. Molti medici preferiscono ricoverare la paziente nell'UTR, dove è possibile il monitoraggio continuo della madre e del feto. È obbligatoria una continua assistenza ostetrica. La preeclampsia deve cominciare a risolversi in 4-6 h dal parto......................

...............................................Dopo il parto, la paziente deve essere seguita attentamente e di frequente come durante il travaglio; infatti il 25% delle eclampsie si verifica nel periodo del post-partum, in genere nei primi 2-4 giorni. La deambulazione è permessa non appena migliorano le condizioni della paziente. Sebbene l'ospedalizzazione possa essere prolungata e possa essere necessaria una terapia antiipertensiva dopo la dimissione, la guarigione dopo il parto può essere sorprendentemente rapida. La paziente deve essere controllata almeno q 1 o 2 sett. dopo il parto. La PA può rimanere elevata per 6-8 sett.; se rimane elevata dopo 8 sett., deve essere presa in considerazione una diagnosi di ipertensione. In tutto questo periodo, si devono controllare con regolarità l'emocromo, l'analisi delle urine, l'azotemia e la creatininemia.

 

http://www.gravidanzaweb.it/gestosi.php

Gestosi

La gestosi è una malattia che compare esclusivamente in gravidanza e che colpisce circa 5 donne incinte su 100, con una certa preferenza per le primipare. E' piuttosto difficile da descrivere perché coinvolge vari organi e può avere manifestazioni diverse in rapporto al livello di gravità. Le forme più lievi di gestosi scompaiono dopo il parto e non lasciano conseguenze; quelle più gravi predispongono invece a una serie di malattie renali che possono comparire anche a distanza di molti anni.

I sintomi
La forma più grave della malattia compare in genere a partire dalla 27^ o 28^ settimana di gravidanza e all'inizio non crea disturbi particolari se non un eccessivo aumento di peso e la comparsa di gonfiore generalizzato, conseguenza di un'eccessiva ritenzione di liquidi e di sali nell'organismo (che non va confusa con il leggero appesantimento, così comune in gravidanza, che scompare con qualche ora di riposo). Nelle donne che si sottopongono a controlli regolari, la gestosi può già essere diagnosticata in questa fase, quando è ancora possibile prevenire le complicazioni successive.
Più avanti compaiono anche altri due sintomi, combinati o separati:
  • aumento della pressione arteriosa, spesso accompagnata da disfunzioni renali;
  • presenza di albumina nell'urina, segno di difettoso funzionamento dei reni.

    La madre può accusare fortissimi mal di testa e dolori allo stomaco. In casi molto rari si può arrivare a perdita della conoscenza e crisi di tipo epilettico (eclampsia). Per quanto riguarda il feto, nei casi peggiori i disturbi circolatori e renali impediscono l'adeguato funzionamento della placenta, con conseguente ritardo nell'accrescimento fetale e, in casi estremi, morte del feto.
  • La prevenzione
    Sull'origine di questa malattia si sa abbastanza poco e quindi non è facile dire quali donne sono predisposte alla gestosi e quali no. Sembra comunque che siano più esposte a questo rischio le donne che sono alla prima gravidanza (specie se di età superiore ai 37 anni), quelle in attesa di gemelli, le donne obese, diabetiche o che erano ipertese già prima di rimanere incinte e quelle che hanno già avuto questo problema nel corso di una precedente gravidanza.
    La gestosi può essere diagnosticata eseguendo regolarmente i controlli prescritti dal ginecologo perché, individuando al più presto le prime alterazioni, si possono prendere provvedimenti che impediscono l'aggravarsi della malattia. In particolare sono essenziali il controllo regolare del peso, della pressione e della quantità di albumina presente nell'urina.
    La gestosi può essere diagnosticata mediante un esame indolore e non invasivo chiamato Velocimetria Doppler delle arterie uterine. Tale esame permette di valutare la funzionalità del circolo uterino già a 20-24 settimane. Se questa è alterata, il rischio di una forma severa di ritardo della crescita del feto e di pre-eclampsia si aggira intorno al 30% e sono quindi necessari controlli più ravvicinati. Per le gravide con Velocimetria Doppler normale la possibilità di avere forme gravi è praticamente trascurabile.
    Questo esame è consigliato a tutte le donne, ma in modo particolare a quelle in corso di prima gravidanza e a quelle con precedenti di pre-eclampsia o di ritardo di crescita intrauterina.

    La cura
    Se la gestosi è appena agli inizi può essere trattata con il riposo e una dieta appropriata.
    Se la malattia è già avanzata è necessario il ricovero in ospedale e spesso i medici preferiscono anticipare il parto di qualche settimana rispetto alla scadenza naturale. Si tratta in ogni caso di una malattia molto insidiosa e difficile da curare.


  • http://italiasalute.leonardo.it/News.asp?ID=2823

     

    Attenzione al lavoro per le donne in gravidanza. Per loro il rischio di pre-eclampsia sarebbe 5 volte più elevato. Questa la conclusione di uno studio pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health da ricercatori dell'University College Cork in Irlanda.
    La pre-eclampsia è una malattia che può complicare la gravidanza e può essere così grave da mettere a repentaglio la vita della madre e del nascituro. Si tratta di una malattia caratterizzata da pressione arteriosa elevata, gonfiori e proteine nelle urine. Nelle forme più gravi si manifestano crisi convulsive che possono preludere ad una fase di coma.
    Il termine eclampsia si riferisce, invece, solo a quei casi - per fortuna rari - in cui compaiono le convulsioni. In Italia i medici usano spesso il termine gestosi invece di pre-eclampsia o di tossiemia gravidica, per la verità ormai in disuso.

    Ci sono poi donne che sono già ipertese prima di iniziare la gravidanza e, in questo caso, non si parla di pre-eclampsia ma di ipertensione cronica in gravidanza.
    Gli autori della ricerca hanno monitorato la pressione di 933 donne nelle ore successive alla loro routine quotidiana. Tutte le donne, alla loro prima gravidanza, erano tra la 18.ma e la 24.ma settimana di gestazione. In particolare 245 lavoravano durante la gravidanza; 289 non lavoravano e 399 erano impiegate ma aveva scelto di non lavorare.
    I dati indicano che, nei tre gruppi, la pressione piu' elevata era riscontrabile nelle donne che lavoravano. 

    Le donne di eta' maggiore inoltre tendevano ad avere una pressione piu' alta, ma in questo gruppo, spiegano i ricercatori, era maggiore la presenza di donne fumatrici. Non e' stato possibile evidenziare alcuna differenza in temini di durata della gravidanza, peso del nascituro o metodo del parto. Tuttavia le donne che lavoravano presentavano un rischio di pre-eclampsia 5 volte maggiore. Secondo i ricercatori lo studio indica che ''anche l'attivita' lavorativa rientra tra i molteplici i fattori che influenzano la pressione sanguigna, oltre al tabagismo ; l'alcolismo, il peso ; l'altezza e l'eta''.
    Per quanto riguarda il tipo di professione svolta , dalla ricerca non sono emrsi dati che inducessero a ritenere fondato il rischio di pre-eclampsia. Gli specialisti concludono dicendo che ''Non e' chiaro il legame tra questo rischio e il lavoro ma e' possibile che lo stress possa aumentare la quantita' di ormoni in circolo che, stimolando il sistema nervoso simpatico, aumentano la pressione arteriosa''.

     

    http://www.clicmedicina.it/pagine%20n%2017/gestosi3.htm

     

    Per la diagnosi della gestosi vengono effettuati tutti i test di laboratorio che indicano la funzionalità epatica e renale e l’analisi della raccolta delle urine delle 24 ore per verificare la perdita totale delle proteine. Il trattamento è teso a preservare la vita e la salute della madre e del feto. Nel caso di una gestosi moderata la futura mamma può essere seguita anche ambulatorialmente: è fondamentale il riposo a letto (in quanto consente l’impiego ottimale del sangue in circolo da parte della placenta) e una visita di controllo almeno ogni due giorni. Se le condizioni non migliorano deve essere considerato il ricovero in ambiente ospedaliero. Lo yoga, la meditazione, l’omeopatia e l’agopuntura sono tutte cure efficaci per far scendere la pressione, anche nel caso siano comunque necessari dei farmaci anti-ipertensivi. Prima della 34° e la 35° settimana di gravidanza si cerca di proseguire la gravidanza con tutti gli opportuni controlli, se l’insorgenza del disturbo avviene dopo tale periodo è preferibile indurre il parto o considerare un parto cesareo. La pressione molto alta durante il parto è spesso trattata con l’anestesia peridurale, che riduce la pressione arteriosa con pochi effetti sul bambino. Dopo il parto proseguono i controlli della pressione arteriosa per evitare che si verifichi una eclampsia post partum. Mentre il bambino, se il parto indotto è stato prematura, viene trasferito per la necessaria assistenza nel reparto di neonatologia.

     

    --------------------------------------------------------------------------------------------------------

     

    Gestosi

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    La Gestosi è una sindrome che compare nella seconda metà della gravidanza. I sintomi che la accompagnano sono l'ipertensione, la perdita di proteine con le urine (proteinuria) e gonfiore agli arti inferiori (edema).

     

     

    Cause

    La cause della malattia è un'alterazione della placenta durante la gravidanza, per motivi ancora non del tutto chiari. La placenta, danneggiata, libera sostanze tossiche che, o per via diretta o per via indiretta (per formazione di altre sostanze tossiche come la profibrina) causano queste alterazioni.

     

    Effetti

    Gli effetti sono la costrizione delle piccole arterie (con conseguente ipertensione) e danno dei capillari (che determina proteinuria per compromissione dei capillari glomerulari renali, ed alterazioni di importanti organi quali il fegato).

    Altri segni sono la diminuzione delle piastrine, l'emolisi (rottura dei globuli rossi) e problemi di coagulazione, oltre a un forte rischio di distacco della placenta.

    La complicanza più temibile della gestosi (anche se molto rara) è la cosiddetta eclampsia che si manifesta con contrazioni generalizzate e si associa a coma e ad eventuali lesioni degli organi interni che, in alcuni casi, possono essere molto gravi (danni renali, epatici, cerebrali ecc.).

     

    Conseguenze

    I segni clinici della gestosi, se si escludono le complicanze dell'eclampsia appena elencate, sono limitati al periodo della gravidanza. Le eventuali lesioni epatiche e renali dovrebbero essere normalmente reversibili e cessano con la fine della gravidanza. La prognosi della madre è buona mentre quella fetale dipende strettamente dalle complicanze che possono essere insorte nel corso della gravidanza. La prognosi, sia per la madre che per il feto, diventa riservata in caso di eclampsia.

     

    Terapia 

    La terapia si basa sull'uso di farmaci ad azione ipotensiva e su farmaci in grado di deprimere l'eccitabilità nervosa e quindi prevenire le convulsioni eclamptiche (Solfato di magnesio), oltre che, naturalmente, sul riposo a letto. Può essere effettuata anche terapia con calciparina, nei casi in cui non vi sia una eccessiva riduzione del numero delle piastrine, per cercare di migliorare il circolo placentare.

    L'espletamento del parto, può essere a tutti gli effetti una terapia, poiché risolve la malattia nella madre (nel giro di pochi giorni e toglie il feto da un ambiente che potrebbe essere inadatto alla sua crescita e sopravvivenza. Chiaramente espone il feto ai rischi della prematurità (questo dipende dall'epoca di gravidanza), che dovranno essere attentamente valutati al momento della decisione.

     

     

    http://www.alessandrofeo.it/pg026.html

     

    Gestosi

    La gestosi, definita anche preeclampsia, è una seria complicazione della gravidanza caratterizzata dalla presenza di ipertensione arteriosa e proteinuria. A queste manifestazioni si associa, quasi costantemente, il difetto di crescita intrauterino del feto. Altri segni possono essere: rapido aumento delle transaminasi, dolore epigastrico, convulsioni (eclampsia), iperreflessia, cefalea severa, persistenti disturbi visivi (scotomi), disturbi della coagulazione (trombocitopenia, coagulazione intravascolare disseminata) ed emolisi.
    L'edema non è incluso tra i segni necessari per la diagnosi. Esso si verifica con uguale frequenza tra le donne con gravidanza fisiologica e tra quelle con preeclampsia, benché la comparsa rapida di edema generalizzato deve far sospettare la futura preeclampsia.
    Una precoce comparsa della patologia preeclamptica è causa di esiti sfavorevoli materni e fetali. La percentuale di mortalità perinatale è più alta nei feti di madri preeclamptiche. Questi decessi possono essere il risultato di una morte intrauterina per insufficienza placentare e/o distacco di placenta.
    L'incidenza della preeclampsia viene stimata tra il 10% ed il 20% nelle primigravide. Il rischio di ricorrenza della preeclampsia è compreso tra il 7,5% ed il 29%.
    Fattori di rischio
    L'età, la familiarità, le patologie mediche preesistenti (ipertensione, diabete, malattie tiroidee, ipercolesterolemia familiare), l'obesità pregravidica, la primiparità, la gemellarità, l'idrope fetale sono fattori di rischio per la gestosi.
    - Età: le donne di età superiore a 35 anni presentano un'incidenza di gestosi superiore di circa 3 volte a quella delle donne giovani.
    - Storia familiare: L'incidenza di preeclampsia è 4 volte più alta nelle sorelle di donne che hanno avuto la preeclampsia.
    - Cattiva placentazione: il riscontro flussimetrico di elevate resistenze e/o di ridotta elasticità dei vasi uterini è indice di cattiva funzione placentare e quindi di aumentato rischio di gestosi.
    - Ipertensione: il riscontro di pressione arteriosa elevata prima della 20^ settimana di gestazione è stato associato al successivo sviluppo di preeclampsia.
    - Diabete: il diabete aumenta del 10% il rischio di preeclampsia.
    - Malattie renali: una patologia renale preesistente aumenta l'incidenza di ipertensione fino al 48% nel 3° trimestre di gestazione. Anche l'infezione delle vie urinarie in gravidanza aumenta di 1,5 volte il rischio di preeclampsia.
    - Cause immunologiche e coagulopatie: l'iperomocisteinemia, il deficit della proteina S, della proteina C, la sindrome da anticorpi antifosfolipidi aumentano il rischio di preeclampsia.
    Le pazienti eterozigoti per anemia drepanocitica presentano un rischio di preeclampsia tre volte più elevato.
    - Primiparità: la relazione tra primiparità ed eclampsia suggerisce l'esistenza di un meccanismo immunologico che rende unica la prima placentazione. Alcuni Autori hanno suggerito l'esistenza di un meccanismo protettivo nei confronti degli antigeni paterni nelle gravidanze successive.
    - Gemellarità: la gemellarità aumenta il rischio di gestosi di oltre tre volte. Il rischio aumenta con l'aumentare del numero di gemelli.

    Conseguenze materne, fetali e neonatali
    In relazione alla gravità dello stato patologico la gestosi può determinare scarse complicanze o causarne di gravi o gravissime, compromettendo in maniera definitiva lo stato di salute della gestante e del feto. Tra le complicanze il ritardo di crescita intrauterino, la morte intrauterina del feto, le condizioni patologiche materne secondarie all'ipertensione arteriosa ed al coinvolgimento multiorgano caratteristico delle forme più aggressive.
    La gestosi determina aumento della morbilità e della mortalità materna, fetale e neonatale ed aumento della frequenza del parto prematuro mediante taglio cesareo.

    Controllo e terapia
    La pressione arteriosa deve essere rilevata ogni giorno, l'esame delle urine deve essere effettuato ogni settimana mentre gli esami del sangue (bilirubina, transaminasi, PT, PTT, fibrinogeno, piastrine, acido urico, etc.) devono essere eseguiti ogni 20 giorni. Il monitoraggio ecografico e flussimetrico deve essere frequente (ogni 2-4 settimane).
    Bisognerà controllare adeguatamente l'eventuale malattia favorente la gestosi.
    La gestante dovrà evitare l'eccessivo incremento ponderale attuando un regime dietetico povero di grassi e prevalentemente proteico. Saranno banditi i dolci, le fritture, i cibi conditi, le bevande gassate ed alcoliche. Sarà prudente eliminare il fumo di sigaretta.
    Utile misura è il riposo. E' consentito effettuare quotidianamente una breve passeggiata (20-30 minuti).
    Le opzioni terapeutiche in caso di preeclampsia sono tuttora oggetto di acceso dibattito e variano in relazione alla gravità della sintomatologia clinica ed all'eventuale patologia materna preesistente alla gravidanza.



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