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Il dramma dei bimbi-detenuti Bambini dietro le sbarre, costretti a condividere sei metri quadri con estranei che non sopportano il loro pianto. Bambini che giocano in un cortile senza alberi, circondato da mura troppo alte. Bambini che prolungano il legame simbiotico con la madre, che crescono senza il papà, i fratelli, i nonni. In poche parole bambini detenuti. Tre anni fa una nuova legge ha finalmente stabilito che le donne, con figli di età inferiore ai dieci anni, hanno diritto alla sospensione della pena, possono scontarla a casa o in luoghi alternativi al carcere. Sembrava cancellata per sempre una barbarie, lontana anni luce dalle meraviglie del nostro sistema penitenziario capace di concedere semilibertà e permessi premio anche a mafiosi e terroristi. Ma per mancanza di strutture questa legge non riesce a decollare. Anche se qualcuna ci prova come la nomade che non avendo figli ne ha comprato uno per evitare la cella. Una storia che ricorda il vecchio film di Sofia Loren. Così gli ultimi veri reclusi sono proprio i bambini. Secondo dati raccolti dalla consulta penitenziaria di Roma, le madri in carcere con figli al seguito sono in media 60 ogni anno. Una ventina sono raccolte nella sezione nido del carcere romano di Rebibbia, vere privilegiate rispetto alle altre che non usufruiscono di spazi specifici e non godono di alcuna assistenza. L 'esperienza di Rebibbia è un osservatorio permanente delle sofferenze di questi bambini e delle loro madri, soprattutto nei casi di donne che si trovano ad espiare una condanna pesante e sono costrette a separarsi dal figlio allo scadere dei tre anni. «Un lutto terribile per entrambi, pericoloso soprattutto per il bambino che si trova ad affrontare improvvisamente il mondo esterno accanto ad estranei, anche se si tratta del padre o dei nonni, con i quali non ha alcuna relazione affettiva», scrivono gli psicologi di Rebibbia. «La maggior parte delle detenute madri non rappresenta un pericolo sociale. Sono in prevalenza nomadi o extracomunitarie, finite in carcere per qualche furtarello», dice Leda Colombini, anziana e combattiva femminista fin dai tempi dell'Unione Donne Italiane. Quelle chiamate a rispondere di reati più gravi, stupefacenti e altro, sono quasi tutte sudamericane. Per loro la legge non conta, al momento dell'arresto nessuna è in grado di indicare una fissa dimora. Tantomeno le colombiane che sbarcano dall'aereo con la valigia imbottita di cocaina e pargolo al seguito. Non resta che il carcere, dal momento che le case-famiglia ipotizzate dal legislatore non sono mai state costruite. «Per molte la detenzione rappresenta una fase di recupero sociale, ma a fine pena vengono espulse- lamenta Leda Colombini - e nessuno si preoccupa di sapere cosa faranno con i loro figli una volta fuori». Non ci sono soltanto straniere nelle carceri italiane. Un problema recente è quello delle terroriste condannate a lunga pena, spesso all'ergastolo, che restano incinta durante i permessi premio. Ad eccezione di Cinzia Banelli, la brigatista pisana coinvolta con il gruppo fiorentino delle Br-Pcc nel delitto di Marco Biagi, e che ha partorito in carcere dopo l'arresto, sono quasi tutte dissociate dalla lotta armata e hanno scontato buona parte della pena. Donne che hanno desiderato fortemente un figlio per chiudere con il passato. Come Francesca Mambro, ex terrorista di destra, ergastolana. A lei è andata bene, dopo la nascita di una bambina, che ora ha tre anni, è uscita dal carcere e sarà libera fino al compimento del suo decimo anno. La Mambro non è più socialmente pericolosa, ma sarà difficile trovare un giudice che si impegni a garantire per la Banelli. Strutture alternative, adeguatamente vigilate, non esistono. E una legge da sola non basta ad aprire le porte del carcere per sessanta bambini innocenti.
<IFRAME border=0 name=I1 src="http://digilander.libero.it/Katia05/fantasy_cal.html" frameBorder=0 width=182 scrolling=no height=222> </IFRAME> Bob Dylan
Lasciati andare ragazza
lasciati andare ragazza lasciati andare ragazza lasciati andare sul mio grosso letto d'ottone tutti i colori che hai nella mente io te li farò vedere e tu li vedrai brillare lasciati andare. ragazza lasciati andare sul mio grosso letto d'ottone rimani ragazza rimani rimani con il tuo uomo un poco fino all'inizio del giorno fammi vedere come lo fai sorridere i suoi vestiti sono sporchi ma le sue mani sono pulite e tu sei la cosa più bella che lui mai abbia visto rimani ragazza rimani rimani con il tuo uomo un poco perché aspettare ancora che il mondo incominci quando puoi avere la tua torta e anche mangiarla perché aspettare ancora il tuo amore quando lui sta qui davanti a te lasciati andare ragazza lasciati andare sul mio grosso letto d'ottone rimani ragazza rimani rimani mentre la notte ancora è vicina voglio vederti nella luce del mattino voglio starti vicino nella notte rimani ragazza rimani rimani mentre la notte é ancora vicina
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a ~ | Amedeo Minghi
| | DEDICATO sogni passati, sogni | | | | | | |
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| Qui scrivi | | | Creato da | | Questi sono miei | | |
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Non posso essere sola, mi viene a visitare una schiera di ospiti, non sono registrati, non usano la chiave, non han né vesti, né nomi, né climi, né almanacchi, ma dimore comuni, proprio come gli gnomi, messaggeri interiori ne annunciano l'arrivo,invece la partenza non è annunciata, infatti non sono mai partiti.
Emily Dickinson Chi non trova il paradiso quaggiù non lo troverà neanche in cielo . Gli angeli stanno nella casa accanto alla nostra ovunque noi siamo .
Emily Dickinson |
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Come quell' enormi sfingi distese per l'eternità in nobile posa nel deserto sabbio, essi scrutano il nulla senza curiosità, calmi e saggi. .
C.Baudelaire Dimmi Donna Dimmi Donna dove nascondi il tuo mistero donna acqua pesante volume trasparente più segreta quanto più ti spogli quale è la forza del tuo splendore inerme la tua abbagliante armatura di bellezza dimmi non posso più con tante armi donna seduta sdraiata abbandonata insegnami il riposo il sonno e l'oblio insegnami la lentezza del tempo donna tu che convivi con la tua carne ignominiosa come accanto ad un animale buono e calmo donna nuda di fronte all'uomo armato togli dalla mia testa questo casco d'ira calmami guariscimi stendimi sulla fresca terra toglimi questi vestiti di febbre che mi asfissiano sommergimi indeboliscimi avvelena il mio pigro sangue donna roccia della tribù sbandata discingimi queste maglie e cinture di rigidezza e paura con cui mi atterrisco e ti atterrisco e ci separo donna oscura e umida pantano edenico voglio la tua larga fragrante robusta sapienza, voglio tornare alla terra e ai suoi succhi nutritivi che corrono sul tuo ventre e i tuoi seni e irrigano la tua carne voglio recuperare il peso e la completezza voglio che tu m'inumidisca, m'ammolli, m'effemini per capire la femminilità, la morbidezza umida del mondo voglio appoggiata la fronte nel tuo grembo materno tradire il ferreo esercito degli uomini donna complice unica terribile sorella dammi la mano torniamo ad inventare il mondo noi due soli voglio non distaccare mai gli occhi da te donna statua fatta di frutta colomba cresciuta lasciami sempre vedere la tua misteriosa presenza il tuo sguardo di ala e seta e lago nero il tuo corpo tenebroso e raggiante plasmato di slancio senza incertezze il tuo corpo infinitamente più tuo che per me quello mio e che dai di slancio senza incertezze senza tenerti niente il tuo corpo pieno e uno illuminato tutto di generosità donna mendicante prodiga porto del pazzo Ulisse non permettere che io dimentichi mai la tua voce di uccello memorioso la parola calamitata che nel tuo intimo pronunci sempre nuda la parola sempre giusta di folgorante ignoranza la selvaggia purezza del tuo amore insensato delirante senza freno abbrutito invidiato il gemito nettissimo della tenerezza lo sguardo pensieroso della prostituzione la cruda chiara verità dell'amore che assorbe e divora e si alimenta l'invisibile zampata della divinazione l'accettazione la comprensione la sapienza senza strade la spugnosa maternità terreno di radici donna casa del doloroso vagabondo dammi da mordere la frutta della vita la stabile frutta di luce del tuo corpo abitato lasciami reclinare la mia fronte funesta sul tuo grave grembo di paradiso boscoso spogliami acquietami guariscimi di questa colpa acre di non essere sempre armato ma soltanto io stesso.
(Tomàs Segovia) | I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori; sempre liberi di separarsi, senza separarsi mai. ~ A. Bougeard | Amico mio, tu e io rimarremo estranei alla vita, e l'uno all'altro, e ognuno a se stesso, Fino al giorno in cui tu parlerai e io ascolterò, ritenendo che la tua voce sia la mia voce; e quando starò zitto dinanzi a te Pensando di star ritto dinanzi a uno specchio. ~ Kahlil Gibran | | |
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| Her samler | language=JavaScript src="http://www.peak.dk/php/showpeakcounter.php?id=22691&view=60" type=text/javascript></SCRIPT> <NOSCRIPT></NOSCRIPT> language=JavaScript> </SCRIPT> <NOLAYER> |
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| | | | Applets
| Lake Applets |
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| Mysteri | | | | Eteriske Aromaterapie | | | | |
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