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Dal quando l'uomo ha alzato gli occhi al cielo si è sempre interrogato sulle stelle. Da allora in poi si ha notizia di sacerdoti, imperatori, filosofi, studiosi, intellettuali... che hanno segnato la nascita e il cammino dell'astromantica, dell'astronomia, dell'astrologia
-Ci piace viaggiare a occhio nudo nel cosmo come facevano gli antichi. Anche se, pare, gli assiri si servissero di "lenti incastonate in tubi d'oro" per "dilatare la pupilla".
-Ci piace pensare che nel cielo notturno non ci siano soltanto corpi celesti, quasar, buchi neri, nebulose, galassie, ma anche astri misteriosi che concorrono non si sa come a formare il nostro carattere e ad influenzare la nostra vita.
-Ci piace ereditare dagli assiri le costellazioni che si sono inventati studiando sistematicamente, per conoscere la vomlontà degli dei, quel loro cielo, cioè a dire la via di Anu, delimitata dai nostri Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno.
-Ci piace comprendere come per gli antichi tutto fosse immagine speculare di tutto. Nel senso che la legge dell'universo doveva essere emanazione divina e tutto ciò di cui era composto, non poteva che appartenere alla sfera di influenza di una divinità.
Prima dell'astrologia, nata in Mesopotamia, era divinazione astromantica, nel senso di sapere iniziatico riservato ai sacerdoti: si pensava che la divinità preannunciasse il futuro mediante segni e la mantica doveva riconoscerli e interpretarli. Già prima del VII secolo a.c. gli assiro-babilonesi aspettavano il novilunio o altra fase lunare per osservarne il colore e l'intensità della luce per trarne auspici.
Dopo essersi recato in Mesopotamia, il primo greco a studiare la sfera celeste e le antiche costellazioni fu Talete di Mileto (624-546 a.c.). Fu lui a introdurre l'Orsa Maggiore, già nota come Gran Carro, denominazione rimasta ad indicare alcune sue stelle; Fu Talete a predirre l'eclissi di sole che si verificò il 28 maggio 1585 a.c.
Il primo osservatorio astronomico greco fu eretto in Asia Minore da Eudosso di Cnido (408-355 a.c.), vissuto nella Caria, stato greco-fenicio confinante con la Ionia.
Il poema "Fenomeni" composto per il re macedone dal greco Arato ( 315 - 245 a.c. circa) descriveva il cielo di Eudosso che comprendeva le sue 45 costellazioni oltre all'Acqua (oggi Acquario) e le Pleiadi, poi inglobate nel Toro. Fu lui a dare nome alle stelle Arturo, Capella, Sirio, Procione, Spiga e Vendemmiatrice (attuale Vergine, che serviva al calendario agricolo per iniziare la vendemmia: sorgeva per la prima volta all'alba nel mese di agosto)
Occorre sapere che il primo a descrivere la teoria eliocentrica fu Aristarco di Samo, nel III secolo a.c.affermando che le stelle fisse e il sole restavano immobili ed intorno al sole ruotavano i pianeti tra cui la terra intorno alla quale a sua volta girava la luna. Ma capita spesso nella storia dell'umanità che capire ed esprimere qualcosa di nuovo prima degli altri in solitudine non sempre si viene creduti ed ascoltati. Nel suo caso venne accusato di delitto contro la religione. Così la teoria geocentrica permase fino all'epoca moderna.
Il primo a calcolare la circonferenza della terra in 250 mila stadi, qualcosa meno di 40 mila km, pressocché esatto, fu Eratostene di Cirene (276- 194 a.c. circa), chiamato in Egitto a dirigire la biblioteca alessandrina dal faraone Tolomeo Evergete. Eratostene inventò l'Astrolabio (in greco "prendere le stelle") in seguito perfezionato dagli arabi. Eratostene scrisse Catasterismi in cui descrive costellazioni e ne narra i miti.
Un secolo dopo arriva ad Alessandria Ipparco da Nicea, inventore della diottra, strumento con cui determina la posizione delle stelle; egli elabora la sua sfera celeste in cui dà latitudine e longitudine a ben 1087 stelle e le suddivide per luminosità espressa in 6 magnitudini. Fu sempre lui, confrontando i dati con un precedente catalogo stellare di un secolo e mezzo prima, a misurare lo spostamento dei punti equinoziali. Fu così che scoprì che la processione degli equinozi, da lui così chiamata, riguardava solo la longitudine e non anche la latitudine. Questo è un fenomeno per il quale il sole ritorna al suo punto vernale prima id avere compiuto una intera rivoluzione sull'eclittica, così che il ritorno dell'astro all'equinozio di primavera precede il suo ritorno alla stessa posizione sulla sfera celeste. Fenomeno peraltro già conosciuto dai popoli antichi.
Pare sia stato lo stesso Giulio Cesare, con il suo trattato sugli astri, a inserire nello zodiaco la Bilancia, una figura nuova ricavata togliendo le chele allo scorpione. La Bilancia, in verità, esisteva già (GIS.EREN): è documentata in una tavoletta, recentemente ritrovata nella biblioteca di Sippur, risalente al 600 a.c. Per cui viene da pensare che Giulio Cesare avesse inteso ripristinare lo Zodiaco Babilonese che era stato modificato nell'area mediterranea.