Propongo la lettura dell'articolo* che segue,
non facile nè divertente, ma utile ad una
riflessione che riguarda tutti noi, non solo
e non tanto le categorie coinvolte nel
provvedimento punitivo - Vs. Minerva
Dopo lo sciopero multati avvocati e farmacisti
di Maria Carla De Cesari e Giovanni Negri
Le delibere della Commissione di garanzia
Avvocati e farmacisti hanno violato la legge sugli scioperi.
L’astensione, senza rispettare il periodo di preavviso, non risulta giustificata. Poiché lo sciopero di avvocati e farmacisti (per fortuna) non costituiva una mobilitazione contro un attentato ai «valori fondanti del nostro sistema di governo democratico e di libertà individuali e collettive». Situazione da non confondere con i dubbi di costituzionalità di una norma, che possono essere fatti valere secondo gli ordinari rimedi. Inoltre, per quanto riguarda i legali, non c’�?una giustificazione che motivi uno sciopero oltre il limite di sette giorni per la prima tornata di proteste. Per questo, la Commissione di garanzia ha sanzionato le sigle sindacali delle professioni che, a luglio, hanno indetto le astensioni per protestare contro la liberalizzazione voluta dal Governo e portata avanti con caparbietà dal ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani.
Ieri, la Commissione ha condannato, con due delibere approvate all’unanimità, l’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua) a una sanzione amministrativa di 25mila euro, dimezzata per Federfarma (che riunisce i farmacisti privati), colpevole solo del mancato preavviso per lo sciopero del 26 luglio. Nei confronti di Federfarma è ancora aperto il procedimento per la seconda giornata di astensione (il 28 luglio).
Le sigle dei professionisti hanno invocato la deroga circa i tempi di proclamazione dello sciopero perché la protesta sarebbe stata diretta a «tutelare i diritti della persona e gli interessi fondamentali della collettività», come si ricostruisce nella delibera. In particolare la Commissione, secondo l’Oua, avrebbe dovuto attenersi a un principio di prudenza ed escludere l’astensione degli avvocati dalle regole su preavviso e durata, in quanto i legali svolgono «funzioni naturali attinenti a un fondamentale diritto della persona come il diritto di difesa».
Ma la deroga, secondo la Commissione, va applicata in casi tassativi e cioè: «astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori». Condizioni che nei regolamenti si articolano nelle astensioni «in difesa dell’ordine costituzionale ovvero per grave attentato ai diritti fondamentali dei cittadini e alle garanzie del giusto processo». Sempre che il pericolo riguardi il sovvertimento del quadro costituzionale. La sanzione inflitta dalla Commissione di garanzia è arrivata ad agitare ancora di più le acque del Congresso nazionale forense che alle misure prese dal decreto Bersani ha dedicato ampia parte dei lavori. Maurizio de Tilla, presidente della Cassa forense, ha definito «un atto di intimidazione» il provvedimento della Commissione.
«Speravamo �?ha commentato Michelina Grillo, presidente dell’Organismo unitario �?che la commissione potesse tenere presente la situazione particolare che sta vivendo l’avvocatura. Una pausa di riflessione sarebbe stata opportuna. Di certo le condizioni che hanno provocato l’intervento della Commissione non si propongono più per le altre astensioni dalle udienze che abbiamo proclamato. Da ultimo quella ancora in corso».
I delegati hanno accolto la notizia con un misto tra incredulità e ironia. E hanno subito organizzato una colletta. All’autotassazione ha partecipato anche il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa che ha sottolineato come le astensioni decise nel corso degli ultimi mesi siano state proclamate a tutela dei diritti dei cittadini. Su questo principio farà leva l’avvocatura. Perché la sanzione sarà appellata alla magistratura ordinaria. E, in quella sede, davanti ai giudici del lavoro, l’Oua solleverà la questione di legittimità costituzionale.
Scarse le reazioni da parte di Federfarma. Che attraverso il segretario Franco Caprino, ha solo fatto sapere che valuterà con i legali l’opportunità di un ricorso.
*Fonte: Il Sole 24 Ore online 23 settembre 2006