DONNE, DONNA
“Donne donne eterni dei!�?si canta in un celebre brano di operetta. L’ho ascoltato per la prima volta da piccola e non saprei dire se, anche a causa di quel concetto, ho cominciato ad albergare in me l’idea del mio valore, non solo di individuo, ma anche di me al femminile. E quanta delusione, più andavo avanti negli anni, scoprire che spesso se parlavo di cose serie e importanti, di lavoro e di proposte organizzative, di concetti e di temi di riflessione davanti ad un interlocutore che era inevitabilmente maschio, giacché erano sempre gli uomini ai posti di comando di qualsiasi ente, istituzione, ufficio, il suo sguardo assente alle parole cadeva piuttosto sulle forme del mio corpo. Quanto imbarazzo e quanta rabbia essere vista come un oggetto ed essere sminuita nella mia interezza, nel mio valore complessivo. Anche e soprattutto dopo il famoso Sessantotto, che tutto avrebbe dovuto liberare da lacci e preconcetti. Pazienza, dissi. Ci vuole del tempo perché la mentalità possa evolvere, perché un certo maschilismo imperante, coltivato nei millenni e nei secoli, possa lasciare il posto ad una crescita culturale in tutti, maschi e femmine. Perché c’�?da dire che l’ambiente dove si vive influenza sempre chi vi nasce e cresce, e le madri fanno la loro parte. Un giorno, alcuni anni fa, non un secolo fa, parlavo con una conoscente che aveva due figli all’università, un maschio ed una femmina. Entrambi studiavano legge, stavano per laurearsi e aspiravano a trovare uno Studio Legale importante per il praticantato e infine sognavano di occuparsi ciascuno nell’ambito preferito. La signora si diceva preoccupata nel timore che il figlio, una volta finiti gli studi, non trovasse lavoro. Mi venne spontaneo domandarmi come mai non avesse la stessa preoccupazione per sua figlia e le chiesi: “Se ci fosse un solo posto di lavoro, a parità di merito, chi vorresti che venisse assunto?�? “Ma lui, naturalmente�? rispose. Quella stessa madre, dunque, e ne potrei citare tante altre, attribuiva a sua figlia una posizione cadetta rispetto al fratello, non portatrice di un futuro indipendente da un ipotetico ed eventuale marito. Non posso dunque non rilevare che una parte della nostra società, nonostante tanti proclami, ritenga di fatto la donna titolare di minori diritti rispetto agli uomini. E quando ad esempio si parla di “quote rosa�? in politica, concordo con quella giornalista e scrittrice infuriata, perché davvero alle donne pensanti, preparate e capaci non piace essere strumentalizzate o temute, e perciò stesso, o addomesticate alla linea di partiti e dei loro leaders, o allontanate dai luoghi e dagli ambienti di potere. Ritengo vada ascoltata ed accolta l’istanza di valore al femminile, ricordando che alla gran parte delle donne non va di venire considerate “al servizio�?delle ambizioni maschili, né tantomeno appartenenti ad un genere in via di estinzione, da proteggere come i Panda e come questi da tenere sotto controllo e in cattività. Alle donne, anche se i tempi paiono evolvere, ma non in tutti i luoghi e paesi alla stessa maniera, viene sempre chiesto, in modo più o meno velato, più o meno palese, di stare un passo indietro e di tenere bassa la testa non solo in senso metaforico. L’immigrazione da paesi diversi, conducendo tra noi soggetti maschili e femminili, ci porta anche il confronto quotidiano con altre realtà, culture, abitudini, talvolta ancora più evolute, altre volte più arretrate rispetto alla nostra, appena accennata. L’idea che ho delle donne, di ogni donna, è che siano esseri fondamentali per ogni società di tutti i tempi. Ed è che siano esseri meravigliosi, solo che vengano lasciate esprimersi, che vengano loro forniti i mezzi per elevarsi dalla condizione di partenza, che una volta che abbiano studiato non debbano rinunciare alla famiglia in nome della carriera e viceversa, ma che possano essere aiutate da leggi, mentalità, familiari, istituzioni e società a portare avanti il loro sapere, sia quello ancestrale, quello moderno e post-moderno sia quello futuro e futuribile. Perché le donne sanno essere, a volta a volta e tutto insieme, madri figlie e compagne in famiglia, professioniste serie e capaci sul lavoro, orientate agli obiettivi, rivolte alla meta. (Clara Previato)
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