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Oggi è il e sono le ore nel CLUB dei dell' Veder sorridere un bambino e' come una carezza al cuore Veder sorridere un vecchio e' come una stretta all'anima Se sei un vero uomo, appena puoi trasformati in giullare, e divertiti con entrambi. E' bello, entusiasmante, vivere la nostra età! entra...fai clicke partecipa BaRcoLLo Ma nOn MolLo è il nostro motto!!!! Le Stagioni Le nevi si disciolgono, tornano ai campi le erbe, agli alberi le chiome: muta il volto la terra, i fiumi rientrano nei margini. La Grazia con le Ninfe e le sorelle gemine ardisce nuda condurre a danza il coro. Non sperare in eterno, ti dice l'anno e l'ora che il giorno rapisce. Il vento di Zefiro è mite; l'estate, che dovrà pur morire, calpesta la primavera; e appena l'autunno ha versato i suoi frutti ricorre la bruma, inerte. Ma le fasi lunari veloci riparano i danni del cielo: e noi, una volta scesi giù dove stanno il padre Enea ed Anco e Tullio ricco, polvere siamo e ombra. E' ignoto se gli dei aggiungano il domani ai tuoi giorni. Tutto quello che avrai negato al tuo animo cadrà nelle mani avide dell'erede. Scomparso che tu sia ed abbia udito il decreto solenne di Minosse, non potrà la facondia, o Torquato, non la tua origine né la tua religione ridonarti la vita. Diana non può liberare dall'ombra il casto Ippolito, e Teseo tenta invano di spezzare all'amico Pirito le catene di Lete. Orazio (Carminum Lib. IV, 7-8)
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Il CLUB dei dell' A.N.T.E.A. Entra anche Tu! ! CLICK per ENTRARE 2 ottobre FESTA dei NONNI I NONNI HANNO IL COLORE DELL'AUTUNNO QUANDO LA TERRA SI ACCINGE A DORMIRE. IN PRIMAVERA NASCERANNO NUOVI GERMOGLI. la 'Primavera' di Botticelli | | | |
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Ninna oh, ninna oh questo bimbo a chi lo do? Lo darò alla Befana che lo tiene una settimana, lo darò al lupo nero che lo tiene un anno intero, lo darò al lupo bianco che lo tiene tanto tanto. Ninna oh, ninna oh questo bimbo a chi lo do? Lo darò alla sua mamma che lo mette a far la nanna. | All'Amico e Gestore PASQUALE, NonnoPaì 13 GENNAIO 2007 Un ciao a Pasquale, un ciao pieno di rimpianti per quanto ancora ci saremmo detti e avremmo fatto, Amico di tutti noi. MESCETE AMICI Mescete amici, il bicchiere è vuoto. Che ancora, la vostra acquavite, scenda infocata a scaldarmi il ventre, per poi salire, in lenti vapori, sino alla ragna dei miei pensieri, districandoli uno ad uno, annullandoli in dolce oblio. Mescete amici, il bicchiere è vuoto. Datemi, il liquore che rompe il ghiaccio nel petto e lo rende fuoco, che regala, lacrime, agli occhi ansiosi di pianto. ………………………�?. | Questa notte voglio dormire il sonno pesante della morte. Mescete amici, il bicchiere è vuoto. Questo voglio da voi, amici, che riempiate il bicchiere. Esso dev’essere pieno: come il mio fegato di bile, come il mio cuore di gelo, come l’animo mio di nero. Mescete amici, il bicchiere è vuoto (Nonno Paì) | E così ne abbiamo messi quarantadue in cascina ... quarantadue anni di matrimonio. Ragazzi, come passa il tempo, mi sembra ieri il 25 luglio del 1964 quando, giovane ventitreenne dal fisico aitante (certo, aitante ... facevo molto sport), davanti alla basilica di Sant Eustorgio in Milano aspettavo che arrivasse lei, giovane ventunenne dai magnifici occhi verdi, Enrica. Sono passati quarantadue anni e il mio fisico non è più molto aitante dato che faccio meno sport (anche se mi dedico assiduamente al sollevamento della forchetta), mi è cresciuta un po' di pancia, ma in compenso sono calati i capelli; durante questi anni sono arrivati tre splendidi figli e tre bellissimi nipoti e spero che ne arrivino degli altri (intendo di nipoti). Il mondo nel frattempo è cambiato, i figli sono cresciuti e stanno crescendo anche i nipotini eppure una cosa non è cambiata, gli occhi di Enrica; sono gli stessi di allora e non è retorica se vi dico che mi danno ancora la stessa emozione. Domani, anzi oggi visto che è passata la mezzanotte, non ci saranno festeggiamenti particolari, la giornata trascorrerà con i soliti ritmi tra faccende varie e ultimi lavori da terminare, sarà un anniversario tranquillo ... io, Enrica ed il piccolo Giona che da mercoledì scorso è con noi dato che Barbara è via per lavoro; mercoledì mattino porterò Giona dalla madre a Londra e giovedì tornerò a Milano per preparare un lungo mese di ferie, noi due soli, senza figli né nipoti, esattamente come quarantadue anni fa, da soli ... ma lo so già che ci mancheranno. Quarantadue anni fa passammo un mese in giro facendo progetti per la nostra vita futura, quest'anno passeremo un mese a fare ancora progetti per la nostra vita futura ... cosa credevate che fossimo arrivati al tempo dei consuntivi? Pasquale | | IN PUNTA DI PIEDI In punta di piedi per non lasciare nei tuoi pensieri, le mie orme infangate con la melma portata da fuori. In punta di piedi per non turbare un fragile sonno, di bimbo appena assopito dopo un pianto incompreso. In punta di piedi nel rispetto del claustro della tua anima più volte ferita dai rumori del mondo. In punta di piedi entro, ti osservo e torno sui miei passi, così, semplicemente, silenziosamente, in punta di piedi. The new generation Voi, ultima covata, gestori del terzo millennio, mantenete il ricordo dell'amore dei padri; dimenticatene i nomi e le gesta, ma conservatene lo spirito e riversatelo come pioggia sui vostri figli. Pasquale | |
Sei giunto tra noi che eri da pochissimo diventato orgogliosamente Nonno, Te ne sei andato che stavi per divenire per la 4a volta NonnoPaì. Ed ora? Ora ci hai lasciato con i tanti 'perchè?' e con l'amarezza di non poterTi più sentire, leggere...apprezzare la 'positività' che ci hai emanato in questi anni e che proveremo a conservare, in Tuo nome. Grazie, Pasquale, non Ti dimenticheremo. Carissimo Pasquale, il tuo grande fratello Luiss mi ha comunicato il tuo ingresso in Paradiso. Ci siamo conosciuti non molto tempo fa, ma sei entrato prepotentemente nel mio cuore. Ti invio i miei migliori auguri. Vedrai, ti troverai molto bene lassù. Ciao! guerino Il ricordo di un amico Penso che nessun'altra cosa ci conforti tanto, quanto il ricordo di un amico, la gioia della sua confidenza o l'immenso sollievo di esserti tu confidato a lui con assoluta tranquillità: appunto perchè amico. Conforta il desiderio di rivederlo se lontano, di evocarlo per sentirlo vicino, quasi per udire la sua voce e continuare colloqui mai finiti. David Maria Turoldo | | | | | | | IN PUNTA DI PIEDI In punta di piedi per non lasciare nei tuoi pensieri, le mie orme infangate con la melma portata da fuori. In punta di piedi per non turbare un fragile sonno, di bimbo appena assopito dopo un pianto incompreso. In punta di piedi nel rispetto del claustro della tua anima più volte ferita dai rumori del mondo. In punta di piedi entro, ti osservo e torno sui miei passi, così, semplicemente, silenziosamente, in punta di piedi. Pasquale The new generation Voi, ultima covata, gestori del terzo millennio, mantenete il ricordo dell'amore dei padri; dimenticatene i nomi e le gesta, ma conservatene lo spirito e riversatelo come pioggia sui vostri figli. Pasquale TUTTI MORTI DEL MONDO Piango tutti i morti del mondo, le piaghe infette e gli arti mutilati. Piango il dolore dell’indifferenza, dell’ipocrita pietà di sola parte e piango per il pianto di tutti. Piango per le mie stesse lacrime, salate come il mare infetto. Piango un dolore senza fine, per il mio egoismo cieco e piango per l’ignavia mia e di tutti. Piango la fame, la sete, le percosse, e la disperazione della solitudine. Piango per la mia inanità. Piango per la mia stupidità. Piango per la mia disonestà... e di tutti. Pasquale
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anniversario E così ne abbiamo messi quarantadue in cascina ... quarantadue anni di matrimonio. Ragazzi, come passa il tempo, mi sembra ieri il 25 luglio del 1964 quando, giovane ventitreenne dal fisico aitante (certo, aitante ... facevo molto sport), davanti alla basilica di Sant Eustorgio in Milano aspettavo che arrivasse lei, giovane ventunenne dai magnifici occhi verdi, Enrica. Sono passati quarantadue anni e il mio fisico non è più molto aitante dato che faccio meno sport (anche se mi dedico assiduamente al sollevamento della forchetta), mi è cresciuta un po' di pancia, ma in compenso sono calati i capelli; durante questi anni sono arrivati tre splendidi figli e tre bellissimi nipoti e spero che ne arrivino degli altri (intendo di nipoti). Il mondo nel frattempo è cambiato, i figli sono cresciuti e stanno crescendo anche i nipotini eppure una cosa non è cambiata, gli occhi di Enrica; sono gli stessi di allora e non è retorica se vi dico che mi danno ancora la stessa emozione. Domani, anzi oggi visto che è passata la mezzanotte, non ci saranno festeggiamenti particolari, la giornata trascorrerà con i soliti ritmi tra faccende varie e ultimi lavori da terminare, sarà un anniversario tranquillo ... io, Enrica ed il piccolo Giona che da mercoledì scorso è con noi dato che Barbara è via per lavoro; mercoledì mattino porterò Giona dalla madre a Londra e giovedì tornerò a Milano per preparare un lungo mese di ferie, noi due soli, senza figli né nipoti, esattamente come quarantadue anni fa, da soli ... ma lo so già che ci mancheranno. Quarantadue anni fa passammo un mese in giro facendo progetti per la nostra vita futura, quest'anno passeremo un mese a fare ancora progetti per la nostra vita futura ... cosa credevate che fossimo arrivati al tempo dei consuntivi? Pasquale | |
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IL CUORE DI UNA BRUTTA ITALIA Abbiamo visto una brutta Italia, spesso in affanno, ma a volte incredibilmente bella, la squadra azzurra mi è sembrata il vero emblema di questa Italia ... brutta, ma con un grande cuore. Gattuso, il Gattuso di un'Italia operaia, di un'Italia reietta, di un'Italia che ha fame, ha detto una cosa che mi rimbomba nella testa come una grande verità "senza lo scandalo calcio non avremmo vinto i mondiali". Sì, è così questa nostra Italia, capace di tirarsi fuori dalle situazioni più penose con un'esplosione di orgoglio, capace di affrontare avversari più titolati a testa alta; un'Italia spesso non bella da vedere, ma capace di farsi amare ad onta degli sfottò d'oltralpe. Che grande brutta Italia, "Ringhio", questo brutto napoletano dalle gambe storte; Grosso, questo giovane che spavaldamente non si lascia intimorire dal pesante fardello di avere la responsabilità dell'ultimo decisivo rigore; Materazzi, un difensore che segna come un attaccante; Pirlo, grande regista; un grande capitano, Cannavaro; l'umiltà di un Del Piero panchinaro e tutta una squadra che va in porta ... ci mancava che segnasse anche Buffon, il grande Buffon sulla cui maglietta c'era scritto "no pasaran". È questa l'Italia che amo, un'Italia che, come Cenerentola, smette di lavare pavimenti per indossare i panni di regina ... grazie ad una, seppur antipatica, fata madrina ... Marcello Lippi. Pasquale Mi accorgo solo ora di aver fatto diventare "napoletano" il calabrese Gattuso Pasquale | | |
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TRA DUE AMORI QUALE SCEGLIERE???
Gli spaghetti "aglio e olio" sono un piatto semplice, ma, come tutte le cose semplici, la sua preparazione richiede amorevole cura e attenzione. Or vi racconto il fatto accaduto la sera del dieci febbraio: Verso le sette e mezza, dopo aver messo l'acqua a bollire, ho affettato in sottili lamelle tre spicchi (belli grossi) di aglio viola, poi ho spezzettato cinque o sei alici sott'olio, ho messo il tutto in una padella aggiungendo un bel cucchiaino di peperoncino calabrese (di quello che ti porta ls bocca a temperatura di fusione lavica) e quattro cinque cucchiai d'olio d'oliva extra-extra vergine. Bolle l'acqua, aggiungo la giusta dose di sale (la mia mano non sgarra di un grammo), apetto che riprenda il bollore e immergo con elegante movenza un mannello di spaghetti (per l'esattezza 150 gr. di pasta Voiello n° 103, cottura otto minuti, non un secondo di meno né uno di più). Aspetto che riprenda il bollore e carico il timer, accendo il fornello con la padella del condimento e con un'altra padella metto a tostare del pan grattato (senz'olio). Curo che le acciughe si sciolgano e che l'aglio si tosti a dovere senza bruciare. Suona il timer, l'avevo puntato su sette minuti e mezzo perché dopo aver scolato gli spaghetti, li ripasso per altri trenta secondi nella padella dell'olio, aglio e peperoncino. Verso nel piatto di portata (più che un piatto è una specie d'insalatiera), verso sopra il pangrattato tostato (vero tocco di classe) e arrotolo la prima sforchettata. Si apre la porta ed appare mia figlia con Giona in braccio e il piatto della pappa in mano Barbara - Babbo, non vuole mangiare, dice "no mamma, nonno". Giona - Ci, pappa nonno, mamma bia (sì, la pappa me la deve dare il nonno e tu mamma fuori dai ...) Lascio cadere la forchetta nel piatto, ingurgito l'acquolina che il profumo degli spaghetti aveva fatto sgorgare dalle mie ghiandole salivari e, con santa rassegnazione, prendo il pargolo sulle mie ginocchia perché si è rifiutato di mettersi nel seggiolone, cosa che mi avrebbe permesso di dare un cucchiaio di pappa a lui e una sforchettata di spaghetti a me, e comincio ad imboccarlo. Da un po' di giorni è alquanto inappetente (non è stato troppo bene) e solo la maestria del nonno (maestria maturata in anni di pratica con fratellini, figli e nipoti) riesce a farlo mangiare. Mi tocca raccontargli cose meravigliose, con un recitato che farebbe invidia ai più grandi guitti del carro dei Tespi e, tra una risata e l'altra, lui mangia tutto. Dopo che se n'è tornato a casa sua, guardo con mestizia ciò che resta del glorioso piatto fumante di spaghetti ... una massa compatta degna della peggiore mensa aziendale, rimetto in padella per dargli una riscaldata e mangio, ma non è più la stessa cosa, le ghiandole salivari si sono bloccate, lo stomaco si ribella, ma mi faccio forza e ingurgito. Ditemi voi quale dei due amori avrei dovuto scegliere? Gli spaghetti o il nipote? Chissà se un giorno mi sarà grato per questo e per tutti gli amori che ho dovuto tradire preferendo lui. continua ... (intanto vado a prendere un Alkaseltzer. Pasquale Secondo tempo Verso le nove meno un quarto si ripresenta Barbara per depositare Giona dato che deve andare fuori a cena, mi siedo sul divano e lui si accoccola accanto a me. L'unica cosa che posso guardare alla TV assieme a lui è l'inaugurazione delle Olimpiadi. Pur non amando molto il mondo degli sponsor la guardo con piacere: belle coreografie, forse un un po' didascalico, retorico ed auto-celebrante, ma meno di altre manifestazioni viste nel passato. Ovviamente quando dico "lo guardo" esagero perché Giona continua a fare il pagliaccio, si arrampica sullo schienale del divano, mi monta sulle spalle (più di una volta lo ripiglio al volo prima che precipiti a terra), mi sale sulle ginocchia e vuole fare cavalluccio, quasi mi rompe gli occhiali (mi costano un occhio, anzi due occhi della testa), cantiamo "nella vecchia fattoria" (lui è addetto a fare il verso degli animali), si allunga e appoggia la testa sulla mia pancia ... esplode in una risata "ah,ah,ah pancia nonno brubrubru" ... è il mio stomaco che sta ancora ribellandosi all'immonda pastura riscaldata. Ma è un furbo di tre cotte, ogni tanto si ferma, mi guarda coi suoi occhioni, mi abbraccia e mi dice "nonno, tanto bee" (nonno ti voglio tanto bene). Forse sto diventando retorico ed auto-celebrante anche io, ma cosa volete i nonni sono fatti così. Alle undici meno un quarto si addormenta, dopo una ventina di minuti torna mia figlia, porto Giona nel suo lettino e me ne torno a casa mentre dico a me stesso che tra i due amori, spaghetti o nipote, ho fatto la scelta giusta anche se l'Alkaseltzer non è bastato a farmi dimenticare gli spaghetti in rivolta ... proverò con un paio di grappini. Pasquale | | |
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BENVENUTO AI NUOVI ISCRITTI
Siamo in pochi, ma cresceremo. La finalità di questo gruppo è quella di accogliere tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell'infanzia, siano essi nonni o aspiranti nonni, ma anche anche giovani (tanto prima o poi toccherà anche a loro). Essere nonni non è un semplice fatto genetico, ma etico e morale; essere nonni non è un "possedere", è uno stato d'animo, è semplicemente amore verso le nuove generazioni alle quali auguriamo di essere migliori di quanto lo siamo stati noi. Scriveva Kahlil Gibran: “i vostri figli non sono figli vostri, ma figli e figlie della vita. Non provengono da voi ma attraverso di voi e non vi appartengono. Potete custodire i loro corpi, ma non le loro anime che abitano nella casa del futuro che voi neppure in sogno potrete visitare�? Un benvenuto a tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell'infanzia, magari insegnando alle nuove generazioni come non commettere i nostri stessi errori. Pasquale | |
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UN NATALE DI TANTI, MA TANTI ANNI FA
NOSTALGIA DI UN ANTICO NATALE C'era una volta un povero Natale, un natale in famiglia... il cenone della viglia, rigorosamente di magro (e anche molto magro); le letterine dentro ai tovaglioli di babbo e mamma, zeppe di promesse mai mantenute; la messa di mezzanotte e il profumo... il profumo delle bucce dei mandarini buttate sul piano rovente della stufa. Sì, per me il Natale è soprattutto l'odore dei mandarini, i primi e anche gli ultimi ... si vedevano solo a Natale; quell'odore fresco, che sapeva di sole e di rugiada... perché oggi i mandarini non hanno più quel profumo? e perché non c'è più la stufa? attorno alla quale babbo radunava la truppa e raccontava, inventandole, fiabe meravigliose che duravano settimane, questo dopo aver recitato il Rosario con una lunga coda di preghiere per i parenti ed amici lontani, per i defunti, per coloro che soffrono e non ricordo più per quanti altri. Oggi, al posto della stufa, c'è un maledetto cubo che ti propina telenovelas e orrende defilippate e, soprattutto, se ci butti sopra le bucce dei mandarini non ne fluisce alcun odore... e non ci puoi mettere ad abbrustolire fette del buon pane fatto da mamma (che gusto aveva) per poi strofinarci l'aglio e condirle con un poco d'olio e sale... che bruschette... oggi, al ristorante, te le fanno pagare come se al posto dell'olio ci fosse caviale e non sanno di niente, ma ti illudi di essere ancora attorno a quella stufa ad ascoltare quelle antiche fiabe raccontate da un brav’uomo che aveva pochi soldi, tanti figli e una fede incrollabile che gli consentiva di tirare avanti serenamente, supportato (e a volte sopportato) da una moglie tranquillamente e dolcemente solida ed affettuosa. Pasquale | |
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BUON ANNO IN ANTICIPO Non ho mai creduto alla scaramanzia dell'Anno Nuovo e non lo dico per snobismo, semplicemente non ci ho mai creduto. Perché dico questo? Perché questa volta voglio crederci e voglio crederci fortemente, me lo auguro e auguro a tutti che il prossimo anno sia finalmente un anno migliore di quello appena passato, anche perché se non lo fosse ... sarebbero "augelli amari". Tra qualche ora parto per Nizza per riposare e far riposare Enrica e tornerò il sette di gennaio di questo prossimo 2006, tornerò con la speranza (ma più probabilmente l'illusione) che qualche cosa potrà cambiare in questa nostra Italia di malapolitica, di malasanità, di malaffare, di malagestione, di scandali soffocati, di vomitevoli partigianerie, di sperequazioni economiche, di truffe, di giochi di prestigio... Che sia davvero il 2006 l'anno della rinascita? Me lo auguro e voglio augurarlo a tutti voi. BUON ANNO Ci risentiamo dopo l'Epifania Pasquale | |
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POESIE...sui NONNI dal web Michele che danza. Canzone per il nonno Un corridoio di corrimani prima d’arrivare ad incontrare il nonno che riposa con occhi lucidi, come mia madre che consuma fazzoletti soffiandosi il naso. Cerca sempre le stesse sigarette il nonno aspetta me che le scopro per far festa intorno ampie boccate fino al filtro filtro ch’�?veramente filtro quando scotta le dita, sigarette sempre nove ogni volta una di meno e le unghie un po�?più gialle. Si veste di striscioline panno color limoni di Sicilia si veste come i monelli neonati dei cartoni con un bottone slacciato sul sedere che spunta. E�?sottile sottile il nonno ci sta in tutti gli angoli di questo recinto conserto e molto stranito guarda fuori e si scheggia l’unghie. Corre senza nessuno al traguardo corre oltre quel nasone ch’è’l becco d’un tucano coloratissimo ma quest’altri invece non ci credono perché (io l’ho chiesto) non han mai visto un tucano e così (io lo spingo) gl’han messo le ruote. Dorme il nonno che sembra Merlino con molti meno riccioli e con due spicchietti di sguardo dorme in barba ad un santone con un lenzuolo bianco da gelataio e due ciabatte tonde ai piedi. Via questo mastro lattaio e’l nonno subito cambia gusto sorride senza far sganascio (è sempre stato di giusta misura il nonno) sorride senza rider perché le guance s’animano solo quando parlano con la dentiera. Ha un cuore mosso il nonno faceva il marinaio, era il capitano Blake domatore d’onde già lo vedo dal fondo del letto sulla punta della motonave con la giacca blu e i baveri fregiati i bottoni d’oro e i guanti bianchi il cappello a punta là dove il vento soffia prima ch’ovunque lì in cima al ponte ch’apre i mari e alza l’onde. Il nonno ch’�?un piccolo mondo sott’occhio io che n’ho uno uguale sulla pancia un neo pieno ch’in lui è nato e in me cresce. E�?malato chi respira e non vive chi ha occhi ma non sguardo chi pensa ma non crede il nonno sospira ma non s’avvede il nonno che mi bagna il pane il nonno che lo bagna nel vino il nonno che gioca a scopa con tre carte e m’insegna a tagliare il mazzo il nonno che mi stringe al mercato e mi compra un fiore che balla il nonno che mi porta a pescare sul molo il nonno che rincorre la palla sulla terrazza il nonno che la raggiunge su e giù dai tetti il nonno e i treni modello per le feste il nonno che rimette sui binari i vagoni che faccio cadere il nonno capitano che fa il ferroviere il nonno che mi suggerisce le rime ed io neanche me ne accorgo il nonno ch’�?una botte di rovere dove invecchiano i ricordi il nonno che mi scalda e distilla i pensieri | ...e sempre dal web Il piccolo nonno Guardando Germano Trasecola dal sonno E si ritrova anziano.
Ahi nonno Giuseppe Come fugge la vita! Anche tu fosti Peppe Al via della partita.
La voce ti si arroca Sfiorando il visino Di chi lieto gioca Nel suo caldo lettino.
Coraggio resisti Hai tanto da fare Non renderci tristi Continua ad amare.
Amare e' vivere E finche' lo farai Potrai forse gemere Ma morire mai
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Auguri, NONNI!
2 ottobre FESTA dei NONNI I nonni L'arrivo di un bambino colpisce non soltanto i genitori, ma anche altri membri della famiglia. Qui parleremo dei nonni. Bisogna sottolineare che i nonni attuali sono qualche volta ancora giovani, spesso attivi ed in buona salute. Di solito più disponibili dei genitori, avendo più esperienza, i nonni hanno un ruolo privilegiato e complementare a quello dei genitori. Si occupano del bebè per badargli giusto il tempo di un'uscita in coppia, quando il bebè è ammalato o per dare un aiuto più grosso, per esempio quando badano al bebè tutti i giorni mentre papà e mamma lavorano. Grazie a loro, il bambino scopre la propria "storia" e quella della sua famiglia, le sue "radici". Egli capisce che il suo mondo non è solo fatto da mamma e papà, che anche loro sono stati bambini, che anche loro hanno fatto delle marachelle, che sono cresciuti assieme a fratelli e sorelle che sono diventati zii e zie, che anche questi hanno dei figli che sono suoi cugini e cugine, ... ed altre cose ancora. I nonni hanno un grande vantaggio in rapporto ai genitori: non hanno responsabilità sull'educazione e non hanno gli stessi compiti e responsabilità quotidiane. Essi sono quindi molto più disponibili per i loro nipotini, per tutto ciò che è ludico e ricreativo. Le confidenze, le passeggiate, le visite allo zoo o al museo, i pomeriggi al cinema, ... sono il premio dei nonni che piace tanto ai nipotini. Se tutti questi elementi piacevoli possono naturalmente essere assicurati anche dai genitori, questi ultimi devono anche prendersi carico delle "bue", dei doveri, del lavoro e, quando capita, anche delle punizioni. Nel quotidiano, queste cose piacevoli non hanno lo stesso gusto! Per evitare ogni tipo di rivalità o conflitto generazionale, bisogna rispettare una regola: i genitori restano genitori, i soli responsabili dell'educazione e delle decisioni che riguardano i bambini. I nonni possono dare dei consigli ed il loro parere è spesso richiesto dai neo-genitori. Ma è meglio evitare di intervenire direttamente nelle loro decisioni. Se i ritmi di vita attuali non consentono facilmente ai piccoli di andare dai nonni, esiste comunque un legame forte tra loro. Se nonna lavora ancora, con una vita sociale molto impegnata, viaggia o se le distanze sono troppo grandi, le visite e le telefonate, un disegnino, ... non vanno trascurati e fanno contenti tutti. C'è un momento in cui i nonni possono essere rassicuranti. E' quando la coppia dei genitori attraversa un periodo difficile e si separa. A condizione di non prendere parte al conflitto e di non criticare l'uno o l'altro genitore, essi possono essere un punto di riferimento stabile, un'oasi di pace per i loro nipotini. Allora, il loro ruolo di nonna, nonno, tata ed altri non va sottovalutato. Sono indispensabili per la storia dei nipotini, per la trasmissione di fatti e segreti di famiglia. E' ciò di cui i bambini hanno bisogno per crescere. | Ciaoooooooooooo Angela | | |
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