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"Pensavamo che il Duemila fosse l'anno del mai"

scrive il pittore e poeta Luigi Poiaghi

nella dedica all'amica giornalista Clara Previato

su una copia numerata del suo libro:

ed. Libreria Urbini di Novafeltria, Novembre 1999,

stampato in soli 700 esemplari.

"Il volume - dice la giornalista - scandisce in modo delicato i dodici mesi dell'anno Duemila, corredandoli di brevi componimenti con foto - in bianco e nero - a fronte, come se l'autore volesse ancora una volta e vieppiù affermare che l'immagine completa le parole, il loro significato e non viceversa. Dunque, i versi stanno a sinistra e le suggestioni fotografiche a destra, dal canto dove di solito cade lo sguardo" .

" in lui osserviamo equilibrarsi creatività e tecnica esecutiva,

sensibilità e talento; lo vediamo capace di riunire in un unico gesto

mano pittorica e pensiero poetico, per il nostro godimento"

(C. Previato)

Noi del B&B Magnolia di Verucchio amiamo molto questo pittore

di origine milanese e da alcuni anni nostro compaesano ed amico.

Leggiamo di seguito, insieme - se volete - queste brevi poesie,

per una condivisione speciale.

Tappeto di muschio quercino

Ogni volta sul punto

di tracciare un segno

estremo ineluttabile

innumerevoli quaderni

nel bianco di un foglio

il gesto che disegnavi

ravviandoti i capelli

(da: Luigi Poiaghi, PROFUMI -ed. Libreria Urbini, Novafeltria 1999)

Febbraio
narciso giracapo

Volavi alto
nel vasto cielo
ma era cielo
specchiato in acqua
le ali bagnate
ti inabissavi invece
in ampi gorghi
giù nello scuro mare

(da: Luigi Poiaghi, PROFUMI per l'anno del mai)

Marzo
un mazzolino di viole odorose

Quando sono nato abitavamo in una stanza sola
col gabinetto e l'acqua sulla ringhiera
in quella stanza dormivamo in sei
e due biciclette appese sopra l'ottomana
Quando entravano le rondini dalla finestra
mia nonna metteva nei vasi gerani e zinnie
mia madre stirava il vestito a fiori
e accendeva la radio sul buffet

(da: Luigi Poiaghi, PROFUMI per l'anno del mai)

Aprile
siepe fiorita di biancospino

Certe mattine sul tavolo del mio studio
non ci sono che pietre
allora esco e con Melo il mio cane
salgo fin sulla collina
per vedere dall'altra parte il mare
E giù di corsa
lui che insegue l'ombra di una nuvola
e io dietro
con le tasche che si riempiono d'aria

Maggio
petali di rosa damascena

Un'ampolla d'acqua fra noi
riflette capovolto
il tuo profilo sul muro
e tu che osservi in cielo
un volo di rondini
guardi con l'ombra in terra
la processione delle formiche

Giugno
erba angelica

Passavano i barconi carichi di sabbia
sotto il ponte del Ronchetto
e noi ci lanciavamo dalla cima
in gorghi verdi d'alghe nelle smarrite estati
Comei barconi vuoti
trainati controcorrente
torno a volte con la mente a quella riva
dove tremano ancora le voci
nei riflessi d'acqua sotto l'arcata
Io mi tuffo a delfino
Io mi butto ad angelo
con salto mortale all'indietro

(da: Luigi Poiaghi, PROFUMI -ed. Libreria Urbini, Novafeltria 1999)

Nei pomeriggi d'estate

quando è troppo caldo per lavorare

mi siedo al margine dei miei pensieri

e li osservo come fossero un campo di girasoli.

Allineo
bicchieri d’acqua
tra i sassi
del tuo cortile
liquidi pensieri
al sole d’agosto
che li evapora

Settembre
fiori di edera

A volte mentre lavoro
avverto il tempo come un ronzio
e mi sorprendo ad agitare la mano in aria
come per allontanare una fastidiosa mosca

Ottobre
gelsomino bianco

Mia madre lavorava in fabbrica
un saluto in fretta e furia davanti alla scuola
e via di corsa per non perdere il tram
Prima di salire in classe restavo un poco sulle scale
a guardare la polvere brillare in una sperla di sole
che filtrava da una crepa nel muro
e mi veniva sempre a finire tra i piedi

Queste notti di novembre
in cui non dormo
ascolto passare il tempo sotto la mia finestra
i passi di un ladro
traditi dalle foglie
cadute del noce

sepali di rosa centifoglia cristata

Incauta rosa
che sciogli lacrime di brina
è oramai deserto il prato
l'inverno avanzerà coi piedi freddi
e sarà lunghissimo
per noi

Mese tredicesimo anno del mai

stiamo in campana
che il duemila
è due con tre palle

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