Arancio, narangia, partugala
 ...anche l'arancio arriva dalla Cina. A ricordare il suo nome arabo
"narangia" sono i veneti che per chiedere uno di questi
frutti dicono: 
dame na naranza (=vorrei un arancio);
Nel riminese, l'arancio si traduce in "partugala", che al plurale 
 diventa "al partugali";  
 "dam un kel ad partugali" significa = vorrei un kg di arance.
 Evidente la supposta provenienza geografica dei frutti, di prob importazione
da quel paese, termine che si trova - come riferisce lo scomparso 
 studioso riminese Gianni Quondamatteo, autore del "dizionario romagnolo (ragionato)" -
nel greco moderno "portokalli", nel turco "portukal" e nel catalano "portogalle". 
E dire: L'è cmè dè la partugala me sumàr", alla lettera significa "E' come dare l'arancio all'asino", cioè a dire: 
"fatica, dono sprecati".