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E' andato anche lui, il Marcello, lo Scuro. Con quella faccia segnata dalle notti insonni, mentre sfidava insieme gli avversari, le leggi della fisica, della geometria, e una parte di se stesso, come quando un giocatore, nei momenti cruciali, sa restare lucido, senza lasciare che l'emozione prevalga sul sangue freddo, sulla tecnica, sulla fantasia . E' stato, oltre che un grandissimo campione, anche una specie di anello di congiunzione tra la figura del vecchio giocatore di biliardo e le nuove generazioni di campioni che vivono la disciplina come moderni atleti, restando così lontani dagli stereotipi a volte anche un pò equivoci che la letteratura e il cinema ci hanno proposto spesso a ragione, ma spesso anche a torto. Già, il cinema. Con una buona dose di autoironia ha interpretato se stesso in "io Chiara e lo Scuro" e in altre pellicole al fianco di Francesco Nuti. Ci ha raccontato, in quel modo, gli aspetti di un mondo che stava cambiando, perchè il professionismo oggi richiede più concretezza e meno romanticismo. L' ho visto giocare dal vivo molto tempo fa, mentre sfidava un altro mostro sacro; quel Cifalà che si era guadagnato anni prima il titolo mondiale. E' stata, per un appassionato di quel gioco come io sono, una serata davvero indimenticabile. Il campione dei nove titoli italiani e inventore dell' "ottavina reale" ha chiuso la sua ultima partita. Ciao Scuro. |
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....mi accodo al tuo ammiratore....ciao Scuro, un fiore per te bbmagnolia |
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