Giornate di 25 ore?
Qualcuno, in Rai, deve trovare così lunga la giornata lavorativa
da pensare che sia di almeno 25 ore, o giù di lì.
Visto io, Domenica 19 giugno 2005, RAI TRE,
la scritta di lancio di TeleCamere,
per la tarda serata dello stesso giorno.
La scritta in scorrimento, in sovrimpressione, passata ripetutamente
durante la trasmissione messa in onda intorno all'ora di pranzo
(tra le ore 12 e le 13) recitava così:
"Questa sera alle 24,15 le interviste integrali e altri servizi". Mi sono chiesta se il tecnico-grafico-digitatore televisivo di turno
(non so come chiamare questa qualifica di specializzato)
non sia stato ingannato dal fatto
che durante l'equinozio di primavera fino al solstizio d'estate*,
come si usa dire, "le giornate si allungano".
Non oso pensare quali azioni rivendicative potrebbero mettere in atto
i rappresentanti sindacali di categoria non appena dovessero accorgersi
che qualche dipendente (o stagista?) Rai viene sfruttato oltre l'orario Già immagino anche i massimi orologiai svizzeri intenti a studiare nuovi quadranti...
Personalmente vi risparmio altre congetture e considerazioni
che si potrebbero ancora fare in proposito.
C'è stato un momento in cui ho perfino creduto
di trovarmi di fronte ad un'altra rivoluzione copernicana,
ovvero ad una geniale idea in via di introduzione da parte
di un pool di studiosi bocconiani alla ricerca di soluzioni
alla crisi economica internazionale in atto: li ho immaginati
propensi a dar corso alla stagione stacanovista del Tremila,
cominciando proprio col propugnare un prolungamento della giornata Ma forse l'ingenua scritta intendeva soltanto dire allo spettatore medio che la trasmissione si sarebbe svolta un quarto d'ora dopo la mezzanotte di oggi,
cioé quella che ancora deve venire, e non della notte scorsa.