“�?quando la Valmarecchia si riveste d'autunno, indossando la coltre multicolore, e penetra i tuoi occhi e il cuore con il suo incanto, esco di casa e risalgo la strada verso l’interno, verso la collina e più su verso il passo di Viamaggio, lasciandomi alle spalle il mare e il territorio della piadina per abbracciare con lo sguardo quello del monte e del pane toscano. Vado osservando calanchi, spuntoni di roccia rosicchiata e i dolci declivi; guido senza fretta e senza meta. E non mi importa tanto di sapere i nomi degli alberi che costeggiano la via dell’ambra; a quale specie appartenga ciascuno di essi, quello abbarbicato alle rocce e che tenace trattiene sassi e zolle, quell’altro più in là come sospeso oltre gli erbaccioni, gli altri quasi in cielo a fare da cuscini multiformi sullo sfondo terso. In queste tiepide giornate di sole che scaldano il sottobosco non mi chiedo a chi appartengano quelle foglie gialle, quelle rosso bruno intenso, o quelle invece ancora persistentemente verdi: ciò che mi piace è osservare la luminosità di questo gioco di colori cangianti che preannunciano, è vero, una nuova stagione, ma che mi donano una patina di dolcezza. Vorrei che foste qui con me per condividerne l’emozione, la gioia di questa festa, il piacere dell’immenso mistero, la gratitudine per la bellezza…�?BR>
(da: C. Previato, "Scritti di Valmarecchia", 2005)