'O PORTALE 'E NAPULE Veduta del golfo di Napoli da Posillipo Napoli | «Napule è mille culure Napule è mille paure Napule è a voce de' criature che saglie chianu chianu e tu sai ca nun si sulo.» | | (Pino Daniele, "Napule è") | Nàpoli /ˈnaːpoˌli/ (Napule /ˈnaːpuˌlə/ in napoletano), capoluogo della provincia omonima e della regione Campania, è la terza città d'Italia per numero di abitanti, ma costituisce, insieme alla sua area urbana, la seconda conurbazione italiana dopo quella di Milano, con una popolazione di 3.121.397 (dati su base istat), ed è settima nella classifica delle aree metropolitane europee con 4.400.000 abitanti in un'area di 2.228,79 Kmq (dati Svimez). È da notare inoltre che nella città risiede un quinto dell'intera popolazione regionale e metà di quella della sua provincia. La città di Napoli è situata sull'omonimo golfo, tra il Vesuvio e l'area vulcanica dei Campi Flegrei. Il suo centro storico, di particolare importanza storica ed architettonica, è importante meta di turismo nazionale ed internazionale, ed è uno dei siti che l'UNESCO ha dichiarato patrimonio dell'umanità. Il suo panorama ed i suoi prodotti tipici sono da annoverare tra i più classici simboli dell'Italia nell'immaginario collettivo internazionale. Il teatro napoletano è una delle più antiche e conosciute tradizioni artistiche della città. Tra i suoi principali esponenti si citano Eduardo Scarpetta, Eduardo De Filippo, Totò. Molto importante è inoltre la figura di Pulcinella, che, secondo Benedetto Croce, nacque nella Napoli del Seicento da un certo Puccio d'Aniello. Il Teatro San Carlo, il principale di Napoli, è il più ampio d'Italia con i suoi 3.000 posti. Tra le molte correnti pittoriche napoletane che si sono succedute nei secoli, di particolare rilevanza e pregio artistico sono risultate quelle del Seicento e dell'Ottocento. Alla prima appartengono Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera, Bernardo Cavallino, Mattia Preti e Luca Giordano. Della seconda si ricordano invece in particolare Antonio Pitloo, Giacinto Gigante e Domenico Morelli. La vita musicale napoletana fu molto intensa già a partire dal XV fino al XVII nell'ambito della polifonia sacra e profana. Dal XVII e soprattutto nel XVIII secolo la Scuola Musicale Napoletana assunse un ruolo preminente nel campo della musica sacra e operistica con musicisti come Alessandro Scarlatti, Giovan Battista Pergolesi, Nicola Porpora. La canzone classica napoletana, assurta a fenomeno storico nel corso delle annuali feste di Piedigrotta tra l'Ottocento e la prima metà del Novecento e con i successivi Festival della Canzone Napoletana, è oggi un patrimonio tutelato. È attivo da vari anni, presso la sede RAI di Napoli, l'Archivio Sonoro della Canzone Napoletana. Altro fenomeno musicale di particolare interesse è la cosiddetta Sceneggiata che si fonda sulla sceneggiatura di un intero spettacolo teatrale partendo da una canzone di argomento popolare. Dagli anni '50 si diffusero i cantautori cosiddetti "melodici" che mettevano in musica testi originali quando non poesie tradizionali in lingua napoletana, come i capolavori di Salvatore Di Giacomo. L'interprete assoluto di questo periodo della canzone napoletana è Roberto Murolo. Dagli anni '80 si è affermato, come fenomeno locale, il genere "neomelodico": numerosi cantanti ed autori locali hanno composto canzoni, che in genere trattano storie d'amore ambientate nella Napoli moderna. Il risultato artisticamente è discutibile (i testi sono piuttosto superficiali e la tecnica affidata spesso a semplici basi elettroniche) e sicuramente non paragonabile a quello ottenuto dalla canzone napoletana propriamente detta, ma in ambito locale questo genere riscuote un notevole successo: Mario Merola, Gigi D'Alessio e Nino D'Angelo sono i più famosi esponenti di questo genere anche se a parte Merola, lo hanno poi progressivamente abbandonato. È comunque vasta la schiera di cantautori e musicisti che in modo moderno hanno dato e danno il loro contributo alla continuazione della tradizione musicale partenopea: Pino Daniele, Edoardo Bennato ed Eugenio Bennato, Enzo Gragnaniello, Alan Sorrenti, Enzo Avitabile sono solo alcuni dei "moderni" più famosi e apprezzati. Napoli è inoltre esportatrice di tribal-house in Europa, e dalla fine degli '80 ha dato luogo a massiccie produzioni di elettronica, trip-hop e rock alternativo. Ricordiamo il trip-hop "napoletano" degli Almamegretta, i 99 Posse, i particolari Le Loup Garou, l'industrial dei Narcolexia, la rock-dance-psichedelica dei Planet Funk e tantissimi altri tra cui decine di Dj alcuni dei quali noti sia in Italia che in Europa. Sebbene la leggenda ritenga che il primo presepe fu realizzato da San Francesco d'Assisi nel 1223, questa tradizione è tipicamente napoletana. Tra il XVII e XVIII secolo l'arte del presepe raggiunge le più alte punte artistiche. Molti esemplari sono visibili oggi nel Museo di San Martino. La tradizione è ancora viva per molti napoletani che allestiscono il presepe nelle loro case nel periodo natalizio, acquistando le statuette nella celebre via San Gregorio Armeno dove si trovano le botteghe dei pastorai. Pizza, Vesuvio e mandolino: sono le tre famose parole magiche che si associano a Napoli nella mentalità collettiva. Molto più note dei suoi monumenti, le tradizioni napoletane sono risapute, celebrate - e a volte caricaturizzate - in tutto il mondo nonché simbolo dell'iconografia italiana all'estero. Maròòòòò....'a pizza!!!! Un grido di dolore... |