Te ne stai li da ore e non guardi più quella ragazza dagli occhi verdi che proprio non ti vede. Tieni in mano il bicchiere con quel Martini ormai caldo, che non ti piace, e cerchi improbabili disegni nelle trame delle tavole di legno del pavimento. Lo swing procede lento e il sax ti arriva all’anima con quel suono che sale di intensità. Le spazzole strisciano sulla pelle del rullante e poi scandiscono improvvisi break. Il batterista ad occhi chiusi forse sogna New Orleans e fuori il fiume si riposa in quell’ansa che riflette le luci di questa balera all’aperto. Molte coppie ormai sono uscite fuori ad ansimare tra i cespugli di sambuco in questa tarda notte di festa. Anche quella bionda che molti conoscono è andata ad accendere il suo falò. Le donne misteriose che profumano di esotiche essenze non frequentano questi luoghi e restano lontane, con le loro gambe nelle calze di seta con la riga,là su quelle pagine che ti è capitato di leggere.Nessun avventuriero cotto dal sole dell’Avana vivrà qui altre pericolose vicende. Nessun marlin troverà in queste acque un testardo vecchio solitario che lo sfiderà fino alla fine. Ne senti nostalgia e non te lo spieghi. In fondo sei come quelli che, parafrasando Bruno Lauzi, non hanno nemmeno mai visto Genova. E te ne stai li a pensare che il tempo non corre e che sei sempre troppo giovane per le cose che vorresti. Quel sax continua il crescendo ma i ballerini ora sono persi e strisciano i piedi. Ballano stanchi,stretti,quasi fermi. Ormai sono pochi, si sentono soli e, allora, le ragazze socchiudono le labbra se le mani sui loro fianchi le stringono appena di più. Lei, occhi verdi, se ne va. Ti passa accanto e tu sei sempre invisibile. Scompare su quell’auto che hai sempre sognato con quel tipo che le stringe la vita. Un cameriere assonnato guarda scocciato il tuo bicchiere ancora pieno, se ne va strizzando tra le labbra quel che resta dell’ultima sigaretta e il pacchetto stropicciato rotola sotto un tavolo deserto. E te ne stai li in quella provincia, prigioniero di una malinconica tristezza, ad assistere a quei riti che la giovinezza non ti permette. Non sai che un giorno penserai a questa notte con profonda nostalgia e di questa tristezza sorriderai. Non sai ancora che, tra qualche tempo, forse una ragazza dagli occhi verdi, quando la guarderai, ti vedrà sorridendoti. Ora il sax taglia la notte in un diminuendo e quel brano sconosciuto muore piano piano. Il batterista dondola il capo trasognato. Lui sta suonando con Amstrong, sul delta del Mississipi, e anche questo tu non lo sai, mentre la serata finisce su questo vecchio fiume italiano. Sulla ferrovia, oltre l’argine, il treno della notte sferraglia veloce nel buio portandosi le vicende di tante vite. Non sai nemmeno che un giorno, chissà perché, avrai voglia di raccontare a dei cari amici, con un mezzo che ancora non conosci, ciò che ricordi di questa che, alla fine, forse è stata solo una delle tante inutili serate della tua vita |