Come sempre, centrato per interesse ed attualità,
anche la prossima edizione delle Giornate internazionali del Centro Ricerche Pio Manzù
di Verucchio, in programma a Rimini in ottobre,
presenta un argomento per così dire scottante e pressante:
Agli interrogativi che il petrolio, quale anima dell'impero, pone,
numerosi esperti studiosi politici pensatori ricercatori amministratori eccetera cercheranno di offrire un proprio contributo di conoscenza, esperienza, studio e riflessione, per avanzare ipotesi e proposte di soluzione alle problematiche
legate alle fonti energetiche, partendo appunto dal petrolio
Più precisamente:
"Gli orizzonti inquieti del petrolio
tra apocalisse e sostenibilità"
è il tema della XXXI edizione
delle Giornate Internazionali si studio del Pio Manzù
in programma a Rimini il 28-29-30 ottobre 2005
l'anima dell'impero? è il titolo della tre giorni
che parte dalla seguente premessa:
Le limitazioni alla disponibilità di greggio e di gas naturale in alcune regioni, la conseguente escalation dei prezzi, la graduale diminuzione della capacità di produzione convenzionale, avranno un forte impatto sugli scenari politici regionali. Quando le forniture petrolifere si ridurranno, conflitti locali e regionali nei paesi produttori di petrolio, dal Venezuela alla Nigeria, dal Golfo Persico all’Iraq, produrranno come conseguenza volatilità ed un nuovo incremento dei prezzi.
La perdurante destabilizzazione del teatro mediorientale, dove si trova il 65% delle riserve globali di greggio convenzionale, condiziona lo sviluppo occidentale e mette in pericolo la stessa capacità dei paesi in via di sviluppo importatori di energia di raggiungere tassi di crescita adeguati per uscire dallo stato di povertà.
La diminuzione delle disponibilità di petrolio e, in misura inferiore, di gas naturale coincideranno nel lungo periodo con l’impatto potenzialmente pericoloso per il surriscaldamento dell’atmosfera terrestre di un aumento delle emissioni di diossido di carbonio.
Si pongono gravi domande sull’incidenza che un uso crescente del carbone avrà sull’emissione di CO2, soprattutto da parte della Cina, degli Stati Uniti e dell’India, che sono i maggiori utilizzatori di carbone. La restrizione a lungo termine nella fornitura di combustibili fossili liquidi e i vincoli ambientali sull’uso del carbone, solleveranno ulteriori domande circa la tempestiva disponibilità di fonti energetiche alternative e i loro prezzi.
Il prossimo quarto di secolo determinerà la direzione intrapresa dalle maggiori economie globali per risolvere la questione energetica: ad esse spetta l’arduo compito di rispondere all’inevitabile declino del fossile liquido e all’individuazione di carburanti alternativi.
Scelte irrinviabili sono all’ordine del giorno. È necessario e urgente creare un nuovo ponte di dialogo tra esperti e decisori, tra concezioni tecniche, politiche e filosofiche, per fissare obiettivi generali di uno sviluppo energetico a prezzi ragionevoli, a basso impatto ambientale, rispettoso delle ragioni e degli interessi dei popoli dei paesi produttori.
Rileggendo criticamente la politica energetica internazionale sotto l’ottica del fabbisogno reale e degli interessi dell’economia globale, autorità dell’energia, scienziati, esperti, uomini di libero pensiero di tutto il mondo si incontreranno a Rimini per sottoscrivere un Protocollo fondamentale di proposta e d’intesa, rivolto sia ai consumatori di energia, sia ai paesi produttori.
L’intento è quello di sconfiggere le sirene dell’apocalisse energetica, di conciliare il fabbisogno di sicurezza dell’approvvigionamento del petrolio dei paesi consumatori con quello dei paesi produttori; di fornire suggestioni condivise sulla necessità di una risposta globale e a lungo termine di investimenti nelle fonti energetiche alternative; di conciliare il ruolo dei meccanismi di mercato con quello del governo dell’efficienza energetica, e di ridurre le tensioni politiche internazionali nelle aree del mondo più direttamente coinvolte nella produzione di petrolio.
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