Lo spunto questa volta mi viene da questa notizia:
LIDO DI CAMAIORE, 12 FEB - Sei giocatori del club senegalese De Camberene, impegnato nel torneo di Viareggio, sarebbero scomparsi nel pomeriggio di ieri. La squadra, allenata dall'italiano Paolo Berrettini, dovrebbe scendere in campo questo pomeriggio alle 15 a Marina di Pietrasanta per affrontare la Cisco Roma per la gara di recupero della prima giornata del Torneo, rinviata per i tragici fatti di Catania.
C'è chi viene e chi va, in questo movimentato mondo.
In questo caso qualcuno è forse venuto per andarsene, chissà dove e chissà per quanto. Il tutto, mentre sono sempre di più le italiane e gli italiani còlti dalla tentazione di fuggire dal nostro Paese: vi assicuro di avere raccolto tantissime testimonianze di persone che non ne possono più di questa nostra instabilità, di questa Italia in continua trasformazione in peggio, di questa netta sensazione di non potercela più fare da soli a garantirci i giorni futuri, né economicamente e di sopravvivenza dignitosa, né sul fronte della sicurezza ed incolumità personale; e vi dico di essermi confrontata con diverse persone perbene che vedono dinnanzi a sé scenari tristi, e non sono i più giovani che certa propaganda strumentalizza e illude. Si tratta di gente di mezza età, perfino della terza età con sempre minori risorse e purtroppo con poche o scarse o nulle protezioni e tutele istituzionali, laddove il singolo non ce la può più fare a vivere dignitosamente con ciò che ha ovvero con ciò che ha accantonato laboriosamente come una formichina per gli anni improduttivi a venire, per cui si guarda attorno e cerca di capire se vi sia un luogo dove andare a stabilirsi per vivere magari di poco, dove la casa (il riparo) costi poco, così pure il mantenimento giornaliero (cibo semplice e vestiario decoroso), magari senza spese di riscaldamento (alla faccia di Enel, Gazprom, gruppo Hera e via dicendo). In ciò, accontentandosi di vivere di quel poco che oggi la misera pensione correttamente guadagnata qua non garantisce più, o con ciò che si è prudentemente messo da parte proprio per mantenersi nell'ultimo periodo di vita senza pesare su alcuno, avendo un tempo lavorato tanto e magari sacrificato. Insomma, ciò che sappiamo di avere che ci basterà appena per fare presto la fame, potremmo immaginare che altrove non sia così. Ecco allora, che guardando bene il mappamondo, tanti individui non più giovani trovano le porte chiuse in Europa, perché la politica del welfare nel Vecchio Continente lamenta ha bisogno di svecchiarsi, di deregolamentarsi, di avvicendare la popolazione mettendo in atto una serie di "accoglienze" per le masse di immigrati, per lo più forze giovani, braccia lavoro che saranno presto anche contributi per rimpinguare le casse pensionistiche e integrative: gente che fugge dal proprio paese dove si sta male, certo peggio che qui da noi adesso, e qua si fa largo...e qua voterà nel prossimo futuro. Insomma, assistiamo a queòlla che si può chiamare una sostituzione generazionale, razziale, culturale...
Così, noi di una certa età(mi ci metto anch'io) senza troppi paracadute, immaginiamo o tentiamo di emigrare verso paesi poveri dove si vive di poco. I poveri di altri paesi vengono qua senza sapere cosa li aspetti, certo carichi di speranze, animati dalla stessa voglia di crearsi un futuro migliore per sé e per i propri cari. Non so dire se per loro le porte dell'Europa sia davvero aperte, oppure socchiuse o finte porte contro cui andare a sbattere. So solo che ci sentiamo tanti precari che vivono un'atmosfera nebbiosa sul ciglio di una palude, non sai mai col passo successivo se ti troverai sul terreno, in acqua o ad annaspare sulle sabbie mobili. Speri che torni presto il sereno per almeno vederci più chiaro e immaginare di muoverti con più certezze.
Il discorso sta per farsi troppo lungo e articolato, perciò mi fermo qua, lasciandovi alla lettura delle notizie del giorno, v. altra rubrica di questa com: Rischi di viaggio
alla prox, ciao,
La_voce_delle_onde