Questa è la notizia di oggi:
Aereo in fiamme: almeno 49 morti
Indonesia, incidente all'atterraggio
Sarebbe di almeno 49 morti, secondo fonti governative, il bilancio dell'incidente all'aereo della Garuda Airlines incendiatosi durante l'atterraggio a Yogyakarta, nell'isola di Giava. La compagnia indonesiana parla invece di 21 vittime. L'aereo aveva a bordo 140 persone. Il velivolo ha sbattuto violentemente sulla pista dell'aeroporto. Poi si sono sviluppate le fiamme a seguito di quella che è sembrata un'esplosione.
Tra i passeggeri vi era anche un italiano, Alessandro Bertellotti, corrispondente di Rai International per l'area Asia-Pacifico e residente in Australia. Il giornalista si è salvato.
Secondo quanto ha annunciato un responsabile del governo provinciale 48 cadaveri sono stati trovati sul posto e una persona è morta all'ospedale. "Ventotto corpi arsi vivi si trovano nella carlinga dell'aereo, altri venti sono stati già recuperati, uno è morto mentre veniva trasportato in ospedale", ha aggiunto il segretario provinciale Bambang Susanto.
Sull'aereo in fiamme c'era anche una delegazione di diplomatici e giornalisti australiani. Lo si è appreso da fonti ufficiali a Sydney. I giornalisti - ha detto il segretario al Tesoro australiano Peter Costello - seguivano la visita in Indonesia del ministro degli Esteri australiano Alexander Downer, che non era a bordo dell'aereo. Il ministero degli Esteri ha confermato che sull'aereo vi erano diplomatici australiani, senza poterne indicare il numero (e neanche quello dei giornalisti).
Secondo una ricostruzione dell'aeronautica militare indonesiana sulle cause del disastro, pare che l'aereo sia atterrato troppo velocemente. La velocità eccessiva ha impedito la frenata e causato l'uscita di pista, 300 metri dopo avere toccato terra.
il mio commento (provvisorio):
ancora una volta non posso mancare di osservare come sia frequente - nonostante tutto - il rischio di viaggiare in aereo: poco conta che la causa sia il cattivo stato di manutenzione dei velivoli, che sia l'imperizia o la stanchezza dei piloti, che si tratti di altre cause più o meno imponderabili, financo dirottamenti ed attentati da cui guardarsi, il fatto è che c'è gente che ci lascia la pelle, in questo caso persone costrette a prendere il mezzo aereo per lavoro e celerità. Infatti, se vai o provieni da un'isola lontana come l'Australia non hai alternative che la via mare, ma con tempi più lunghi per compiere il tragitto. Se devi andare in vacanza può essere diverso: puoi rinunciare ai posti esotici lontani, ai rischi di viaggio low cost ancorché involgiati dalle tariffe last minute e pensare a qualcosa di più facilmente raggiungibile (ad es. un B&B nostrano! passatemi questo spot come peccato veniale). E per tornare alle nostra bella Sicilia,come mi sarebbe piaciuto poter contare su un ponte sullo strettodi Messina, magari bello ed efficiente come il Golden Gate e/o certi ponti giapponesi. Ma no. Da noi non si può...