martedì 13, mercoledì 14, giovedì 15 marzo 2007
in prima assoluta nazionale
al Teatro Ermete Novelli di Rimini
la Compagnia Lavia Anagni - Procope Studio
porta in scena
LE NOZZE DI FIGARO
di Pierre-Augustin de Beaumarchais
traduzione Enrico Groppali
adattamento di Tullio Solenghi e Matteo Tarasco
con Tullio Solenghi
e con Sandra Cavallini, Roberto Alinghieri, Giancarlo Condé, Alessandra Schiavoni, Gianluca Musiu, Guglielmo Guidi, Silvia Salvatori, Salvatore Rancatore
regia di Matteo Tarasco
RIMINI �?(c.p.) Chi non conosce almeno di fama Le nozze di Figaro?
Pressoché tutti direi. Nel senso dell’opera musicata da W. Amadeus Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte e più volte rappresentata nei nostri teatri lirici per l’esecuzione di grandi della musica. Magari ci prende un sorriso dolce al solo ricordo di quel che ci è rimasto dentro della storia, dei personaggi, degli spiazzamenti che ancora oggi una vicenda che narra un macchinoso gioco di intrighi di palazzo, si palesa al fondo in tutta la sua capacità di farci riflettere, ridendo. L’intreccio è giocato sui toni della comicità e del dramma, con divertenti scambi delle parti, in un susseguirsi di colpi di scena, travestimenti e passioni. Le situazioni da vaudeville nella coommedia mascherano appena una forte satira sociale.
Meno, sono certa, conosciamo l’autore del testo, un capolavoro del letterato francese dell’Età dei Lumi, Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais. Il quale avvertiva il lettore: “Nella sua trama scherzosa, fate posto alla ragione�?
Tullio Solenghi (che inizia come Beaumarchais e poi si sdoppia nello scoppiettante protagonista di Figaro), spiega: “Lo spettacolo gioca su questo doppio binario: fare ridere e lasciare nello spettatore spunti di meditazione. Inoltre �?aggiunge - a differenza che nella Bisbetica domata - che vedeva in scena solo attori uomini a interpretare personaggi femminili �?qui c’�?il ritorno delle attrici in ruoli femminili molto belli: la contessa, Susanna, Marcellina. Ovviamente abbiamo dovuto operare dei tagli per adattare il testo originale a un odierno tempo teatrale giusto, che resti dentro le due ore. Abbiamo aggiunto alcuni nobili interventi, prendendo pezzi colti e intelligenti di Cecov e Pirandello, per restituire qualcosa di fresco ad un testo in cui ci sono parole di politica che risuonano ancora attuali, ed era il Settecento!�?.
In pratica i motivi tratti da questi autori sono gli stessi: affettivi e razionali; in tutti si rappresenta col sorriso sulle labbra il mondo che crolla, compreso quello interiore.
Nella storia, il Conte di Almaviva pretende che la bella cameriera Susanna, promessa sposa al barbiere Figaro, gli conceda lo jus primae noctis, benché fosse appena stato abolito. La giovane lo ingannerà facendosi sostituire dalla contessa, dopo avere scatenato con la complicità dello scaltro Figaro, una lunga serie di equivoci. Attraverso questa girandola di situazioni in cui nulla è davvero come appare, Beaumarchais si fa gioco delle classi sociali dell’Ancien Régime che proprio all’epoca della rappresentazione nei teatri parigini e francesi stava andando in frantumi.
“Le nozze di Figaro �?spiega il regista Matteo Tarasco �?è un’allegra commedia in un mondo che crolla: è l’ultima grande commedia del teatro settecentesco prima della Rivoluzione francese. Sembra addirittura che Napoleone avesse definito il capolavoro di Beaumarchais la Rivoluzione in azione. La storia di Figaro - prosegue - è un equilibrio sopra la follia dove il teatro diventa specchio della Storia. La storia di un mondo sull'orlo di un abisso, ma anche la storia privata di una famiglia in crisi. La famiglia fondata sul matrimonio è infatti il tema centrale della commedia. I conflitti familiari, lo scontro tra ciò che è giusto socialmente e ciò che è sbagliato moralmente, la lotta tra natura e cultura, sono i cardini sui quali si svolge la folle giornata de Le Nozze di Figaro".
Lo spettacolo è portato in scena dalla Compagnia Lavia Anagni, cui si aggiunge il nuovo innesto Procope Studio per un’amalgama fortunato che vedrà in scena, con Tullio Solenghi, Sandra Cavallini, Roberto Alighieri, Giancarlo Condè, Alessandra Schiavoni. Gianluca Musiu, Guglielmo Guidi, Silvia Salvatori, Salvatore Roncatore.
Nonostante l’adattamento teatrale, il testo di Beaumarchais permane in tutta la sua grandezza insieme al suo autore che ha rischiato la testa per dire ciò che diceva. Un testo che fu censurato e fu solo grazie a Maria Antonietta se fu possibile rappresentarlo allora. Un’opera dunque coraggiosa e divertente, dove le schermaglie amorose dei protagonisti dimostrano che uomini e donne sono tutti uguali di fronte alla passione, a nulla valgono le differenze sociali se l’amore non è corrisposto.
D'altro canto, dal Teatro ci si deve aspettare ben di più che un semplice amusement. Il suo ruolo è, e deve essere, quello di intrattenerci e di darci qualche pugno nello stomaco, magari a scoppio ritardato. Importante è che arrivi là dove deve anche quando la rappresentazione della realtà sembra il contrario di quella che è, e che la finzione scenica sia lo specchio della vita e il riverbero della Storia.