Guardare di notte dall’alto una grande città. Ad alta quota è un ammasso quasi informe di luce.<o:p></o:p>

Una macchia luminosa più forte delle altre che punteggiano il buio tutto intorno. Quando l’aereo si abbassa per l’atterraggio, un po�?alla volta, prendono forma altri contorni sempre più definiti.<o:p></o:p>

Si riconoscono le vie, le piazze, le grandi arterie interne ed esterne solcate dalle luci di quel traffico che non si ferma mai. Sono momenti in cui mi sento sempre come un bambino curioso che spia, da una posizione unica, lo svolgersi della vita sottostante. Allora mi viene spesso di pensare a quante vicende, a quante storie e a quante scelte di vita, più o meno condivisibili, si consumano su quelle auto e in quelle case che scorrono sotto di me per un attimo. Una sera, tanti anni fa, mentre viaggiavo per uno dei miei primi lavori, durante un atterraggio, ho immaginato la storia di un…�?.chiamiamolo Mister X. Una di quelle persone che purtroppo non vivono solo nei miei pensieri e io l’ho immaginato cosi. E�?un ottimo padre di famiglia felice per il suo lavoro che gli permette di non far mancare nulla  ai suoi che l’adorano. Guarda il suo ragazzino che, seduto al suo fianco, è rapito dalla proiezione di quel film che voleva vedere da tanto tempo. E�?bellissimo passare un sabato pomeriggio con il figlio dopo una settimana di duro lavoro. Tutti i padri dovrebbero trovare il tempo par farlo. I buoni padri almeno. Si, è il momento opportuno per godersi anche la soddisfazione per gli elogi che l’amministratore delegato in persona gli ha fatto recapitare per quell’idea davvero geniale. Nessuno, prima di lui, aveva mai nemmeno ipotizzato di usare un materiale in plastica così colorato e accattivante. E poi la pensata di forgiare il tutto come una piccola girandola o un piccolo giocattolo dall’aspetto gentile. Che idea! Il prossimo anno, se le promesse da parte dell’azienda saranno mantenute, forse si potrà anche pensare di poter cambiare la barca. Del resto, dopo anni e anni di lavoro,ricerche, sacrifici e intuizioni ci mancherebbe. Già intuizioni. Non bastava semplicemente una plastica qualsiasi. Occorreva qualcosa di speciale da ricercare attraverso test di laboratorio, contatti con altre aziende specializzate in materiali sintetici, prove estenuanti che hanno richiesto spesso ore ed ore lontano dall’amata famiglia. Occorreva qualcosa capace, una volta frammentato, di sciogliersi velocemente in una miriade di gocce roventi in grado di perforare un tessuto e la pelle, sotto la spinta di un�?esplosione anche di modeste proporzioni in quanto l’esplosivo costa. Ma questo non bastava, occorreva anche, e questo è piaciuto moltissimo ai committenti, che una volta entrate in un corpo, quelle stesse gocce tornassero rapidamente solide con una forma diversa rispetto alla lacerazione attraverso cui erano entrate. Insomma vita dura anche per eventuali chirurghi ammesso che il “soggetto�?non sia crepato prima. Un professionista vero non deve trascurare nessun dettaglio, è anche questo che lo rende diverso da un dilettante. Nelle relazioni tecniche si ha molta cura nel definire come “soggetti�?gli eventuali fruitori dei prodotti aziendali. Se si definissero persone, del resto, qualcuno potrebbe anche visualizzare una donna, un uomo,o peggio, un bambino con gli arti massacrati e questo non farebbe bene al quel clima di proficua collaborazione che deve sempre vigere in un’azienda che deve fare profitti. La parola “soggetto�?è meno evocativa, quasi sterile e non in grado di disturbare la digestione dopo eventuali colazioni di lavoro. Guarda con un sorriso quel suo bambino così sensibile, prossima alla cresima, che si commuove per le vicende di quel cartone animato dove alla fine, malgrado tante traversie, tutto finisce bene e poi, dopo l’immancabile gelato, perché insomma i bambini ogni tanto vanno anche viziati, ma con quella moderazione sempre opportuna, torna alla sua confortevole casa in uno dei quartieri più esclusivi della città.  Non so dove stai esattamente bastardo. So che ci sei, e ci sei con altri bastardi come te, nascosto tra quelle luci qui sotto. Gente che ha lo stesso concetto ipocrita della vita. Sarebbe troppo facile e banale augurarti che un giorno, per oscure ed incontrollabili vicende, uno dei piedini “firmati�?di tuo figlio finisca su una delle tue “intuizioni�?con tutte le conseguenze che potresti apprezzare, ma non te lo auguro. Lui in fondo non ha colpe e poi, se crescerà come te, e temo che avvenga, penso che come maledizione possa bastare